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Quesito
Caro padre Angelo,
Mi chiamo F. e sono un ragazzo di 19 anni. È con grande speranza e gioia che le scrivo per sottoporle un quesito che dire che mi sta a cuore è dire poco. Prima desidero parlarle un attimo della mia vita. Ho trovato la fede a 17 anni, nonostante io sia nato e viva in una famiglia cristiana, la mia fede prima della mia conversione era davvero superficiale; all’età di 17 anni però, il Signore Gesù mi ha tratto a se. Mi ha fatto uscire dal peccato in cui ero, e pian piano mi ha sempre più tratto a se. A questa mia conversione sono seguite la mia consacrazione al Sacro Cuore di Gesù e al Cuore Immacolato di Maria. Veramente la bellezza di queste consacrazioni e di ciò che ha fatto e fa il Signore per me nella mia vita , mi lascia senza parole Padre. Non ci sono parole per descrivere la grandezza e la bontà di Gesù. Quindi sono davvero contento della mia vita con Gesù, in Gesù e per Gesù e voglio davvero donarla a Lui nel modo più totale e più estremo, per amarlo al massimo e con tutto me stesso. Quindi le scrivo padre per chiederle riguardo al voto di anima vittima. Perché questa mi sembra l’atto di amore più grande per Gesù. Ho già letto qualcosa in merito, sono molto devoto a Santa Gemma Galgani e a Padre Pio due grandi anime vittime. Davvero appena ho letto del voto di vittima il mio cuore si è riempito di una grande gioia e di in desiderio grandissimo, difficile da contenere. Il pensiero di soffrire per gli altri e per Gesù, di donarmi per gli altri e a Gesù, e di poter guadagnare per loro la vita eterna(cioè Gesù la guadagna a loro soffrendo in me,ovviamente è sempre e solo Gesù che fa tutto) davvero mi affascina e mi suscita un grande desiderio. Però Padre se posso essere sincero davvero non so come fare. So che è una cosa grande, da non fare così mossi solo dal sentimento, ma bisogna essere davvero prudenti perché si può non avere la forza di portarlo avanti. Ho molti dubbi Padre, e per questo sono qui a scriverle. Ho letto in uno scritto di Don Giuseppe Tomaselli "pagine d oro" che esistono vittime ordinarie e straordinarie. E che il voto di vittima comporta accettare sofferenze fisiche, morali, spirituali. Premettendo che il voto che farei sarebbe ordinario, qui ho molti dubbi. Ad esempio riguardo alla salute fisica, la perderei volentieri per Gesù, ma sono un ragazzo che ha un azienda agricola e sono anche figlio unico e mio padre ha bisogno di me per i lavori in campagna… cioè mi chiedo che grado di sofferenze mi darebbe il Signore. Cioè magari non tali da compromettere il mio aiuto a mio padre. Non so Padre. Forse il voto di vittima ordinaria comporta sofferenze leggere che io sopporterei anche lavorando, non come quelle dei Santi. Se posso essere sincero caro Padre Angelo po ho un po paura di una cosa. Si legge ad esempio nella vita di Padre Pio che era anima vittima straordinaria, che era tormentato dal demonio, cioè che ad esempio era battuto dal nemico e che queste sofferenze le offriva a Dio per la conversione dei peccatori. Anche per una vittima ordinaria è così? O senno com e ? O si puo fare il voto senza metterci queste sofferenze qui? Come bisogna comportarsi? Non ne ho davvero idea Padre, confusione completa,per questo chiedo a lei davvero. Mi scusi davvero se ho scritto cosi tanto . Forse percepisce anche un po di ansia nel mio scritto, ma davvero Padre è da tanto che ho questo desiderio nel cuore e per questo con grande speranza le scrivo, sperando davvero in una sua risposta. Davvero la ringrazio Padre Angelo di tutto cuore.
Che Dio sia con lei.
F.
Risposta del sacerdote
Carissimo F.,
1. leggendo la tua mail vedo che il Signore in breve tempo ha bruciato molte tappe nella tua vita.
Di questo me ne compiaccio e rendo lode a Dio, che in ogni epoca della storia sa trarre figli di Abramo anche dalle pietre (Mt 3,9).
2. Il Signore, suscitando in te il desiderio di offrirti vittima, vuole darti una capacità di amare sempre più grande.
È Lui che sta suscitando questo. Lo fa perché ti vuole perfettamente felice, e cioè santo.
