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Quesito
sono un uomo di 53 anni cha a causa di problemi di salute di mia moglie non posso avere al momento rapporti coniugali ; in un anno avrò avuto rapporti una sola volta e non so quanto durerà questa astinenza So che la chiesa ritiene un peccato la masturbazione e ho letto alcune risposte chiare sul vostro sito ; ho però letto altre opinioni che di seguito le invio che mostrano posizioni più aperte ad esempio quella di uno che scrive: “… Una lettura attenta e approfondita del” Catechismo “ci porta a concludere che la masturbazione può essere un” grave peccato mortale, ma dobbiamo anche ammettere che il “Catechismo prevede situazioni in cui il peccato di masturbazione non rientra all’interno del peccato mortale … Le circostanze che vanno da ‘‘immaturità affettiva’, alla ‘‘forza delle abitudini contratte’, a fattori psicologici come l’ansia e anche fattori sociali se sono in grado di attenuare la colpevolezza morale di una persona, possono rendere la Masturbazione non un peccato mortale … A dire il vero, né io né i miei colleghi cattolici potremmo mai incoraggiare la Masturbazione. Ma allo stesso tempo, la saggezza della Chiesa e la grazia di Dio racconta che la masturbazione non è sempre un peccato mortale…”
Un altro prende una posizione molto più liberale: “… Può essere peccaminosa la masturbazione? Penso che l’unica volta che la masturbazione può essere considerata seriamente peccato è se qualcuno usa questa attività per evitare obblighi rispetto al proprio coniuge. I teologi di oggi ci dicono che la masturbazione è una parte normale del proprio sviluppo psicosessuale. La maggior parte delle persone passano attraverso le fasi della masturbazione, durante l’adolescenza; altri individui separati dai loro coniugi in tempo di guerra, gli anziani, e persone che non hanno un rapporto costante.
Si spera che non si resti fissati su questa posizione di auto erotismo, sviluppando una relazione con un’altra persona per esprimere la propria sessualità in maniera appropriato e intima …”
Alla luce di queste opinioni la mia domanda è questa: se uno si confessa e dice al sacerdote quello che ritiene essere un comportamento sul quale ha dubbio che sia peccato o no e il sacerdote (sua guida spirituale) gli dice che quel comportamento non è peccato può smettere di confessare quel comportamento o deve prima interpellare un altro sacerdote o eventualmente il vescovo?
Prego Dio che la illumini nel darmi una risposta preziosa alla mia crescita spirituale e alla salvezza della mia anima e di chi leggerà la sua risposta.
Un abbraccio e una preghiera per lei e per il Santo Padre.
Risposta del sacerdote
Caro,
1. le due posizioni non sono corrette, sebbene a livello diverso, perché la seconda è particolarmente grave e dannosa.
La prima che mi hai riferito: “Una lettura attenta e approfondita del “Catechismo” ci porta a concludere che la masturbazione può essere un “grave peccato mortale”.
2. Allora va fatta una distinzione: la masturbazione oggettivamente è sempre peccato grave, mentre soggettivamente può essere meno grave a motivo di immaturità affettiva, forza delle abitudini contratte, fattori psicologici come l’ansia e anche fattori sociali.
3. Un esempio: la bestemmia oggettivamente è sempre peccato grave.
Soggettivamente non compie peccato grave se chi la dice è un bambino che ripete quello che ha sentito dagli altri o un pazzo, che non sa quello che dice.
Ma sebbene sia un bambino che la dice, non si può concludere che quella non sia una bestemmia e pertanto un’ingiuria grave fatta a Dio.
Così per la masturbazione: è oggettivamente un’alterazione grave del disegno divino sulla sessualità, e pertanto è un peccato grave, un’ingiuria grave fatta a Dio.
Soggettivamente, per la mancanza di piena avvertenza della mente o di deliberato consenso della volontà può non essere peccato grave.
La mancata piena avvertenza della mente o il deliberato consenso della volontà si concretizza nelle situazioni riportate dal Catechismo: immaturità dell’adolescenza, di squilibrio psichico e radicata abitudine al punto che l’atto in qualche modo sfugge a chi lo compie come può sfuggire una bestemmia a chi aveva il vizio di bestemmiare e di questo vizio se ne è pentito e lo vuole sradicare.
4. Ecco il giudizio oggettivo del Catechismo della Chiesa Cattolica: “Per masturbazione si deve intendere l’eccitazione volontaria degli organi genitali, al fine di trarne un piacere venereo. « Sia il magistero della Chiesa – nella linea di una tradizione costante – sia il senso morale dei fedeli hanno affermato senza esitazione che la masturbazione è un atto intrinsecamente e gravemente disordinato». «Qualunque ne sia il motivo, l’uso deliberato della facoltà sessuale al di fuori dei rapporti coniugali normali contraddice essenzialmente la sua finalità». Il godimento sessuale vi è ricercato al di fuori della « relazione sessuale richiesta dall’ordine morale, quella che realizza, in un contesto di vero amore, l’integro senso della mutua donazione e della procreazione umana” (CCC 2352)
5. Allora quanto il primo ha scritto per giustificare la propria affermazione: “Una lettura attenta e approfondita del Catechismo” non è una lettura attenta e tanto meno approfondita. È invece parzialmente distorta.
6. Le affermazioni del secondo che mi hai riportato sono invece del tutto inaccettabili, sbagliate e fuorvianti.
L’estensore di quelle affermazioni fa riferimento ai teologi. Ma non ne cita neanche uno, perché non c’è nessun teologo serio che dica spropositi simili.
Dice testualmente: “l’unica volta che la masturbazione può essere considerata seriamente peccato è se qualcuno usa questa attività per evitare obblighi rispetto al proprio coniuge”.
