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Quesito

Carissimo padre,
mi scusi se la disturbo ancora ma ho altre domanda da farle.
A volte mi capita di parlare con persone non credenti, i quali mi fanno sempre la stesse domande, a cui non so rispondere.
La prima domanda è questa: Se i miracoli esistono veramente, come mai il Signore ad alcuni li concede e ad altri no? Forse che il Signore fà differenza tra gli uomini? Come sceglie chi deve guarire dalle malattie e chi no?
Un altro tipo di domande che mi fanno è questa: Alcune persone, dopo aver ricevuto una particolare grazia per intercessione di un santo, per ringraziarlo comprano una statua di tale santo per la loro chiesa oppure fanno altri tipi di offerte per la loro chiesa. Ma queste persone perché non donano i loro soldi ai poveri, piuttosto che spenderli per la chiesa?
E ancora: Tutto quel denaro che si spende per la costruzione delle chiese non si potrebbe darlo ai poveri e costruire chiese più povere?
Come posso rispondere a queste domande?
Grazie dell’eventuale risposta.
Con affetto Silvia


Risposta del sacerdote

Cara Silvia,
cercherò di risponderti in maniera telegrafica, perché la risposta ad ognuna delle tue domande diventerebbe troppo lunga.

1. Il Signore concede il dono dei miracoli per confermare la fede oppure per testimoniare la santità di vita di una determinata persona.
Praticamente li fa sempre in ordine alla fede: da suscitare, da confermare, da ravvivare.
In concreto solo il Signore sa se il miracolo è utile per la fede oppure no.

2. Mi chiedi perché alcuni vengano guariti e altri no.
La risposta è semplice: non siamo eterni in questo mondo. Bisogna giudicare alla luce dell’eternità cui siamo chiamati.
Inoltre solo il Signore sa se per una persona è cosa buona la sua guarigione oppure no.

3. Dobbiamo essere convinti che ci sono sempre dei disegni di bene anche nella permissione delle malattie.
Sappiamo che alcune persone sono chiamate a stare più vicine a Cristo crocifisso per la salvezza di molti.
Talvolta il Signore permette che vengano piegati i corpi perché finalmente si pieghino le anime. Questo ad esempio è stato il caso di San Francesco quand’era giovane, il quale dopo una malattia misteriosa si trovò trasformato e il mondo perse per lui come d’incanto tutto il suo fascino.

4. Mi parli di alcuni che dopo una guarigione offrono magari una statua alla parrocchia, mentre si vorrebbe che il compenso fosse dato ai poveri.
Non è sbagliato dare ai poveri, ai quali per altro le parrocchie e le chiese danno in continuazione.
Ma non mi meraviglio che alcuni, dopo aver ricevuto una grande grazia e intuendo che il Signore l’ha concessa perché venga favorito il culto ad un determinato Santo perché particolarmente esemplare e potente intercessore, sentano come la necessità e la missione di essere coloro che si impegnano in prima persona a zelare il culto di quel Santo.

5. A questo proposito bisognerebbe chiedere ai nostri interlocutori che cosa fanno per i poveri. Perché in genere io vedo che quelli che fanno e danno molto per i poveri non accusano la Chiesa di dare poco.
Quelli che accusano in genere sono quelli che non danno niente. Purtroppo non danno niente né a Dio né ai poveri. Da che pulpito allora viene la predica?

6. Anche l’obiezione “si potrebbero fare chiese più povere e dare di più ai poveri” è un’obiezione che ha le gambe molte corte.
Intanto vorrei vedere dove sono le Chiese che vengono costruite solo per spendere e scialacquare…
Inoltre perché la dimora di Dio con gli uomini, dove si conserva l’eucaristia che è il memoriale permanente della Passione del Signore e la sorgente di ogni benedizione, deve essere povera?
Se uno sa che cosa è l’Eucaristia non fa simili obiezioni, che dimostrano ben poca fede, per non dire profonda ignoranza e ingratitudine verso il Signore.
Gesù ha lodato la peccatrice che ha rotto per lui un vaso di nardo purissimo assai prezioso e l’ha difesa nei confronti di chi diceva che si poteva dare il ricavato ai poveri.
Non troviamo nelle sacre Scritture nessuna indicazione per fare cose povere per il Signore.
Anzi, già dall’Antico Testamento troviamo indicazioni che vanno tutte nella direzione contraria.

7. Ma infine: certamente i poveri sono preziosi per la Chiesa (San Lorenzo diceva che sono i suoi tesori). Vanno amati e aiutati in tutte le maniere. E guai se la Chiesa non lo facesse.
Ma non dobbiamo neanche pensare che la Chiesa sia semplicemente un’azienda assistenziale.
Il compiuto principale che Cristo ha dato alla Chiesa consiste nell’annuncio della conversione e della sua urgente necessità in ordine alla salvezza eterna.
E la conversione si attua amando Dio con tutto il cuore, con tutta l’anima e con tutte le forze e amando il prossimo come se stessi e per amor suo.

8. San Francesco d’Assisi, che è stato un modello di povertà per la sua vita personale e per quella dei suoi frati, voleva che il corpo santissimo del Signore fosse conservato in vasi degnissimi e che le suppellettili della Chiesa fossero decorose.

Pertanto, cara Silvia, quando senti fare certi discorsi, pensa pure che lì di fede viva ce n’è ben poca.

Ti saluto, ti ricordo al Signore e ti benedico.
Padre Angelo