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Quesito
Rev.mo Padre,
ho una domanda per lei. La prego di non pubblicare il mio nome, se possibile. Grazie.
Alla luce degli articoli del CREDO che recitiamo ogni domenica e privatamente ogni giorno, chi crede nella parusia intermedia e nel regno millenario – e sono tanti anche tra i Cattolici!!! – è in comunione con la Chiesa Cattolica?
Nel Credo noi diciamo che la Seconda Venuta del Signore è risolutiva "verrà a giudicare i vivi e i morti" e aggiungiamo pure "e il suo Regno non avrà fine", un regno eterno, dunque. Il Regno Millenario, sebbene mille anni siano umanamente parlando tanti, sono sempre una durata limitata… quindi questo "REGNO MILLENARIO" non è il Regno di cui parliamo nel CREDO CATTOLICO "e il Suo Regno non avrà fine"…
O mi sbaglio?
Grazie.
La ringrazio per la risposta.
Risposta del sacerdote
Carissima,
1. il problema viene fuori da quanto si legge nell’Apocalisse: “Beati e santi coloro che prendo parte alla prima risurrezione. Su di loro non ha potere la seconda morte, ma saranno sacerdoti di Dio e del Cristo e regneranno con lui per mille anni” (Ap 20,6).
Dalle ultime parole di questo versetto, interpretate in senso troppo letterale, è nato l’errore dei Millenaristi (detti anche “chiliasti”, da chilioi, che in greco significa mille), i quali dicevano che dopo la sconfitta dell’Anticristo e prima della risurrezione finale, ci sarebbe stato un periodo di mille anni, durante i quali Gesù Cristo, dopo aver fatto risorgere i suoi santi, avrebbe regnato con loro su questa terra.
Terminato questo periodo, ci sarebbe la risurrezione finale, seguita dal giudizio universale.
Questo pensiero fu sostenuto da diversi antichi scrittori ecclesiastici, tra i quali Papia, Tertulliano, Lattanzio, ecc.
Anche Sant’Ireneo e S. Giustino vi aderirono, sebbene con alcune restrizioni e affermarono che altri cristiani su questo punto la pensavano diversamente.
La grande maggioranza dei Padri si mostrò contraria. Non solo infatti non si trova nessuna traccia di millenarismo presso Clemente Romano, Sant’Ignazio e altri Padri apostolici, ma il prete romano Caio impugnò espressamente questa teoria.
Altrettanto fecero Origine, Dionigi di Alessandria, Sant’Agostino (sebbene per un certo tempo vi avesse aderito), S. Girolamo e in seguito tutti i Padri e i Teologi.
Il pensiero comune è dunque il seguente: che una venuta intermedia di Cristo, tra la prima e l’ultima (alla fine del mondo), è apertamente in contrasto con la dottrina del Vangelo e di S. Paolo.
Secondo il dogma cattolico vi sarà una sola risurrezione finale.
Tutti risorgeranno, tanto i buoni quanto i cattivi, e subito dopo vi sarà il giudizio universale.
Questa dottrina poggia su Gv 5,28-29: “Non vi meravigliate di questo, poiché verrà l’ora in cui tutti coloro che sono nei sepolcri udranno la sua voce e ne usciranno: quanti fecero il bene per una risurrezione di vita e quanti fecero il male per una risurrezione di condanna”.
Poggia anche su Gv 6,39-40: “E questa è la volontà di colui che mi ha mandato, che io non perda nulla di quanto egli mi ha dato, ma lo risusciti nell’ultimo giorno. Questa infatti è la volontà del Padre mio, che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna; io lo risusciterò nell’ultimo giorno”.
Anche san Paolo è del medesimo avviso: “In un istante, in un batter d’occhio, al suono dell’ultima tromba; suonerà infatti la tromba e i morti risorgeranno incorrotti e noi saremo trasformati” (1 Cor 15,52).
2. La Bibbia di Gerusalemme nel suo autorevole commento scrive: “Il regno di mille anni è la fase terrena del regno di Dio, dalla caduta di Roma alla venuta del Cristo” e dice anche che “il millenarismo letterale non ha mai avuto il favore della Chiesa.
Non dimentichiamo poi che l’Apocalisse non è un testo di profezie e che il suo linguaggio è metaforico.
3. A. Wikenhauser in L’Apocalisse di Giovanni scrive: “Si tratta di un regno che non può realizzarsi su questa terra, un regno costituito da risuscitati, o, nel migliore dei casi, da risuscitati e da sopravvissuti, mentre ancora esistono popoli non cristiani.
Pur tuttavia, in vasti circoli della Chiesa antica la profezia di Giovanni è stata intesa alla lettera, dando così, origine all’attesa di un regno millenario di Cristo, destinato a concludere l’era presente… Ai giorni nostri esso è professato solo da alcune sette.
Nessun dubbio che la profezia del regno millenario nell’Apocalisse debba essere intesa in senso metaforico; è incerto, invece, che cosa Giovanni intenda presentare servendosi di essa. A questa domanda non è stata data ancora una risposta veramente soddisfacente”.
S. Agostino ha inteso il regno millenario come riferito a tutta la storia cristiana, dalla risurrezione di Cristo fino alla fine del mondo. Per lui, la prima risurrezione è la rinascita dalla morte del peccato mediante il battesimo; l’incatenamento dì Satana è la sua condanna a starsene nei cuori dei malvagi, mentre il regno dei risorti indica il dominio spirituale che questi esercitano insieme con Cristo.
Per altri starebbe a significare che solo i martiri vanno in paradiso subito dopo la morte.
4. Quanto noi diciamo nel Credo “e il suo regno non avrà fine” potrebbe essere inteso dai chiliasti nel senso giusto: dopo il regno intermedio, vi sarebbe il Regno che Gesù instaura alla sua definitiva venuta.
Intanto noi non lasciamo distrarre da fantasie vane e attendiamo invece con fervore in Signore che viene in ogni momento nel volto del nostro prossimo, attraverso la sua Parola, attraverso i suoi Sacramenti e principalmente attraverso l’Eucaristia.
A questi continui appuntamenti cerchiano di essere fedeli, perché egli viene per regnare in ogni situazione della nostra vita.
Se lo amiamo, infatti, tutto torna a nostro vantaggio e in ogni cosa siamo sempre più che vincitori, come dice san Paolo (Rm 8,37).
Ti ringrazio per il quesito, ti seguo con la preghiera e ti benedico.
Padre Angelo