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Quesito

Caro Padre Angelo,
cosa intende Paolo per pace? Illustrando e mettendo a confronto 1 Ts1,1 ed Ef 2?
Poi per Paolo cosa è il Vangelo?
Quale considerazioni possiamo fare a partire dal suo modo di utilizzare questo termine?

 


 

Risposta del sacerdote

Carissimo,
1. in 1 Ts 1,1 San Paolo introducendo la sua lettera scrive: “Paolo e Silvano e Timòteo alla Chiesa dei Tessalonicesi che è in Dio Padre e nel Signore Gesù Cristo: a voi, grazia e pace”.
Pace (in ebraico: shalòm) era il saluto che la gente si scambiava a quei tempi e che invocava uno stato di sicurezza o di felicità sotto la protezione di Dio.

2. Sicché di per sé non avrebbe a che fare con il concetto di pace espresso da San Paolo nella lettera agli Efesini quando dice: “Egli infatti è la nostra pace, colui che di due ha fatto una cosa sola, abbattendo il muro di separazione che li divideva, cioè l’inimicizia, per mezzo della sua carne” (Ef 2,14).
Cristo è la nostra pace perché con la sua croce ha attuato un avvicinamento tra giudei e pagani, avendo offerto il suo Sangue per tutti.

3. Il muro di separazione fa allusione alla chiusura che separava il cortile dei giudei da quello dei pagani all’interno del tempio in Gerusalemme.

4. Solo per prolungamento si potrebbe trovare un accostamento tra i due concetti perché tra ebrei che erano diventati cristiani e pagani anch’essi divenuti cristiani è stata attuata un’unione nella medesima fede e nella medesima appartenenza allo stesso popolo di Dio.
Cristo, che ha abbattuto il muro della separazione, li ha resi fratelli, membri del suo medesimo corpo, ed essi ora sono uniti e vivono in pace reciproca.

5. Adesso passo alla seconda domanda: il Vangelo per il cristianesimo primitivo è in concreto la persona di Gesù risuscitato dai morti. È il Cristo e cioè il Messia.
Questo significato lo si trova esplicitamente negli Atti degli Apostoli: “E ogni giorno, nel tempio e a casa, non cessavano di insegnare e di portare il lieto annunzio che Gesù è il Cristo” (At 5,42).
Purtroppo la nuova traduzione della CEI tralascia il lieto annuncio (vangelo) per scrivere semplicemente annunciare.
Anche per san Paolo il lieto annuncio (il Vangelo) è questo.

6. Talvolta però in san Paolo per Vangelo s’intende anche l’attività degli apostoli come ad esempio in Fil 1,5: “a motivo della vostra cooperazione per il Vangelo” e sempre in Filippesi: “Desidero che sappiate, fratelli, come le mie vicende si siano volte piuttosto per il progresso del Vangelo” (Fil 1,12).
Così pure: “E prego anche te, mio fedele cooperatore, di aiutarle, perché hanno combattuto per il Vangelo insieme con me” (Fil 4,3).
Questo è anche il significato di quell’altra espressione usata da San Paolo almeno tre volte: “secondo il mio Vangelo” (Rm 2,16) e cioè secondo tutta la mia predicazione.

7. In definitiva però il significato è sempre lo stesso, perché diffondere il Vangelo e impiantare la Chiesa per mezzo della predicazione è la stessa cosa che portare Cristo datore di vita nuova in mezzo agli uomini.

Ti auguro ogni bene, ti ricordo al Signore e ti benedico.
Padre Angelo