Questo articolo è disponibile anche in: Italiano
Salve Padre,
Sono S., ho 19 anni e da un pò di tempo sento che la mia vita è cambiata.
Vivo con molti pensieri, leggo il Vangelo e la Bibbia e cerco di capire cosa il Signore voglia da me.
Da un pò di tempo faccio queste riflessioni sulla sofferenza, non riesco a capire se il Signore voglia che io soffra e faccia sacrifici per la salvezza delle anime.
Questa cosa mi blocca molto per esempio anche nelle cose più banali, come giocare a calcio o uscire con gli amici, nella mia testa si fanno dei pensieri sul fatto che io debba rinunciare a tutte queste cose e non essere felice.
Ho quasi paura ad essere felice, adesso dovrei cominciare un lavoro nuovo e non so cosa fare.
Volevo sapere se pur continuando a pregare, a leggere, a fare magari ogni tanto qualche sacrificio e fare del bene alla gente, come per esempio aiutare i miei nonni, fare volontariato, aiutare i genitori, possa continuare a fare anche le altre cose come giocare a calcio, uscire con gli amici e altre cose normali,pur cercando ovviamente di non commettere peccati.
In sostanza la vita può avere anche dei momenti felici e spensierati o deve essere la maggior parte o solo sofferenza per poter poi giungere alla Vita Eterna.
La ringrazio e le dedico una preghiera.
Caro S.,
1. forse c’è un appello del Signore dietro il pensiero insistente sulla sofferenza.
Intanto non pensare che il Signore voglia che tu soffra.
Vuole invece che tu sia felice al massimo.
Gesù ci ha chiamato a condividere la sua vita perché solo in questa condivisone si trova già quaggiù la vera felicità, quella che è preludio della felicità celeste.
In segno di questo Gesù nell’ultima cena ha detto: “Questo vi ho detto perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena” (Gv 15,11).
Gesù su di noi non ha altro obiettivo che questo.
2. Dicevo che forse c’è un appello, una chiamata del Signore in quel pensiero che ti insegue.
L’appello non è tanto verso la sofferenza in se stessa, ma verso il sacrificio, che è altra cosa.
La parola sacrificio letteralmente significa rendere sacra una cosa.
Ebbene credo che il Signore ti chiami a rendere sacre tante tue azioni perché siano atti di amore per lui.
Quando porti pazienza senza rispondere e lo fai per amore del Signore, quando in casa o altrove fai qualche servizio non richiesto e lo fai con amore, anzi per amore del Signore, quando compi il tuo dovere quotidiano senza sbuffare e per amore del Signore, allora in quel momento offri un sacrificio.
3. Tra i tuoi doveri c’è anche quello del ricupero delle energie fisiche, psicologiche e spirituali.
Tra i tuoi doveri dunque c’è anche il gioco, il divertimento, che per te si esprime nel calcio.
Tra i tuoi doveri c’è in particolare anche quello di coltivare le amicizie che fanno bene a te e fanno bene ai tuoi amici.
Anche il tuo gioco lo puoi offrire come sacrificio al Signore.
Quanto atti di virtù puoi compiere mentre giochi a calcio: c’è la condivisione, l’umiltà, la perseveranza, la pazienza.
Sottolineo l’umiltà quando riesci a superare un avversario oppure fai rete.
Sottolineo anche la pazienza nei confronti degli errori degli altri, degli eventuali insulti…
In particolare c’è l’esercizio della carità per lo stare insieme con gli amici in un divertimento sano che rende tutti più distesi e più sereni.
Se fai tutto questo non solo perché è bello e ti piace, ma anche e soprattutto per amore del Signore e dei tuoi amici fai della tua vita una sacrificio spirituale a Dio gradito.
E questo proprio nella linea di quello che dice la Sacra Scrittura nella lettera ai Romani: “Vi esorto dunque, fratelli, per la misericordia di Dio, a offrire i vostri corpi (e cioè tutte le vostre azioni, n.d.t.) come sacrificio vivente, santo e gradito a Dio; è questo il vostro culto spirituale” (Rm 12,1).
4. Anche da una partita di calcio puoi uscire interiormente arricchito per i vari atti di virtù e di amore per il Signore che hai potuto compiere.
Le occasioni non mancano neanche nel gioco.
Come del resto anche nel gioco non mancano le occasioni di compiere peccato e di uscir fuori interiormente impoverito.
5. Ed ecco qui l’ultima accezione di sacrificio: di rinunciare a qualcosa per amore del Signore.
Esteriormente queste azioni sono una rinuncia.
Interiormente invece sono un atto di amore.
Sono un atto di amore molto bello perché sono dono puro fatto per amore.
Potrei dire che mentre nel gioco trasformi il divertimento in un atto di amore per il Signore (ed è una cosa bella, anzi sacra, santa), qui invece non c’è alcun divertimento perché c’è la privazione.
Ma è una privazione subita o fatta per amore.
Qui la gioia la trovi non tanto nella privazione ma piuttosto nell’atto di amore puro, genuino, senza il tornaconto personale.
In questo senso si avverte come siano vere le parole di Gesù: “C’è più gioia nel dare che nel ricevere” (At 20,35).
6. Nel compimento del tuo dovere e anche nel giocare a calcio ti si offrono molte occasioni per fare dei sacrifici spirituali, delle piccole rinunce.
Rinunce a non sbuffare, rinunce a non lamentarti, rinunce a non insuperbirti,…
Come ho detto, questi sono atti di amore puro e valgono molto presso il Signore.
7. È in questa linea che la Madonna a Fatima ha chiesto sacrifici.
Il 13 luglio 1917 disse: “Sacrificatevi per i peccatori e dite molte volte, specialmente quando farete qualche sacrificio: ‘O Gesù, è per vostro amore, per la conversione dei peccatori e in riparazione dei peccati commessi contro il Cuore immacolato di Maria’!» (Lucia racconta Fatima, Queriniana 1977, p. 121).
E il 19 agosto 1917: “Pregate, pregate molto; e fate sacrifici per i peccatori, perché molte anime vanno all’inferno perché non c’è chi si sacrifichi e preghi per loro” (Ib., p. 123).
8. In questo senso Santa Teresina del Bambin Gesù scrisse: “Ah, preghiera e sacrificio formano tutta la mia forza, sono le armi invincibili che Gesù mi ha date, toccano le anime ben più che i discorsi, ne ho fatto esperienza spesso” (Storia di un’anima, 315).
Ti auguro di crescere sempre di più nell’amore per il Signore, trasformando tutto in un’azione sacra, gradita a Dio.
Per questo ti assicuro la mia preghiera e ti benedico.
Padre Angelo