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sacerdote (c. 1260-1311) – memoria facoltativa 19 agosto
Nativo probabilmente di Rivalto, castello della repubblica pisana, dopo gli studi di filosofia a Parigi, Giordano ricevette l’abito dell’Ordine nel convento di Santa Caterina in Pisa. Dotato di straordinaria memoria (“sapeva a mente il breviario, il messale, la Bibbia e la seconda parte della Somma Teologica di San Tommaso”), mise al servizio del Vangelo la sua oratoria forbita e persuasiva. I contemporanei, rapiti dalla sua parola, lo definirono “prodigio della natura e della grazia”, maestro perfetto nell’arte di ammaestrare gli uomini su tutto, con eguale facilità”.
Fatto il tirocinio, studiò a Pisa, a Bologna e nuovamente a Parigi dove dimorò probabilmente tra il 1285 e il 1288. In seguito viaggiò, predicando e studiando, in molte parti d’Europa.
Rientrato in patria, insegnò a Pisa, rivelandosi profondo filosofo e teologo, nonché santo religioso, poi nello studio generale di S. Maria Novella di Firenze, il più importante centro di studi della provincia romana, di cui nel 1305 fu dichiarato lettore primario. Possedeva conoscenze assai vaste; fu detto che sapeva più cose lui solo che tutti i religiosi della provincia insieme! Aveva lettogli autori antichi, studiato il greco e l’ebraico egli erano familiari la filosofia e la teologia.
In Pisa il beato Giordano istituì la confraternita del santissimo Salvatore (“del crocione”) per stimolare la pratica religiosa tra gli uomini.
Seguendo l’uso nuovo, che cominciava allora a diffondersi, egli aveva abbandonato il latino per predicare unicamente in lingua italiana, ed, in effetti, le prediche rimasteci –rapidi appunti dei discepoli – sono testo di lingua italiana che pongono il beato tra i “padri della lingua italiana”.
Morì a Piacenza nel 1311, dopo la festa dell’Assunzione, mentre si avviava alla volta di Parigi come docente universitario, ed è sepolto nella chiesa di Santa Caterina a Pisa.
Gregorio XVI il 23 agosto 1833 ne confermò il culto.