Sicché, verrebbe da concludere che fuori dal matrimonio non ci troveremmo mai in presenza di un peccato grave.
La Sacra Scrittura invece dice in termini molto gravi: “Perché questa è la volontà di Dio, la vostra santificazione: che vi asteniate dall’impudicizia, che ciascuno sappia mantenere il proprio corpo con santità e rispetto, non come oggetto di passioni e di libidine, come i pagani che non conoscono Dio; che nessuno offenda o inganni in questa materia il proprio fratello, perché il Signore è vindice di tutte queste cose, come già vi abbiamo detto e attestato. Dio non ci ha chiamati all’impurità, ma alla santificazione. Perciò chi disprezza queste norme, non disprezza un uomo, ma Dio stesso, che ci dona il suo santo Spirito” (1 Tess 4,3-8).
Quel “ciascuno” di cui parla la Sacra Scrittura non ha per oggetto semplicemente le persone sposate che si rifiutano di compiere un atto coniugale secondo Dio per soddisfarsi da sole, ma qualsiasi persona. San Paolo qui si rivolge a tutti.
7. Chi ha fatto simili affermazioni non so come possa spiegare le parole della Sacra Scrittura: “che nessuno offenda o inganni in questa materia il proprio fratello, perché il Signore è vindice di tutte queste cose”. Perché si tratta chiaramente di ingannare i fratelli.
8. È interessante che tu stesso non ti mostri soddisfatto di queste interpretazioni. Il che da ragione al Magistero quando dice: “il senso morale dei fedeli afferma senza esitazione che si tratta di un atto intrinsecamente e gravemente disordinato”.
9. Poi, sempre secondo le affermazioni del secondo che hai citato, “i teologi di oggi ci dicono che la masturbazione è una parte normale del proprio sviluppo psicosessuale. La maggior parte delle persone passa(no) una parte normale del proprio sviluppo psicosessuale. La maggior parte delle persone passa(no) attraverso le fasi della masturbazione, durante l’adolescenza; altri individui separati dai loro coniugi in tempo di guerra, gli anziani, e persone che non hanno un rapporto costante”.
L’autore di questa frase fa riferimento ai “teologi di oggi”.
Come se l’oggi fosse un criterio veritativo! Verrebbe da dire: e se quelli di domani dicessero il contrario di quello che dicono i teologi di oggi?
I teologi non sono il magistero della Chiesa.
Non siamo chiamati ad obbedire ai teologi, ma al Magistero.
10. Tuttavia si guarda dal menzionarli. Perché nessun teologo serio dice cose del genere.
Puoi vedere bene che dietro l’etichetta i teologi di oggi si vuole dire qualcosa di palesemente diverso da quello che insegna Dio nella sacra Scrittura e che insegna la Chiesa.
11. Comunque questi “teologi di oggi” insegnerebbero che “la masturbazione è una parte normale del proprio sviluppo psicosessuale”.
Se è normale, perché non dovrebbe essere virtuosa?
Ma è proprio vero che la masturbazione sviluppa un soggetto nel suo profilo psicosessuale?
Se la masturbazione è un male, non sviluppa niente di buono.
Anzi sviluppa abitudini contrarie, schiavitù, degrado che non di rado si accompagnano a pornografia e ad altri mezzi inqualificabili.
12. Infine vengono menzionate persone in cui la masturbazione sarebbe lecita: “altri individui separati dai loro coniugi in tempo di guerra, gli anziani, e persone che non hanno un rapporto costante”.
Questi criteri sono ricavati da Dio? Dal Magistero? Portano alla santità?
13. E poi non è un’offesa dire alle persone anziane o che non hanno rapporti costanti che certe esperienze, che di per sé sono degradanti e disumanizzanti, per loro sono lecite?
14. Venendo al tuo caso: l’assenza di rapporti coniugali non da nessuna giustificazione a compiere un atto che è solo un atto di libidine.
E verrebbe da dire: ma la moglie che cos’è? Uno strumento per soddisfare la propria libidine?
Il rapporto coniugale se fosse compiuto così, anche se venisse rispettata l’indissolubilità dell’aspetto unito e procreativo, sarebbe ugualmente peccato. Giovanni Paolo II nella lettera alle famiglie Gratissimam sane ha detto: “La persona non può mai essere considerata un mezzo per raggiungere uno scopo; mai, soprattutto, un mezzo di “godimento”. Essa è e dev’essere solo il fine di ogni atto. Solo allora corrisponde alla vera dignità della persona” (GrS 12).
15. Sempre per te, con grande realismo un documento del magistero della chiesa ricorda che nella vita di tutti, sia di quanti vivono nel celibato come di quelli che vivono nel matrimonio “di fatto capitano in un modo o nell’altro per periodi di più breve o di più lunga durata, delle situazioni in cui siano indispensabili atti eroici di virtù” (pontificio consiglio per la famiglia, Sessualità umana: verità e significato, 17).
E ancora: se trovi un confessore che ti dice il contrario di quanto insegna il Magistero della Chiesa, non andare più da lui.
Se un medico, anziché darti una medicina, ti desse delle cose che ti fanno stare ancora peggio, continueresti ad andare da lui?
Nelle cose che riguardano lo spirito e la salvezza eterna dobbiamo essere più superficiali?
16. Un’ultima cosa. Introducendo la tua email dici di aver “letto altre opinioni che mostrano posizioni più aperte”.
Vedi di nuovo l’equivoco: “aperte”. Aperte a che cosa? Alla verità? Alla santità? Oppure sono aperte all’errore, al degrado?
Se vuoi tendere alla santità segui le vie di Dio, quelle che ti ho indicato riportando il passo di 1 Tss 4, 3-8.
Ti ringrazio molto della preghiera che mi hai assicurato.
La ricambio di cuore e ti benedico.
Padre Angelo