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Quesito
Salve padre
le scrivo per porle due quesiti.
Il primo riguarda un mio amico che è stato operato di tumore e gli è stato tolto un testicolo. Ora deve fare dei cicli di chemioterapia e siccome potrebbe distruggere le cellule buone dell’altro gli è stato consigliato di conservare il suo seme alla banca apposita, per poterlo utilizzare eventualmente in futuro se volesse/potesse diventare padre. Qual’è il punto di vista della chiesa in questo caso?
Il secondo quesito riguarda una situazione per cui alcune donne per non incorrere più in gravidanze non desiderate ricorrono all’ intervento di chiusura delle tube. Anche in questo caso la Chiesa cosa dice? Si tratta di un peccato mortale? Sono due casi un pò in contrapposizione perchè uno è in vista della procreazione e l’altro invece per la negazione della stessa. La ringrazio in anticipo per la sua risposta sperando che possa chiarire questi miei dubbi. Mi ricordi nelle sue preghiere.
Buona giornata.
Risposta del sacerdote
Carissima,
ti presento che cosa dice il Magistero della Chiesa sui due punti.
1. Circa il primo:
Giovanni XXIII: “La trasmissione della vita umana è affidata dalla natura a un atto personale e cosciente e, come tale, soggetto alle sapientissime leggi di Dio: leggi inviolabili e immutabili che vanno riconosciute e osservate.
Perciò non si possono usare mezzi e seguire metodi che possono essere leciti nella trasmissione della vita delle piante e degli animali” (Mater et Magistra, 204).
2. Il motivo è che non siamo figli di un ovulo e di uno spermatozoo, ma della donazione reciproca e simultanea dei nostri genitori, i quali nell’atto coniugale si sono donati in totalità. Non solo nei loro elementi biologici, ma anche nella loro componente sentimentale e spirituale.
3. L’istruzione della Congregazione per la dottrina della fede dice che “per quanto riguarda la cura dell’infertilità, le nuove tecniche mediche devono rispettare l’unità del matrimonio, che comporta il reciproco rispetto del diritto dei coniugi a diventare padre e madre soltanto l’uno attraverso l’altro” (DP 12).
4. Pio XII aveva detto che “solo gli sposi hanno un diritto reciproco sul loro corpo per generare una nuova vita, diritto esclusivo, non cedibile, non alienabile. E così, deve essere anche in considerazione del bambino” (29.9.1949).
Nessuno può sostituirsi all’atto personale dei coniugi.
Nel caso dell’inseminazione artificiale interviene in maniera determinante un terzo. Del padre c’è solo la componente biologica.
5. Senza dire che il metodo di prelevazione del seme, la crioconservazione e lo scongelamento possono comportare conseguenze serie per il nascituro.
Nella zootecnia si è osservato negli anni passati che i torelli nati per inseminazione artificiale sono risultati sterili.
6. Circa la chiusura delle tube:
Paolo VI nell’Humanae vitae afferma: “È parimenti da condannare, come il Magistero ha più volte dichiarato, la sterilizzazione diretta, sia perpetua che temporanea, tanto dell’uomo che della donna” (HV 14).
La Congr. per la Dottrina della Fede in un doc. del 1975 indirizzato agli operatori pastorali degli ospedali cattolici afferma: “Ogni sterilizzazione che per se stessa, e cioè per la sua propria natura e condizione, ha per unico effetto immediato di rendere la facoltà generativa incapace di procreare, deve essere considerata sterilizzazione diretta, nel senso in cui questa è intesa nelle dichiarazioni del magistero pontificio, specialmente di Pio XII.
Perciò essa rimane assolutamente proibita secondo la dottrina della Chiesa. (…).
Qualunque cooperazione istituzionale dei medici e paramedici approvata o ammessa ad azioni per se stesse (ossia per loro natura o condizione) ordinate ad un fine contraccettivo, e cioè affinché siano impediti gli effetti connaturali degli atti sessuali deliberatamente compiuti da un soggetto sterilizzato, è assolutamente interdetta.
Infatti, l’approvazione ufficiale della sterilizzazione diretta e ancor più la sua regolazione ed esecuzione recepita negli statuti degli ospedali è cosa oggettivamente, per sua natura, ossia intrinsecamente, cattiva alla quale un ospedale cattolico per nessuna ragione può cooperare.
Qualunque cooperazione così prestata sarebbe del tutto sconveniente alla missione affidata a siffatte istituzioni e sarebbe contraria alla necessaria proclamazione e difesa dell’ordine morale”.
Ecco tutto.
Ti saluto, ti ricordo al Signore e ti benedico.
Padre Angelo