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Quesito

Padre Angelo,
vorrei chiederLe delucidazioni in merito al comportamento da adottare in un mondo sempre più ribelle ed aggressivo contro la Legge di Dio (per quanto dietro al rumore dell’albero che cade ci sono sicuramente preziosissimi esempi di devozione e di speranza) alla luce dell’evangelico "Se in qualche luogo non vi riceveranno e non vi ascolteranno, andandovene, scuotete la polvere di sotto ai vostri piedi".
Non ho problemi a rendere testimonianza al contrario, da questo punto di vista ho molto zelo.
Vorrei allora chiederle: dato che mi sembra di notare da parte di molti un indurimento invalicabile ed ostinato, e contemporaneamente non nego che sempre più spesso mi viene, di fronte a tale ostinata ribellione, da tirare i remi in barca, mi piacerebbe capire quando posso "scuotere la polvere" senza temere di aver mancato nella caritatevole correzione, nella testimonianza o di non difendere l’onore di Dio, di agire come se mi vergognassi di Dio e di darGli dispiacere.
Grazie per portare la Parola ed il ministero sacerdotale nella rete.


Risposta del sacerdote

Carissimo,
1. i rabbini comandavano ai giudei di scuotere la polvere dai loro piedi quando tornavano in Palestina dalle città pagane.
I pagani erano considerati impuri.
Per questo la Bibbia di Gerusalemme annota alle parole del Signore: “locuzione di origine giudaica. È considerata impura la polvere di tutti i paesi che non siano la Terra santa: qui, di ogni paese che non accolga la parola” (nota a Mt 10,14)

2. Quando il Signore chiede agli apostoli di scuotere la polvere uscendo da una casa o da una città che non li ha accolti usa una metafora: vuol dire che compiendo quell’azione simbolica gli Apostoli indicano la fine di ogni rapporto con coloro che li hanno trattati male e che la responsabilità della mancata accoglienza del Vangelo è tutta di quella casa o città.

3. Sant’Ilario, tenendo presente il prosieguo della frase: “In verità io vi dico: nel giorno del giudizio la terra di Sòdoma e Gomorra sarà trattata meno duramente di quella città” (Mt 10,15) interpreta così: quando gli Apostoli siederanno con Cristo per giudicare non otterranno nulla per la salvezza di chi non li ha accolti.
Quelle popolazioni saranno abbandonate al loro destino e cioè avranno una sorte più dura di quella subita da Sodoma e Gomorra quando furono distrutte.

4. Le parole del Signore sono dunque un monito e un avvertimento per coloro che non accolgono il Vangelo.
Da parte nostra, di fronte ai rifiuti, non dobbiamo far altro che pregare per chi ci ha rifiutato perché il Signore usi loro misericordia, muova il loro cuore alla conversione e si salvino.

Ti auguro una felice festa dell’Assunta, ricca di grazie, ti ricordo al Signore e ti benedico.
Padre Angelo