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Quesito

Caro Padre Angelo,
avrei tante domande da porre, mi limito a una che mi scorre nella mente da qualche anno, alla quale ancora non ho trovato una risposta soddisfacente pur cercando molto, sia da me stessa che su internet/fonti.
Perché il Vaticano, in particolare la Cattedrale di San Pietro e il Papa, si trovano a Roma, e dunque in Italia? Non mi riferisco alle ovvie considerazioni storiche, ovvero al ruolo centrale di Roma ai tempi della venuta del Nostro Signore Gesù Cristo in Terra. La mia domanda ha una prospettiva più a lungo termine, si potrebbe riformulare così: perché la Divina Provvidenza ha scelto proprio noi italiani per custodire niente di meno che il luogo centrale della cristianità nel mondo, nei secoli? Si sgonfia tutto nel momento in cui si ribadisce l’importanza che aveva Roma ai tempi della formazione della Chiesa, o si può trasportare questa centralità di Roma, e dunque dell’Italia e degli italiani, anche nei secoli a venire?
Sono una delle tante persone di origine italiana che vive all’estero, e che probabilmente non tornerà mai a vivere in patria. Ho figli che hanno il passaporto italiano, e parlano la lingua sommariamente, ma che di fatto appartengono al resto del mondo. Sono all’estero perché le possibilità di fare una vita dignitosa in Italia, di mettere a frutto i talenti di mio marito e i miei, di garantire un futuro adeguato ai nostri figli, erano poche se non inesistenti. All’estero sto bene, non soffro di nostalgia. Tuttavia, da quando la figlia più grande ha cominciato la scuola, sto ripensando al privilegio di essere italiana, soprattutto rispetto al sistema educativo che pur con tante pecche mi ha fatto quell’enorme regalo che sono lo studio del latino e del greco. Privilegio non scontato all’estero, che forse i miei figli non avranno, nonostante vivano in una zona con le scuole/università migliori al mondo, ma ormai improntate allo studio esasperato ed esclusivo della tecnologia e delle materie scientifiche (ma solo nell’aspetto più tecnico e immediatamente fruibile dal mondo del lavoro). Questa e tante altre piccole cose che col senno di poi vedo mancare fuori dall’Italia mi fanno pensare, in chiave cristiana, che nonostante siamo un popolo sgangherato, siamo anche il popolo al quale Dio ha fatto un grande regalo, perché nonostante tutto il Papa è qui da noi. So che il Signore ha cura di tutto e di tutti, ma non posso non immaginare che non abbia una singolare premura per le sorti dell’Italia e degli italiani, e che perciò come italiani, anche quando viviamo all’estero, abbiamo forse una missione e una responsabilità particolare. (…). 
Chiedo scusa se sembrano pensieri senza capo né coda, ma mi preme educare i miei figli nel migliore dei modi, ho perciò bisogno di ripensare al mio essere italiana all’estero secondo una prospettiva cristiana. Allo stesso modo, voglio contribuire con gratitudine alla comunità estera alla quale appartengo, pur senza tradire le mie origini geografiche. Ora capirà, forse, il perché di questa domanda apparentemente bizzarra.
La ringrazio per avermi letto, spero di non aver fatto una domanda fastidiosa!
Anna Maria


Risposta del sacerdote

Cara Anna Maria, 
1. non posso che compiacermi della tua contentezza di essere italiana.
Ognuno ama la propria patria e le proprie radici.
Non mi soffermo su questo e neanche sulle indubbie peculiarità culturali dell’Italia che molti ammirano e ci invidiano.

2. Desidero portare la risposta sulla prima domanda: perché Dio ha scelto Roma?
Non sei la prima a porsi questo interrogativo.
Chiedendosi come mai Dio abbia scelto Betlemme come luogo della nascita di Cristo, San Tommaso riporta il passo di un sermone del Concilio di Efeso ove si legge: “Se Cristo avesse scelto Roma, la città più potente, si sarebbe potuto pensare che avrebbe cambiato il mondo grazie al potere dei concittadini. Se fosse stato figlio dell’Imperatore, si sarebbe attribuito la sua riuscita al potere imperiale.
Ma per mostrare che il mondo sarebbe stato trasformato dalla sua divinità, si scelse una madre povera e una patria ancora più povera” (Teodoro di Ancira, Sermone 1).

3. Ugualmente “per manifestare meglio la sua potenza, stabilì a Roma, capitale del mondo, il centro della sua Chiesa, come segno di completa vittoria, perché di lì la fede si diffondesse su tutta la terra, secondo la profezia di Isaia: “Umilierà la città sublime e la calpesteranno i piedi del povero e i passi degli indigenti” (Is 26,5s); i piedi del povero sono i piedi di Cristo, e i passi degli indigenti sono quelli degli apostoli Pietro e Paolo” (Somma teologica, III, 35, 7, ad 3).

4. Questo è perfettamente in linea con quanto aveva già detto San Paolo: “Considerate infatti la vostra chiamata, fratelli: non ci sono fra voi molti sapienti dal punto di vista umano, né molti potenti, né molti nobili. Ma quello che è stolto per il mondo, Dio lo ha scelto per confondere i sapienti; quello che è debole per il mondo, Dio lo ha scelto per confondere i forti; quello che è ignobile e disprezzato per il mondo, quello che è nulla, Dio lo ha scelto per ridurre al nulla le cose che sono” (1 Cor 1, 26-28).

5. San Paolo menziona tre categorie di persone: sapienti, potenti e nobili.
Sebbene nelle prime comunità cristiane vi fossero anche sapienti, potenti e nobili, tuttavia la maggior parte dei cristiani apparteneva alle classi più basse della società. Tacito riferisce che i pagani rimproveravano alla Chiesa di essere composta di povera gente, di schiavi, di artigiani, … (cfr. Annali, XV,44).

6. Se il Vangelo fosse stato sapienza umana, Gesù si sarebbe rivolto principalmente ai sapienti.
Invece è proprio della sapienza divina rivolgersi principalmente ai poveri e ai semplici perché si manifesti che tutto si realizza in forza della potenza di Dio.
Si realizzava così ciò che aveva predetto il profeta Isaia: “Lo spirito del Signore Dio è su di me, perché il Signore mi ha consacrato con l’unzione; mi ha mandato a portare il lieto annuncio ai miseri, a fasciare le piaghe dei cuori spezzati, a proclamare la libertà degli schiavi, la scarcerazione dei prigionieri” (Is 61,1).

7. Va fatta una distinzione tra Vaticano e Santa Sede o cattedra di San Pietro.
Il Vaticano è un colle che geograficamente si trova nel cuore di Roma.
La Sede Apostolica, la Santa Sede, invece è stata portata da San Pietro.
La Santa Sede, sebbene abbia la sua dimora in Vaticano, tuttavia è legata alla basilica di San Giovanni in Laterano, che si trova sul colle del Celio.


Con l’augurio di un sereno e Santo Natale, ti benedico e ti ricordo nella preghiera.
Padre Angelo