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Sacerdote (1399-1452) – memoria 25 ottobre
Nato a Palermo nel 1399, era il figlio di Arduino, giurista e amministratore presso la corte di re Alfonso I. Passò giovanissimo a studiare diritto a Bologna, dove, alla vigilia della laurea, nel 1424, entrò nell’Ordine domenicano. Compì il noviziato a Fiesole sotto la guida di sant’Antonino. Appena sacerdote, iniziò la sua attività di predicatore e di insegnante con larga stima non solo nell’ambito domenicano, ma soprattutto presso la Curia romana.
Il suo desiderio di conformarsi a Cristo Crocifisso era tale, da spingerlo a lamentarsi con Dio quando rimaneva qualche tempo senza prove. Promosse instancabilmente la riforma spirituale dell’Ordine in Sicilia e ottemperando all’incarico avuto da Eugenio IV al Concilio di Firenze, attese anche al riordinamento del clero secolare. Come predicatore ebbe grandissimi successi sia in Sicilia sia nel resto d’Italia, al punto che nessuna chiesa era abbastanza capiente per contenere le folle che si radunavano per ascoltarlo. La sua predicazione era sempre ricca di grande cultura e di rispetto per il pensiero contemporaneo; citava spesso autori del suo tempo, addirittura testi di canzoni popolari ed era informato sugli affari di attualità; i suoi discorsi erano sempre caratterizzati da grande chiarezza. Nessuno lo vide mai in collera; anzi fu sempre gentile e buono con tutti, senza eccezione. Era garbato con le parole, dolce nel guidare la correzione, non sconvolgeva mai nessuno, ma incoraggiava tutti ad amare Dio. Era rispettato come priore e amato come padre e portò molti giovani ad amare la vita domenicana. Diverse volte rifiutò la nomina di vescovo; lavorò però per tre anni a Catania, dove fondò un’università, il Siculorum Gymnasium. Si spense a Palermo il 3 marzo 1452, nel convento di Santa Zita, centro dell’osservanza. Il suo corpo riposa nella chiesa di San Domenico. Del beato Pietro abbiamo pregevoli e numerosi «sermoni», editi e manoscritti, che ne testimoniano l’intelligente e fervorosa predicazione. Il senato palermitano fin dal 1675 aveva ottenuto che il beato Pietro fosse dichiarato compatrono della città.
Gli fu confermato il culto da Pio VI, il 12 maggio 1784, e viene ricordato oggi, anniversario della dichiarazione del Beato a Patrono civile di Palermo.