Questo articolo è disponibile anche in: Italiano

Quesito

Caro Padre Angelo,
leggo sempre le risposte che lascia ai fedeli sul sito: ancora una volta la voglio ringraziare per il prezioso servizio che mette a disposizione di tutti noi.
Ho delle domande da proporle che mi assillano in forme diverse da qualche giorno, proprio all’inizio della Settimana Santa. Che cos’è la Fede? Sento sempre dire che è un dono. Ma cosa vuol dire anche questo? Che è qualcosa che appunto scende dall’Alto, viene esclusivamente da Dio e che nessuno può averla senza che gli sia donata? E poi, come si fa a dire di avere Fede? Quando una persona ha veramente e profondamente la Fede?
Tutte queste domande mi sono venute in mente vedendo che, quando recito il Rosario, faccio proprio fatica a recitare i Misteri Dolorosi. Mi spiego meglio: non è che faccio fatica perché, banalizzando, mi sento triste nel leggerli o che so io, ma semplicemente perché non li capisco, in qualche modo è come se non li sentissi. Il fatto che Gesù sia stato immolato sulla Croce e sia morto ANCHE PER ME mi sembra una cosa lontana da me da essere quasi impossibile. Appunto. Non lo sento. E’ come se non sentissi l’Amore gratuito che Dio prova per me. 
A questo punto mi interrogo allora sulla Fede: io posso dire di avere Fede? Come posso dire di avercela se non capisco che Gesù è stato inchiodato alla Croce per i peccati del mondo e quindi anche per i MIEI PECCATI? 
Nel frattempo penso sempre alle parole di Pietro a Gesù: "Signore, da chi andremo? Tu solo hai parole di Vita Eterna." Sono queste le parole che descrivono meglio come mi sento ora. Non so dove sbattere la testa, non capisco, ma non saprei dove rivolgere lo sguardo altrimenti.

La ringrazio moltissimo e la saluto.
Chiara

 

 


Risposta del sacerdote

Carissima,
1. La fede è la nostra risposta, anzi, la nostra adesione a Dio che si rivela.

2. Poiché Dio ci rivela verità che vanno al di là di quello che la nostra sola ragione umana può conoscere, è necessario che Dio dia al credente una mozione soprannaturale perché con il cuore e con la mente aderisca a queste verità di ordine soprannaturale.
Per questo la fede è essenzialmente dono di Dio ed è per questo che Gesà ha detto: “Nessuno può venire a me se il Padre non lo trae” (Gv 6,44).
Nessuno infatti potrebbe aderire a realtà che non sono immediatamente verificabili se Dio non gli dà la forza e la persuasione di credere.

3. Ad esempio, con le sole forze della nostra ragione non possiamo dire che dopo la consacrazione sotto le apparenze del pane vì è Gesù Cristo col suo corpo, con la sua anima e con la sua divinità.
Lo accettiamo perché Dio ce l’ha detto e perché ci dà la forza di aderire a queste realtà.
Una volta aderito, sperimentiamo nella nostra anima la verità di quanto ci ha detto e possiamo dire insieme con Davide: “Gustate e vedete quanto è buono il Signore” (Sal 34,9 ) perché qui si gusta Dio.

4. Nella fede dunque noi accogliamo Dio e la sua rivelazione.
Non accogliamo solo le sue verità, ma accogliamo anzitutto lui, accogliamo Gesù Cristo nella nostra vita.
Lo accogliamo nell’interezza di tutti gli eventi che ha compiuto e che in forza della sua risurrezione mette a disposizione di ognuno di noi.
Quando mediti i misteri dolorosi del Rosario si avviene tutto questo.
Questi misteri sono dolorosi perché rievocano i patimenti di Cristo, ma riempiono di pace e di consolazione se si pensa agli effetti di quella passione che Gesù rende presente attraverso la nostra preghiera per applicarne i frutti a noi stessi e al mondo intero.

5. Come vedi, la fede non consiste solo nell’aderire a verità di ordine soprannaturale o nel conoscere il Credo.
Di fatto coinvolge la nostra vita perché è la stessa cosa che accogliere Dio ed è è la stessa cosa che accogliere Gesù Cristo che viene a compiere in noi e per mezzo di noi quanto ha compiuto nei suoi trentatrè anni di vita.

6. Potrei dire in poche parole che aver fede è la stessa cosa che  fidarsi di Dio, obbedirgli, abbandonarsi alla sua azione salvatrice.

7. Per questo possiamo trovare una definizione più completa di fede nelle parole usate dal Concilio Vaticano II: “A Dio che si rivela è dovuta l’obbedienza della fede (Rm 16,26) con la quale l’uomo si abbandona a Dio tutto liberamente, prestandogli il pieno ossequio dell’intelletto e della volontà e acconsentendo volontariamente alla rivelazione da lui data.
Perché si possa prestare questa fede, è necessaria la grazia di Dio che previene e soccorre e gli aiuti interiori dello Spirito Santo, il quale muova il cuore e lo rivolga a Dio, apra gli occhi della mente e dia a tutti la dolcezza del consentire e nel credere alla verità.
Affinché poi l’intelligenza della rivelazione diventi sempre più profonda, lo stesso Spirito Santo perfeziona continuamente la fede per mezzo dei suoi doni” (Dei Verbum 5).

8. Ti rispondo nella festa di san Pio X (21 agosto).
Questo Papa, già da parroco, redasse un Catechismo fatto con domande e risposte comprensibile per tutti.
Quand’era vescovo di Mantova partecipò al primo Congresso catechistico nazionale tenutosi a Piacenza tra il 24 e il 26 settembre 1889 e lì chiese che si approntasse «…un catechismo popolare storico-dogmatico-morale redatto in domande brevi e risposte brevissime».
Da Papa, emanerà un Catechismo che prenderà poi il suo nome,  Catechismo di Pio X, valido per tutta la Chiesa.

9. Ti riporto tre domande che si trovano in quel Catechismo a proposito della fede.
Come noterai, della fede sottolinea l’aspetto dell’adesione a quanto Dio ha rivelato.
E per questo l’integrazione portata dal Concilio Vaticano II (accoglienza di Dio di Dio, di Gesù Cristo e della sua vita) è preziosa.
Tuttavia mi piace riportarle per la scultoreità con cui si esprime e per quanto vuole sottolineare.

   864. Che cosa è la Fede?
La Fede e una virtù soprannaturale, infusa da Dio nell’anima nostra, per la quale noi, appoggiati all’autorità di Dio stesso, crediamo esser vero tutto quello che Egli ha rivelato, e che per mezzo della Chiesa ci propone a credere.

   865. In quale maniera sappiamo noi le verità rivelate da Dio?
Noi sappiamo le verità rivelate da Dio per mezzo della santa Chiesa che è infallibile; cioè, per mezzo del Papa, successore di san Pietro e per mezzo dei Vescovi successori degli Apostoli, i quali furono ammaestrati da Gesù Cristo medesimo.

   866. Siamo noi sicuri di quelle cose che la santa Chiesa c’insegna?
Di quelle cose che la santa Chiesa c’insegna, noi siamo sicurissimi, perché Gesù Cristo ha impegnato la sua parola, che la Chiesa non si sarebbe mai ingannata.

Ti ringrazio del quesito che mi hai posto, ti ricordo al Signore e ti benedico.
Padre Angelo