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Quesito
Caro Padre,
comprendo che la preghiera non modifica la volontà divina perchè è una domanda che comunque si sottomette alla volontà divina.
esempio: io prego di guarire da una malattia, pur essendo consapevole che potrei non essere esaudito perchè Dio potrebbe non farmi guarire dalla malattia perchè tollera il mio male (la malattia) per produrre un bene più grande…cioè per Dio la guarigione non è positiva per la mia Salvezza Eterna…dico bene?
Ma c’é una frase di San Tommaso che non comprendo:
“noi preghiamo non allo scopo di mutare le disposizioni divine: ma per impetrare quanto Dio ha disposto di compiere mediante la preghiera dei santi; e cioè, come dice S. Gregorio, affinché gli uomini, pregando meritino di ricevere quanto Dio onnipotente aveva loro disposto di donare fin dall’eternità” (Summa Theologiae, II-II, 83, 2).
Scusi padre, me la potrebbe spiegare?
Ma per impetrare (sinonimo di implorare???) ciò che Dio ha disposto di compiere attraverso la preghiera dei santi… cioè chi sono i santi?
e poi la frase di san Gregorio… gli uomini pregando meritino di ricevere quanto Dio onnipotente aveva loro disposto di donare fin dall’ eternità… non l’ho capita proprio, mi dispiace. Cioè se io prego merito quello che Dio vuole donarmi???? E se non prego no??? non capisco…
Mi scuso Padre se l’ho annoiata con questi scemi quesiti. Molto probabilmente ne avrà già parlato e scritto e sicuramente sono stato distratto nel leggere le sue risposte. Se mi chiarisse queste cose, mi farebbe una grossa cortesia
La ringrazio anticipatamente per la sua attenzione.
Benny
Risposta del sacerdote
Caro Benny,
1. vengo subito alla domanda sull’affermazione di San Tommaso, perché per il resto la tua interpretazione è corretta (impetrare significa ottenere implorando).
Probabilmente la tua difficoltà nasce per i due termini usati: meritare e donare. Ti domandi: se si tratta di merito, non si può parlare di dono.
Ad esempio: se tu vai a lavorare e compi puntualmente la tua prestazione, la paga non ti è donata, ma è meritata.
2. Ebbene, tutte le grazie che noi otteniamo da Dio sono sempre grazie, e cioè favori, doni gratuiti, soprattutto se si tratta di beni di ordine temporale.
Dico soprattutto se si tratta di beni di ordine temporale, perché se chiediamo da figli di Dio, e pertanto in grazia, e chiediamo dei beni relativi alla grazia, come l’aumento della fede, della speranza e della carità, questi beni li otteniamo per un certo diritto.
Dio infatti era libero di non sopraelevarci alla dignità di figli.
Ma avendoci addottato come figli (e cioè volendoci dare tutto quello che dall’eternità ha dato al Figlio unigenito), in qualche modo si è obbligato nei nostri confronti.
Per usare un linguaggio tecnico, i teologi dicono che meritiamo “per una certa condegnità” (ex condignitate).
3. Ma i beni di ordine temporale sono grazie che il Signore ci dà se sono utili al nostro bene soprannaturale, e cioè in ordine alla nostra santificazione e salvezza eterna.
4. Queste grazie non le possiamo meritare neanche per un certo diritto perché sono grazie, favori, doni.
Dal momento però che Dio ce le concede se sono utili alla nostra salvezza e alla nostra santificazione, ce le dona quando vede che in noi ci sono le disposizioni adatte o convenienti per poterle ricevere e per non abusarne.
Ecco dunque in quale senso le meritiamo. Qui non si tratta di un diritto, ma di avere le condizioni richieste per riceverle. Ma sono sempre un favore.
Usando sempre il linguaggio tecnico, i teologi parlano di una certa congruità o di merito ex congruo.
Ma si tratta sempre di doni concessi dalla liberalità di Dio.
5. Queste grazie sono già state decretate da Dio a nostro favore da tutta l’eternità.
Attendono solo di giungere al destinatario.
E vi giungono solo quando il destinatario si dispone a riceverle.
Parlando di destinatario mi viene alla mente un esempio riguardante la posta. Come può il postino farmi pervenire in casa le lettere che mi sono state spedite se non vi è nessun modo per poterle far penetrare in casa? Al massimo le depositerà per strada, accanto alla porta. Ma dentro non può metterle.
Ugualmente come si potrà far recapitare un messaggio se la casella di posta elettronica è piena e non riceve più alcun altro messaggio?
L’unica soluzione è quella di fare un po’ di posto: ecco il rendersi adatti a ricevere le grazie che Dio dall’eternità ha decretato di darci.
Ti assicuro una preghiera perché ti trovi sempre ben disposto a ricevere tutti gli infiniti beni che il Signore ha decretato di darti anche con il favore delle preghiere degli altri.
Ti auguro un fruttuoso mese mariano e ti benedico.
Padre Angelo