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Quesito
Buona sera Padre Angelo,
mi chiamo T. e sono un ragazzo di 20 anni. Faccio un po’ fatica ad esprimermi, quindi perdoni se le sembrerò un po’ ansioso o poco chiaro.
Nella mia vita sono sempre stato molto timoroso, chiuso e con pochi amici, questo forse causato dall’abbandono che ho subito da parte di mio padre quando ero molto piccolo.
Cercando su internet qualche informazione per poter conoscere meglio Gesù su temi specifici che non vengono spiegati molto bene durante l’omelia mi sono imbattuto sulla bestemmia contro lo Spirito Santo e da quel giorno ho avuto un tormento interiore molto forte, perchè temo di aver potuto commettere qualcuno dei 6 peccati.
Le spiego:
– disperazione per la salvezza: se io presumo di aver compiuto il peccato contro lo Spirito (che è imperdonabile) e penso che non potrò ricevere perdono per questo, il solo pensarlo significa automaticamente averlo compiuto?
– impugnare verità conosciuta: molte volte quando vedo alla tv programmi e testimonianze di persone che dicono di aver ricevuto o visto sedicenti miracoli o visioni (madonne che piangono sangue, miracoli come a medjugorie ecc..) spesso non ci credo, e mi viene in mente sempre una frase: ‘‘‘‘Dio si manifesta nelle piccole cose, quelle vere e autentiche, quelle che non danno scalpore ne successo mediatico, mentre il diavolo adora i grandi eventi e l’apparenza’‘‘. Non dico che le apparizioni o i seducenti miracoli di medjugorie siano opera del demonio, ma ho paura sotto sotto di pensare (anche se non lo voglio ammettere) che non siano niente di buono. Sto attribuendo a delle manifestazioni divine un carattere malvagio, come i farisei con Gesù?
– invidia della grazia altrui: a volte provo invidia verso gli angeli, che Dio ha creato così perfetti e fortunati, perchè non sanno cosa sia la sofferenza e la paura. come quando un figlio adottivo vede un figlio biologico ..
Ssto andando verso la rovina eterna? Vorrei con tutto me stesso non provare queste cose.
Grazie, buona serata, la ricordo nelle mie preghiere.
Risposta del sacerdote
Carissimo T.,
1. peccare contro lo Spirito Santo significa essere talmente chiusi all’opera compiuta da Gesù da confondere le sue opere con quelle del demonio.
I sommi sacerdoti pensavano questo del Signore.
Non potevano non vedere le opere che Gesùcompiva. Le faceva sotto i loro occhi. Ma essi erano certi che Gesù le compiva con la forza che sarebbe provenuta dal peggiore dei demoni, e cioè da Beezebul.
2. Ecco il contesto in cui Gesù parla dei peccati contro lo Spirito Santo: “In quel tempo fu portato a Gesù un indemoniato, cieco e muto, ed egli lo guarì, sicché il muto parlava e vedeva.
Tutta la folla era sbalordita e diceva: «Che non sia costui il figlio di Davide?».
Ma i farisei, udendo questo, dissero: «Costui non scaccia i demòni se non per mezzo di Beelzebùl, capo dei demòni».
Egli però, conosciuti i loro pensieri, disse loro: Perciò io vi dico: qualunque peccato e bestemmia verrà perdonata agli uomini, ma la bestemmia contro lo Spirito non verrà perdonata. A chi parlerà contro il Figlio dell’uomo, sarà perdonato; ma a chi parlerà contro lo Spirito Santo, non sarà perdonato, né in questo mondo né in quello futuro” (Mt 12,22-25.31-32).
3. La Bibbia di Gerusalemme commenta: “L’uomo è scusabile se si inganna sulla dignità divina di Gesù, velata dalle umili apparenze del Figlio dell’uomo, ma non lo è se chiude gli occhi e il cuore dinanzi alle opere evidenti dello Spirito. Negandole, egli rigetta la proposta suprema che Dio gli fa e si mette fuori della salvezza” (nota a Mt 12,32).
4. Il Catechismo della Chiesa Cattolica (frutto del Concilio Vaticano II) scrive: “La misericordia di Dio non conosce limiti, ma chi deliberatamente rifiuta di accoglierla attraverso il pentimento, respinge il perdono dei propri peccati e la salvezza offerta dallo Spirito Santo.
Un tale indurimento può portare alla impenitenza finale e alla rovina eterna” (CCC 1864).
Come si vede, l’imperdonabilità non è da parte di Dio, ma dell’uomo.
5. Per questo S. Tommaso dice: “Questo non impedisce all’onnipotenza e alla misericordia di Dio di trovare la via del perdono e della guarigione che talora sana spiritualmente anche costoro in una maniera quasi prodigiosa” (Somma Teologica, II-II, 14, 3).
6. Il Catechismo Romano (del Concilio di Trento) sostiene la stessa interpretazione: “Quando occorrono nella S. Scrittura o nei Padri sentenze che sembrano affermare che per alcuni peccati non c’è remissione, bisogna intenderle nel senso che il loro perdono è oltremodo difficile. Come una malattia vien detta insanabile quando il malato respinge l’uso della medicina, così c’è una specie di peccato che non si rimette né si perdona perché rifugge dalla grazia di Dio, che è il rimedio suo proprio” (catechismo romano II, c. 5, 19).
7. Pertanto basterebbero queste affermazioni per dire che tu non hai commesso il peccato contro lo Spirito Santo.
Ma venendo adesso alle tue argomentazioni:
per la disperazione per la salvezza: guai a noi se il solo pensare al pericolo di andare all’inferno fosse un peccato imperdonabile.
Tu hai tutta la buona volontà di aprirti a Cristo e di essere salvo.
Per l’impugnazione della verità conosciuta: si sottintende la divinità di Cristo e l’origine divina del Vangelo dopo averne avuta conferma. Si dice infatti verità conosciuta.
Ma se uno non crede a certi fenomeni soprannaturali o alle rivelazioni private non pecca contro lo Spirito Santo.
Certo se i fenomeni soprannaturali e le rivelazioni private sono stati riconosciuti dalla Chiesa sarebbe temerario negarli.
Ma l’adesione a questi eventi non fa parte della fede che dobbiamo a Cristo e alla sua divinità.
Pertanto chi non credesse alle stimmate di san Francesco o alle apparizioni della Madonna a Lourdes e ai miracoli lì avvenuti e riconosciuti dalla Chiesa, sarebbe temerario. Ma non impugnerebbe ancora la verità conosciuta perché queste realtà non hanno per oggetto la divinità di Cristo o il dogma cattolico.
Per invidia della grazia altrui: per invidia della grazia altrui non s’intende desiderare quanto hanno gli altri. Desiderare quanto di buono o di bello hanno gli altri è cosa buona. In senso teologico invece per invidia della grazia altrui s’intende il dispiacere che gli altri abbiano una certa santità. Anzi si desidera che la perdano perché la loro grandezza manifesterebbe la nostra pochezza.
Come vedi non è affatto il tuo caso.
Ti ringrazio per il ricordo nelle tue preghiere, ti assicuro il mio e ti benedico.
Padre Angelo.