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Carissima,
la risposta la metto subito dopo la domanda in grassetto
Caro padre Angelo,
spero che stia bene e che abbia trascorso un buon Natale.
Le pongo qualche domanda:
-So che c’è l’obbligo di confessare i peccati mortali. E per i peccati veniali? Se uno pur essendo consapevole di un peccato veniale decide di non confessarlo per vari motivi (perché ad esempio non sa come spiegarlo e vuole evitare fraintendimenti specie se non si conosce il confessore, oppure perché si preferisce soffermarsi solo su altri peccati per brevità, o perché è un peccato così radicato e abituale che anche se si è pentiti si sa già che non si sarebbe capaci di evitarlo) e confessa solo gli altri peccati, la confessione è ugualmente valida, (non si è mancato di sincerità?), oppure si commette un peccato?
I peccati veniali non sono materia obbligatoria da accusare.
Per cui se uno volontariamente ne dice solo uno e tace tutti gli altri, la Confessione è perfettamente valida.
-Vergognarsi di testimoniare la propria fede quando se ne presenta l’occasione, (magari perché si ha un carattere molto timido e proprio non si riesce a parlare in pubblico in modo deciso e si ha paura entrare in contrasto con gli altri, ad esempio non intervenire se si sente parlar male del papa o della Chiesa), far finta di nulla o stare zitti quando le circostanze richiederebbero una presa di posizione è un peccato grave? Gesù ha detto: chi si vergognerà di Me, anch’io mi vergognerò di lui…
Bisogna vedere:
è certamente proibito rinnegare la propria fede.
Ma la testimonianza esterna va valutata nella sua necessità e in riferimento alle circostanze in cui ci si trova.
Come vedi, un conto è rinnegare la fede, e un altro conto è testimoniare in positivo la propria fede.
-Un’altra domanda. Talvolta mi vengono in mente dei peccati del passato mai confessati o confessati male, e così li riporto nella successiva confessione. Una volta mi è stato detto che i peccati vanno considerati secondo la coscienza che avevo quando li ho commessi, non secondo quella che ho ora. Per cui un peccato oggettivamente grave poteva non esserlo quando l’ho commesso perché non sussistevano le condizioni soggettive. Che ne pensa di questa affermazione?
È vero. Perché ci sia peccato grave soggettivamente è necessario sapere che quel peccato è grave.
Ecco ora che è passato tanto tempo queste condizioni soggettive non sono più in grado di valutarle. Di fatto la mia coscienza è maturata nel tempo: da ragazzina certi peccati che avevano delle conseguenze esteriori, visibili, mi davano più dolore (anche se magari non erano gravi) e certi peccati più intimi e segreti non pensavo neanche che fossero peccati, neanche li ricordavo, ne ho preso coscienza solo recentemente. Ad esempio dopo aver fatto la prima Comunione (avevo nove anni) ho trascorso tre anni senza confessarmi perché mi vergognavo, non avevo il coraggio di parlarne, nascondevo a tutti il mio disagio e inventavo scuse per non andare a confessarmi, intanto però ho continuato a fare la Comunione lo stesso. Eppure non ero una bambina superficiale, anzi forse ero fin troppo sensibile e provavo molto dispiacere quando sbagliavo ma ero troppo orgogliosa per ammetterlo. E’ un peccato grave non rispettare il precetto della Chiesa di confessarsi almeno una volta all’anno? Non saprei neppure dire quante volte ho fatto la Comunione in quel periodo. Di fatto di quel periodo non ho coscienza di aver commesso dei peccati mortali. Solo recentemente ne ho parlato in confessione.
Il precetto di confessarsi almeno una volta all’anno obbliga strettamente tutti coloro che di fatto si trovano in peccato mortale.
-Anche di altre colpe della mia adolescenza ho preso coscienza solo recentemente, in realtà allora non pensavo si trattassero di peccati, disordini da confessare, anche se mi esaminavo bene non mi venivano in mente. Non ci pensavo affatto e dopo la confessione mi sentivo comunque in pace. Mi confrontavo con ciò che avevo imparato a catechismo, e le domande che mi venivano sempre rivolte in confessione erano: obbedisci ai tuoi genitori? Fai il tuo dovere? Dici bugie? Preghi? Vai sempre a messa? Su queste cose verteva il mio esame di coscienza. Conoscevo i comandamenti, ma non ne comprendevo il significato più profondo. Ero molto infantile e immatura rispetto alle ragazze della mia età, nel confronto con loro ho iniziato a incuriosirmi e a interrogarmi su cose di cui non avevo la minima cognizione.
Mi capitava ad esempio di scrivere racconti o storie d’amore, talvolta mi accadeva di indugiare in descrizioni che sfociavano nell’impurità (anche se allora non sapevo neppure cosa significasse “impurità”), alimentavano la mia immaginazione e me ne compiacevo. Fantasticavo su ciò che non conoscevo e a volte io stessa mi attardavo a costruire le mie fantasie, non sapendo di espormi al pericolo. Di fatto ricordo che questi pensieri non mi lasciavano indenne, c’era la mia responsabilità nel provocarli e il compiacermene, ma non ricordo se ne sono conseguite cadute gravi, è probabile ma non ne sono certa.
Posso dire che in te non si è trattato di peccati mortali.
-Pensando alle confessioni della mia adolescenza, secondo lei sono state ugualmente ben fatte? Era sufficiente da parte mia la volontà che avevo di confessarmi bene, di dire tutto, il pentimento per ciò che confessavo anche se tacevo delle cose che non sapevo di dover dire e che spesso neanche ricordavo di aver fatto? L’ignoranza che certi atti sono peccati è un attenuante alla colpevolezza?
Sì, l’ignoranza scusa.
Non emerge da quello che mi scrivi l’esistenza di peccati gravi veri e propri.
Certo le nostre confessioni potrebbero essere sempre infinitamente migliori di quello che sono.
-Comunque l’anno scorso ho fatto una confessione generale in cui ho cercato di esprimere sinteticamente questi peccati di cui ho preso coscienza dopo, (come quelli della mia adolescenza) in modo generale raggruppandoli per temi, in base alla materia, secondo il ricordo che ne ho, anche perché non riuscirei a essere più precisa. E’ sufficiente questa confessione anche se ci fossero stati peccati gravi?
Sì, è sufficiente.
Hai fatto bene a fare una confessione generale.
-A volte mi vengono in mente dei peccati precisi del passato che nella confessione generale non avevo presenti ma che rientrano nelle categorie di peccati che ho accusato nella confessione generale. Dovrei ritornarci su?
No, adesso stai tranquilla. Non cedere allo scrupolo.
La ringrazio come sempre della sua disponibilità.
Io ringrazio te per la precisione con cui hai scritto e mi compiaccio per la precisione cristiana con cui vuoi vivere.
Per questo ti assicuro la mia preghiera e ti benedico.
Padre Angelo