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Quesito
Buonasera Padre Angelo,
Vorrei comprendere che cosa intendeva Gesù per “servo inutile”.
Grazie.
Alberto
Risposta del sacerdote
Caro Alberto,
1. a beneficio dei nostri visitatori riporto l’affermazione del Signore nella sua interezza: “Così anche voi, quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite: «Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare»” (Lc 17,10).
2. Il biblista domenicano Marco Sales commenta: “Gesù stesso spiega in quale senso dobbiamo dirci servi inutili aggiungendo: abbiamo fatto quanto dovevamo fare.
L’uomo, che compie il suo dovere, non fa in realtà se non ciò che è tenuto a fare, e non deve credere di aver diritto a una speciale ricompensa.
Ciò non toglie tuttavia che Dio possa premiare e di fatto premi abbondantemente anche le più piccole azioni fatte per lui.
Gesù qui insegna quello che noi dobbiamo pensare di noi stessi e delle opere nostre; quello che di noi pensa il padrone l’ha insegnato là dove presenta il Signore che dice ai suoi servi fedeli nell’ubbidirlo: bene, servo buono e fedele… Entra nel gaudio del tuo Signore (Mt 25,21.23).
Giova inoltre ricordare che tutte le opere buone che facciamo sono un dono di Dio, il quale con la sua grazia ci muove a farle e ci aiuta ed assiste”.
3. San Tommaso riporta il commento di San Beda: “Indubbiamente servi, perché siamo stati acquistati a caro prezzo; inutili, perché il Signore non ha bisogno dei nostri beni (Sal 15,2)”.
Come a dire: siamo suoi, non ci apparteniamo, ci ha riscattati a caro prezzo e ci dà la possibilità di meritare per la vita eterna. È tutto dono suo. Non abbiamo da vantarci di niente. Dobbiamo solo ringraziare.
4. San Tommaso riporta anche ciò che segue in San Beda: “Oppure “poiché io ritengo che le sofferenze del tempo presente non sono paragonabili alla gloria che deve essere manifestata in noi” (Rm 8,18).
Come a dire: la ricompensa che ci viene data è infinitamente superiore a quanto possiamo aver meritato”.
5. Sicché San Beda conclude: “Perciò questa è la perfezione della fede negli uomini: se, dopo aver compiuto a tutte le cose che ci sono state prescritte, riconosciamo ancora di essere imperfetti” (San Tommaso, Catena aurea, Lc 17,10).
6. Infine: la traduzione della Conferenza episcopale italiana ha tradotto servi inutili. Ma la Bibbia di Gerusalemme dice che “più correttamente si dovrebbe tradurre: semplici servi.
L’aggettivo (in greco acreioi) qualifica lo statuto, ossia la condizione dei servi e non le loro disposizioni morali”.
Nella precedente traduzione aggiungeva che “servi inutili” è la traduzione letterale e tradizionale del termine greco.
Con l’augurio di ogni bene e di un sereno e Santo Natale, ti benedico e ti ricordo nella preghiera.
Padre Angelo