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salve padre Angelo,
premetto che sono un cattolico praticante, a volte mi scontro nel senso buono con un mio amico evangelico perché io e mia moglie il mercoledì e il venerdì di tutto l’anno non mangiamo carne.
Mi riprende sempre e mi dice riferendosi al vangelo: "misericordia io voglio non sacrifici” (Mt12,7)
Mi fa’ capire meglio?
Grazie
Risposta del sacerdote
Carissimo,
certo non si trova scritto nella Bibbia che il venerdì non bisogna mangiare carne.
Tuttavia questa pratica è assimilabile a quella del digiuno che è ben attestato sia nella Sacra Scrittura sia nella vita delle prime comunità cristiane.
A cominciare da Gesù che ha digiunato per 40 giorni.
Ora che cosa è la vita cristiana se non un’imitazione della vita di Cristo?
Non mangiar carne il venerdì e il mercoledì è senza dubbio un pratica penitenziale.
2. Nel discorso della montagna Gesù non abolisce le pratiche penitenziali come il digiuno.
Biasima quello fatto per ostentazione, ma esorta a digiunare: “E quando digiunate, non diventate malinconici come gli ipocriti, che assumono un’aria disfatta per far vedere agli altri che digiunano. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, quando tu digiuni, profùmati la testa e làvati il volto, perché la gente non veda che tu digiuni, ma solo il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà” (Mt 6,16-18).
3. Siccome i discepoli di Gesù non digiunavano, “allora gli si avvicinarono i discepoli di Giovanni e gli dissero: «Perché noi e i farisei digiuniamo molte volte, mentre i tuoi discepoli non digiunano?». E Gesù disse loro: «Possono forse gli invitati a nozze essere in lutto finché lo sposo è con loro? Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto, e allora digiuneranno” (Mt 9,14-15).
4. La chiesa primitiva digiuna.
Negli Atti degli Apostoli si legge: “Mentre essi stavano celebrando il culto del Signore e digiunando, lo Spirito Santo disse: «Riservate per me Bàrnaba e Saulo per l’opera alla quale li ho chiamati».
Allora, dopo aver digiunato e pregato, imposero loro le mani e li congedarono” (At 13,2-3).
Ancora: “Designarono quindi per loro in ogni Chiesa alcuni anziani e, dopo avere pregato e digiunato, li affidarono al Signore, nel quale avevano creduto” (At 14,23).
5. Come non ricordare poi quanto dice il Signore a proposito di alcuni esorcismi: “questa specie di demoni non si scaccia se con la preghiera e il digiuno” (Mt 17,21 e Mc 9,29).
È vero che alcune versioni omettono questo versetto, ma tutte lo citano in nota, perché è riportato in quasi tutte le versioni e i codici.
6. Nell’Antico Testamento troviamo molte testimonianze di digiuno fatto personalmente o anche collettivamente.
Questo digiuno serviva per mettersi in stato di umiltà e implorare la remissione di una colpa (1 Re 21,27), oppure in atteggiamento di totale dipendenza e abbandono nei confronti del Signore.
A volte veniva fatto per espiare, altre volte per rinforzare la preghiera (2 Sam 12,16), a volte per ottenere la cessazione di una calamità (Giudt 4,9-13) oppure per aprirsi alla luce di Dio, come avvenne per Daniele (Dan 10,2).
Alle soglie del nuovo Testamento troviamo Anna che ha la grazia di vedere Gesù presentato al tempio. In quel momento “aveva ottantaquattro anni. Non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere” (Lc 2,37).
7. Quando Gesù dice: “Misericordia io voglio e non sacrificio” riprende un’affermazione del profeta Osea (6,6).
I sacrifici di cui parla il profeta Osea e quelli di cui parla il Signore non erano i piccoli digiuni o penitenza fatte dagli uomini, ma l’immolazione di pecore e di altri animali nel tempio.
8. Dovresti dire al tuo interlocutore evangelico di avere uno sguardo più ampio e di non fermarsi ad un versetto, distorcendone magari anche il significato.
Ti ricordo al Signore e ti benedico.
Padre Angelo