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Quesito

Buongiorno Caro Padre Angelo,
Ave Maria.
Ti scrivo per parlarti di una questione sulla quale ho sentito molto parlare negli ultimi periodi e sulla quale sto riflettendo.

Alcuni dicono che la Messa celebrata in unione a Bergoglio non sia valida perché non è il papa, in quanto eletto invalidamente.
Tralasciando però questa questione, quello che di cui ti voglio parlare e desidero chiederti è se una Messa celebrata in unione a uno che papa non è sia valida comunque… se avviene comunque la transustanziazione.
Perché alcuni dicono che non avvenga più la transustanziazione e ci soffro a questo pensiero… perché la Messa è importante è tutto per me, per tutti noi, mi viene da piangere al pensiero che non posso più ricevere Gesù, che in tutte le Chiese del mondo quello rimanga solo pane… 
Ecco per capire se quella frase “in unione col nostro papa…” abbia qualche influenza sulla validità di una Messa. 
Se ad esempio venisse nominato un eretico o uno che papa non è la Messa sarebbe comunque valida, con la presenza reale di Gesù? 
Sempre se sussistono tutti gli altri elementi per la validità intendo, quindi corrette formule del canone, sacerdote regolarmente ordinato, pane e vino e tutto il resto. 
Grazie caro Padre, è una questione molto delicata e dolorosa mi rendo conto, ma se puoi aiutarmi grazie di cuore.
Un caro saluto
Davide


Risposta del sacerdote

Caro Davide,
1. per l’ennesima volta ribadisco che per la validità della Messa è necessario che il sacerdote proferisca le parole necessarie per la consacrazione.
Questa è la cosiddetta forma del sacramento, vale a dire ciò che lo costituisce.

2. Gli ortodossi da circa mille anni non sono in comunione con il Papa, eppure la Chiesa Cattolica non ha mai messo in discussione la validità dei loro sacramenti.
I loro sacerdoti, infatti, hanno la cosiddetta successione apostolica e nell’eucaristia proferiscono le parole consacratorie.

3. Questo è così vero che i cattolici che si trovano in luoghi dove vengono celebrate le Messe solo da sacerdoti ortodossi possono ricevere da loro la Santa Comunione.

4. Qualora un sacerdote volutamente omettesse dalla preghiera eucaristica le parole “in comunione con il nostro papa…” certamente compirebbe un peccato, perché manipola la liturgia a suo piacimento.
Ma non inficia la validità della consacrazione, che peraltro è già stata attuata.
Ma anche qualora, fin dall’inizio della Messa, avesse l’intenzione di non proferire quelle parole perché non si ritiene in comunione con il Papa, la Messa sarebbe ugualmente valida.

5. L’essere in comunione con il Papa è una motivazione tirata fuori da un sacerdote scomunicato e ridotto allo stato laicale per giustificare il proprio comportamento. 
Solo gli sprovveduti gli vanno dietro.
Non so se quel sacerdote (perché tale rimane per sempre) dica la Messa. 
Ma se la dice e non è in comunione con il Papa, la sua stessa Messa sarebbe invalida e anche lui rimarrebbe privo dell’eucaristia!

6. Sulla validità dell’elezione dell’attuale pontefice non vi sono dubbi.
Durante il conclave tra i cardinali c’erano esimi canonisti.
Nessuno ha mai obiettato né prima (a proposito della rinuncia di Benedetto XVI), né durante, né dopo.
Benedetto XVI ha dichiarato pubblicamente obbedienza al nuovo pontefice.

7. Ed ecco l’assurdità: arrivano giornalisti, che in fatto di diritto canonico e di teologia non hanno alcuna competenza riconosciuta, e dicono che l’elezione è invalida, ritenendo vacante o impedita la sede di Pietro.
Stando alla loro logica: quando la Chiesa avrebbe un nuovo papa se i suoi stessi elettori fossero delegittimati perché sarebbe invalida anche la loro assunzione al cardinalato?
Ugualmente tra qualche tempo la Chiesa sarebbe senza gerarchia perché gli stessi vescovi non sarebbero vescovi perché le loro nomine sarebbero invalide e i preti non sarebbero preti perché privi della successione apostolica.
Chi crede in Gesù Cristo sa che Cristo ha detto: “Ed ecco io sono con voi sino alla fine del mondo” (Mt 28,20) garantendo così indefettibilità alla Chiesa.

Con l’augurio di ogni bene, ti benedico e ti ricordo nella preghiera.
Padre Angelo