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Quesito
Carissimo Padre,
Voglio porgerle innanzi tutto i miei più sentiti ringraziamenti per questo servizio che svolge in favore delle nostre anime. Proprio in questi giorni pensavo cosa faremmo se non ci fossero più sacerdoti e persone come lei disposte ad aiutarci anche nella necessità che può derivare dal chiarire dei dubbi. Sto pian piano leggendo tutte le domande da lei pubblicate e mi sono di grande aiuto. Grazie.
Oltre a ringraziarla volevo porle una domanda, più che altro una curiosità. Mi sono sempre chiesta se una persona in punto di morte che non riesce per diversi motivi a fare la confessione, ma è davvero pentita di ciò che ha fatto possa sperare di salvarsi.
Io sono fidanzata da un anno e otto mesi con un ragazzo splendido che da un anno è tornato a Cristo. Io invece sono sempre stata praticante, ma all’inizio di questa relazione mi ero lasciata portare lontano da lui. Poi lui è cambiato e ha trovato in me una guida, io invece la forza per riprendere la strada giusta. Adesso viviamo il nostro amore come è giusto agli occhi di Dio ed ogni tanto abbiamo trovato la forza e la motivazione grazie alle sue parole.
… Io desidero ardentemente fare tutto ciò che è necessario per essere in grazia di Dio e a volte sono tentata di pensare che con tutte queste restrizioni non posso vivere in tranquillità il mio rapporto.
Vorrei infine chiederle una benedizione o una preghiera particolare per la mia situazione, le spiego meglio: io e il mio fidanzato desideriamo tanto sposarci e vivere il nostro amore con la grazia di Dio, ma ciò ci viene reso impossibile dalla totale assenza di lavoro sia per me che per lui. Padre è una sofferenza indicibile non poter pensare al futuro per ragioni che non dipendono da noi. Noi preghiamo tanto per questo.
Io non ho un buon rapporto con i genitori ma mi sforzo di perdonare e andare avanti anche per la pacifica convivenza. Talvolta sento il bisogno di sfogarmi e parlare con il mio fidanzato, nonché futuro marito, narrando i fatti che mi angustiano o mi irritano non negando mai quanto di buono invece essi siano in grado di fare o abbiano fatto. Penso che il proprio compagno sia anche un confidente e se non potessi parlare con qualcuno e dovessi tenere tutto dentro non mi sentirei bene, anche perché si capisce se mi è successo qualcosa di spiacevole ed è premura vicendevole tra fidanzati e sposi assistersi in queste vicende.
La ringrazio di cuore e prego Dio nostro padre di assisterla sempre,
Pace e bene
Elisa
Risposta del sacerdote
Cara Elisa,
1. se in punto di morte o in prossimità alla morte uno non ha la possibilità di confessarsi, può emettere un atto di dolore perfetto dei propri peccati.
Si dice perfetto quel dolore che è animato non semplicemente dalla paura di andare all’inferno, ma dal dispiacere di aver offeso Dio e di aver causato con i propri peccati la crocifissione e la morte di Gesù.
2. Le leggi di Dio sull’amore umano non vanno intese come restrizioni, ma come la strada che permette di vivere una vita affettiva che santifica e fa stare uniti a Dio.
Le impurità non santificano, anzi spengono il gusto delle cose di Dio.
3. Per il vostro lavoro: rivolgetevi alla Madonna che ha assicurato che chi chiede grazie col santo Rosario lo esaudisce.
Domenica scorsa (5 ottobre 2008) Benedetto XVI ha detto: “Esorto tutti a recitare il Rosario ogni giorno e ad abbandonarvi fiduciosi nelle mani di Maria”.
4. È vero che talvolta uno sente la necessità di confidare i propri dispiaceri ad un altro.
Ma se queste confidenze servono a rendere triste il tuo fidanzato, non farle.
È molto bello sfogarsi solo col Signore. Ne ho fatto diverse volte l’esperienza.
E ti assicuro che oltre alla gioia di poter offrire qualcosa al Signore, noto che il Signore viene subito segretamente in mio aiuto.
Ti ringrazio per la fiducia, ti ricordo al Signore, come mi chiedi, e ti benedico.
Padre Angelo