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Quesito
Caro Padre Angelo,
io mi sono avvicinata molto a Dio negli ultimi due anni. Ora vorrei riconoscermi cristiana davvero e per fare questo so che devo una volta per tutte prendere la decisione di non avere più rapporti con il mio fidanzato. Ho gia fatto due tentativi che si sono rivelati inutili nell’arco di un anno di tempo: lui non ne vuole sapere, dice che capisce benissimo le mie ragioni, essendo anche lui cristiano ma non riesce a resistere. Ultimamente sta vivendo molto per se stesso, avendo un po perso l’enfasi del primo periodo e un po’ della sua fede. Io ho gia superato i trenta, il mio desiderio più grande è di sposarmi e avere una famiglia cristiana. Questo pensiero mi sta dando non pochi pensieri: penso che lui non abbia la mia stessa urgenza di avere una famiglia e penso che sia tranquillo cosi, continuando a rimandare la necessità di fare dei progetti concreti. Io immagino una vita con lui e immagino a quanto saremmo più sereni se ci donassimo davvero l’uno all’altro. Il mio darmi a lui non è una semplice pulsione, ma è l’anticipazione davvero di un dono. Sento che quello che maggiormente si sta ritraendo dal donarsi invece sia lui. E in questo comprendo che il Signore ha predisposto davvero tutto bene, affinché il peccato non si ritorca contro di noi. Ma è difficile pensare di convincerlo e di fargli capire quanto sia importante la castità nella nostra storia. Io vorrei smettere di donarmi perché:
1 il pensiero che io stia vivendo male e con ipocrisia la mia cristianità mi fa stare male.
2 ho bisogno di capire dove sta andando la nostra storia, se lui ha i miei stessi desideri, concretamente pero non senza impegno
Ma ho paura che il mio volere questa castità sia finalizzato più che altro al volere capire se lui mi ama davvero, più che al mio impegno verso Dio. Vorrei avere un chiarimento su questo, ho paura di peccare in questo modo.
Inoltre vorrei chiederle quali parole dovrò usare definitivamente per fargli capire la mia scelta. Non vorrei che si sentisse messo al muro. Vorrei avere la Grazia di una forza di volontà più salda, e di un affidamento cieco a Dio.
Le chiedo di pregare tanto per me e per lui.
E.
Risposta del sacerdote
Cara E.,
1. penso che il discorso sia molto più semplice di quanto non si creda.
Dì al tuo ragazzo che i rapporti sessuali prematrimoniali e contraccettivi non sono gesti di donazione totale.
Sono un atto di egoismo che si maschera di altruismo.
Se lui ti volesse bene, facilmente metterebbe da parte i suoi istinti e cercherebbe di renderti contenta.
2. Non mi stupisco che “ultimamente stia vivendo molto per se stesso, avendo un pò perso l’enfasi del primo periodo”: è una conseguenza del vivere la sessualità in maniera sbagliata.
La sessualità tocca l’intimo nucleo della persona.
E lui, proprio qui, in questo nucleo più intimo, è converso su se stesso. Qui, nel nucleo più intimo di se stesso, finge inconsapevolmente di amare e di donarsi, perché, come ho detto più volte anche in altre risposte, nel rapporto prematrimoniale e contraccettivo non vi è donazione totale.
Proprio qui, nel suo nucleo più intimo, volta le spalle a Dio e si mette al suo posto nel determinare ciò che è vero amore e ciò che non lo è.
Non mi meraviglio allora del resto che mi scrivi: che il suo affetto abbia perso lo slancio iniziale. Solo il fidarsi di Dio e dei suoi comandamenti permette all’amore di essere sempre vero, sempre puro, sempre pieno di slancio.
3. Non mi meraviglio neanche che la sua fede abbia perso di intensità.
Giovanni Paolo II diceva che la contraccezione (e lo diceva della contraccezione matrimonio!) fa diventare praticamente atei?
Non è difficile comprenderlo: fa diventare praticamente atei perché Dio viene escluso dall’esercizio della sessualità, come se non fosse lui il principio e il fine ultimo della nostra stessa sessualità e della nostra vita affettiva.
Se questo vale per il matrimonio, quanto più vale per un rapporto privo del contesto matrimoniale in cui trova la sua ragion d’essere.
4. Di che cosa ha bisogno dunque il vostro rapporto, e soprattutto il suo rapporto, per ritrovare slancio?
Ha bisogno di mettere in pratica quello che abbiamo sentito nel Vangelo di oggi (giovedì in albis): “nel suo nome (quello di Gesù, n.d.r.) saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati” (Lc 24,47).
Dovete dunque ripartire da Cristo, imparare ad amarvi da Lui. Da Lui dovete imparare a donarvi il bene più grande, che è Lui.
In particolare dovete imparare ad amarvi fidandovi della sua legge e avendo chiaro l’obiettivo, la comune santificazione, perché “tutto (anche la sessualità) è stato creato per mezzo di lui e in vista di lui” (Col 1,16).
5. È necessario dunque ripartire da Cristo, cambiare direzione, comportamento. Ecco la conversione.
Soprattutto poi è necessario il perdono dei peccati, la confessione, che mentre cancella le colpe, indebolisce le inclinazioni al male e dà forza per camminare secondo le vie di Dio e in vista di Dio.
6. Che forza dirompente emana dal Vangelo e da Gesù Cristo!
Oh se poteste sperimentare nella vostra vita quello che Lui ha promesso: “Ecco, io faccio nuove tutte le cose” (Ap 21,5).
Solo il Signore è capace di rendere nuovo il vostro rapporto.
Il peccato lo fa diventare più vecchio, logoro, come diceva San Tommaso.
Sono belle anche le ultime parole contenute nel medesimo versetto dell’Apocalisse: «Scrivi, perché queste parole sono certe e vere».
Da questo momento mi impegnerò a pregare tanto per te e per lui.
Il Signore ci tiene!
Ti auguro una felice continuazione del tempo pasquale e, insieme a te, benedico anche il tuo ragazzo.
Padre Angelo