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Quesito

Caro Padre Angelo,
Come va? Spero voi tutti bene.
Pregiamo il Signore Nostro Gesù Cristo e La Santissima Trinità in questi momenti di prova.
Le scrivo dagli Stati Uniti, e siamo in un periodo molto difficile.
Ho una domanda sulle risposte di Gesù quando è tentato nel deserto: “e (il diavolo) gli disse: Se sei Figlio di Dio, gettati giù perché la Scrittura dice: Dio comanderà ai suoi angeli di portarti sulle loro mani, perché tu non inciampi in qualche pietra. Gesù replicò: La scrittura dice anche: Non mettere alla prova il Signore tuo Dio” (Lc 4,1-13).
Vorrei sapere se anche noi tentiamo Dio quando chiediamo delle Grazie speciali, lavoro, casa, famiglia o guarigioni. Noi facciamo un po’ leva sulla bontà di Dio chiedendo egoisticamente per noi, e non per portare le sofferenze che Dio ci da, e dovremo ringraziare per tutto. Ma ho capito dopo tanti anni questo: prima chiedevo sempre, Dio, Padre buono, che dà e che provvede ai sui figli solo cose buone.
Così ho pensato che anche io ho tentato il Padre tante volte chiedendo.
Si dovrebbe fare soltanto come Cristiani come diciamo nella preghiera del Padre Nostro: “Sia fatta la Tua Volontà” e come dice Gesù nell’Orto degli Ulivi: “Sia fatta la Tua Volonta’ Non La Mia”? Facciamo peccato quando chiediamo e basta a Dio?
Grazie della sua risposta. Che Dio benedica il suo servizio.
Paola


Risposta del sacerdote

Cara Paola,
1. tentare una persona significa metterla alla prova per vedere se sa o se è capace di fare una cosa o anche per farla inciampare.
Il diavolo tenta per far inciampare.
Con nostro Signore ha tentato di farlo cadere nella presunzione che Dio soccorre sempre i giusti anche nelle cose più inutili.

2. La tentazione è stata questa: “Allora il diavolo lo portò nella città santa, lo pose sul punto più alto del tempio e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, gèttati giù; sta scritto infatti: Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo ed essi ti porteranno sulle loro mani perché il tuo piede non inciampi in una pietra».
Gesù gli rispose: «Sta scritto anche:
Non metterai alla prova (non tenterai) il Signore Dio tuo»” (Mt 4,5-7).
Gesù risponde dando la vera interpretazione della Scrittura: Dio ha cura dei giusti che si trovano nel pericolo a motivo del compimento del loro dovere, ma  non  di quelli che senza motivo si espongono a pericoli sperando nel soccorso degli Angeli.

3. Per questo San Tommaso afferma: “Quando uno per necessità o per un’utilità si affida all’aiuto di Dio nelle sue preghiere o nel suo agire, questo non è tentare Dio; poiché sta scritto: “Non sapendo quello che dobbiamo fare, non ci resta altro che dirigere a te i nostri occhi”.
Quando invece ci si comporta così senza necessità e senza scopo, ciò equivale a tentare Dio.
Ecco perché a commento di quelle parole della Scrittura: “Non tenterai il Signore Dio tuo”, la Glossa afferma: “Tenta Dio colui il quale, pur avendo la possibilità di agire, senza motivo si espone al pericolo, per provare se Dio sia capace di liberarlo”” (Somma teologica, II-II, 97, 1).

4. In riferimento poi a quanto dici nella tua mail è sempre necessario essere disposti a fare la volontà di Dio.
Ma nella volontà di Dio c’è anche il suo comando di pregare per le nostre necessità.
Non invano il Signore ha detto: “Chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto” (Mt 7,7).
La preghiera infatti non ha lo scopo di informare Dio ma di cambiare noi per togliere tutti gli ostacoli che impediscono di ricevere le grazie che il Signore ha già decretato di darci e che attendono di arrivare a destinazione.

5. Nella preghiera del Padre nostro Gesù ci insegna a domandare che sia fatta la sua volontà come in cielo così in terra.
Ma vuole anche che preghiamo perché sia santificato il suo nome, che venga il suo regno, perché Dio stesso ci doni il nostro pane quotidiano (nel pane quotidiano ci sono tutte le nostre necessità di ordine temporale e spirituale), ci perdoni i nostri peccati, ci salvi nelle tentazioni e ci liberi da ogni male.

Con l’augurio che la volontà di Dio si compia tutta intera nella tua vita, ti ricordo nella preghiera e ti benedico.
Padre Angelo