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Quesito
Caro Padre Angelo,
ancora una domanda sul precetto dell’elemosina, in continuazione ad una fatta precedentemente. In particolare, è stato detto che vi è sempre obbligo grave dell’elemosina verso coloro che versano in necessità estrema, mentre non vi è obbligo verso i normali mendicanti.
Ora, cosa significa realmente “necessità estrema”? Poi, ammesso che la necessità estrema sia il pericolo di un grave danno, noi sappiamo che nel mondo vi saranno sempre persone che saranno in necessità estrema, delle quali veniamo a conoscenza ogni giorno (le associazioni umanitarie che parlano di bambini che muoiono di fame ogni giorno, le varie onlus che bussano alla porta chiedendo aiuto per bambini malati). Per tale motivo, saremmo sempre obbligati in ogni momento dal momento che conosciamo che vi è gente che versa in necessità estrema.
A questo punto, come discernere e in che modo fare l’elemosina? Nel caso detto saremmo obbligati in ogni momento e verso tutti coloro che versano in necessità?
Grazie della risposta.
La ricorderò nella preghiera.
Un saluto,
Pierluigi
Risposta del sacerdote
Caro Pierluigi,
1. Quello dell’elemosina non è un optional, ma un precetto, che emerge già nell’Antico Testamento: “Poiché i bisognosi non mancheranno mai nel paese, perciò io ti comando e ti dico: apri generosamente la mano al tuo fratello povero e bisognoso” (Dt 15,11), e “dei tuoi beni fa elemosina. Non distogliere mai lo sguardo dal povero, così non si leverà da te lo sguardo di Dio” (Tb 4,7).
In maniera ancora più netta è chiesta dal Signore: “Date in elemosina quel che c’è dentro, ed ecco tutto per voi sarà mondo” (Lc 11,41) e da S. Giovanni: “Ma se uno ha ricchezze di questo mondo e vedendo il suo fratello in necessità gli chiude il proprio cuore, come dimora in lui l’amore di Dio? Figlioli, non amiamo a parole né con la lingua, ma coi fatti e nella verità” (1 Gv 3,17-18).
2. Circa la sua consistenza e il suo obbligo i teologi moralisti distinguono tra estrema necessità e grave necessità.
Vi è necessità estrema quando vi è il pericolo prossimo di perdere la vita.
Vi è necessità grave quando incombe il pericolo di un grave male temporale.
Vi è necessità comune quando si è in presenza delle difficoltà ordinarie e facilmente sanabili.
3. L’entità dell’obbligo dell’elemosina si deduce dalla proporzione tra le necessità del prossimo e le nostre personali necessità.
Tenendo presente che Cristo ha detto di amare il prossimo come noi stessi, è necessario prima provvedere alla proprie necessità (comprese quelle dei familiari) e poi a quelle altrui.
4. Allora se il prossimo versa in estrema necessità lo dobbiamo soccorrere anche sacrificando quanto è di necessità grave per noi.
Se il prossimo è in necessità grave va soccorso con quanto per noi è di necessità comune.
Se il prossimo è in necessità comune, va soccorso col nostro superfluo.
5. Va ricordato che l’obbligo dell’elemosina tocca tanto i singoli quanto le collettività.
La collettività in genere provvede per vie ufficiali e pubbliche. E per questo i paesi più ricchi devono esprimere la loro fattiva solidarietà con quelli più poveri.
Sicché l’elemosina deve essere tratta tanto dalla cassa personale quanto da quella dello stato.
6. E poiché i poveri vi sono sempre tra gli uomini, sempre si deve provvedere alle loro necessità.
Il Catechismo della Chiesa Cattolica afferma che “fare l’elemosina è una delle principali testimonianze della carità fraterna: è pure una pratica di giustizia che piace a Dio (Tb 4,5-11; Sir 17,17)” (CCC 2447).
Ti ringrazio, ti saluto, ti ricordo al Signore e ti benedico.
Padre Angelo