3. Il Signore chiama alcuni ad essere vittime in maniera ordinaria e altri in maniera straordinaria.
Non chiama secondo i nostri desideri, ma secondo i suoi disegni.
Pertanto non tocca a noi dire: Signore, mi offro vittima in maniera ordinaria o straordinaria.
A noi tocca dire: Signore, mi abbandono totalmente a Te e ai tuoi disegni, perché so che i tuoi disegni sono tutti disegni di amore per me, per i miei cari e per il mondo intero.
4. L’espressione “essere vittime” è forte.
Ma di per sé non è una cosa estranea al nostro essere battezzati.
Si tratta di essere persone col cuore peino di amore per il Signore.
Di fatto siamo vittime di amore per il Signore quando offriamo Lui tutto quello che facciamo e soprattutto quando gli offriamo tutto quello che ci capita senza lamentarci, come ha fatto Gesù in croce.
Solo in questo modo guadagniamo anime al Signore.
L’essere vittime comporta un grande abbandono nelle mani del Signore, lasciando fare al Signore.
Sa Lui se farci passare per una sofferenza grande o piccola o senza alcuna sofferenza.
Perché l’essere vittima è soprattutto una questione di amore, più che di sofferenza.
5. Per vivere così è necessario avere una vita sacramentale intensa.
Ogni volta che andiamo a Messa andiamo ad unire noi stessi a Gesù, che è l’immacolata vittima sull’altare della croce.
Per questo sarebbe bello che tu partecipassi alla Messa tutti i giorni o comunque il più spesso possibile e che quando senti che il sacerdote proferisce le parole di Cristo “Questo è il mio corpo offerto in sacrificio per voi” tu dall’interno del tuo cuore faccia la stessa cosa e dica: “Questo è il mio corpo offerto per voi”, “Questo è il mio sangue versato per voi e per tutti in remissione dei peccati”.
6. Inoltre per permanere in questo atteggiamento di offerta e di vittima è necessario confessarsi spesso.
Per questo ti consiglio di confessarti una volta la settimana. Così puoi verificare concretamente se hai colto tutte le occasioni per farti vittima, se le hai sprecate o addirittura neanche ascoltate.
La confessione frequente è troppo necessaria per mantenersi in continuo ascolto delle ispirazioni che il Signore ci dà e per ricevere forza per tendere al meglio, alla santità.
7. Prima di fare il voto, ti direi di attendere ancora qualche tempo.
Non perché non sia bello farlo subito, ma per stabilizzarti interiormente ed essere costante nell’offrirti incessantemente al Signore senza borbottare.
Fare il voto e poi mancarvi in maniera sistematica non è una cosa bella.
È vero che il voto aiuta ad essere pronti.
Ma tu, prima ancora di emettere il voto, sii pronto ugualmente proprio per disporti a fare il voto.
8. Ti do un ultimo consiglio.
San Domenico fin da giovane chiedeva ogni giorno al Signore di dargli la grazia di dargli un amore sempre più grande.
Il Signore gli suggeriva di fare così.
E lui coglieva ogni occasione per ingrandire con l’aiuto di Dio e sempre più il suo amore.
Si legge nella sua vita che giunse al punto di accettare i maltrattamenti da parte degli eretici o altre avversità con maggior gioia di quella con la quale i bambini sono soliti accogliere i regali.
Aveva chiesto ad un tale di indicargli la via per andare in una determinata località a predicare. Quel tale, che era un capo degli eretici, gli fece strada e vedendolo a piedi nudi lo fece passare in mezzo a rovi e a spine sicché i suoi piedi e quelli dei frati che erano con lui si lacerarono fino al sangue.
San Domenico allora, pieno di gioia e di pazienza, esortò a rendere grazie a Dio per quel che soffrivano e disse: “Confidate nel Signore, carissimi. La vittoria è sicuramente per noi, perché i nostri peccati sono espiati col sangue”.
L’eretico stesso fu ammirato da quell’esempio, confessò di averlo fatto apposta e abiurò l’eresia.
9. Auguro anche a te di giungere a questo.
E proprio per questo ti assicuro la mia preghiera.
Che tu possa progredire sempre più nell’amicizia col Signore e diventare una cosa sola con Lui!
È la grazia più bella e più fruttuosa per te e per tutta la Chiesa.
Ti auguro un buon avvento e una proficua novena dlel’Immacolata.
Ti benedico.
Padre Angelo