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“Dio non ci lascia brancolare nel buio; si è mostrato come uomo. Egli è tanto grande da potersi permettere di diventare piccolissimo. Dio ha assunto un volto umano. Solo questo Dio ci salva dalla paura del mondo e dall’ansia di fronte al vuoto della propria esistenza.” (Benedetto XVI)
L’inizio della nostra salvezza è nella lieta notizia della nascita di un bambino: “oggi vi è nato nella città di Davide un salvatore, che è il Cristo Signore” (Lc 2, 11). Una notizia che reca una grande gioia a coloro che sono in grado di accoglierla: i piccoli, gli umili… . A sprigionare questa grande gioia è la nascita del Salvatore. Ma non solo: nel Natale ci viene svelato anche il senso pieno e vero di ogni nascita umana, a partire dalla nostra nascita. E la Gioia per la nascita del Messia “diventa compimento e fondamento della gioia per ogni bimbo che nasce” (“Evangelium Vitae”, 1).
Il Natale, quindi, è anche il nostro compito storico, la nostra missione, la nostra vocazione: offrire al Signore il grembo della nostra vita per consentirGli di ri-nascere continuamente, in noi e in coloro che ci incontreranno nella nostra quotidianità…così come fu in quella giovane fanciulla di Nazareth di nome Maria, duemila anni fa… .
Questa è anche la Via per la nostra continua ri-nascita, nella Speranza, nella Fede, nella Carità, affidando a Lui tutta la nostra vita perché sia liberata da quegli affanni e sterili desideri di cui forse ci ostiniamo a rivestirla, e che rendono il nostro cammino tanto pesante, faticoso, incerto… . Mettiamoci in atteggiamento di attesa, di uno cioè che aspetta qualcosa perché si accorge di essere di tutto mancante, e si riconosce bisognoso di Salvezza. Lì ri-nascerà il Signore, nel nostro bisogno profondo e originale.
Ma oggi è festa perché il Signore nasce, e nasce per ciascuno di noi: per me, per Te… Immergiti in quella grotta come i pastori, come Maria e Giuseppe: accogliLo, guardaLo, contemplaLo, amaLo…e in Lui riscopri la bellezza della Vita, della Tua Vita come è stata pensata e amata dal Tuo Creatore che si è fatto Bambino per donarle il senso e il fine: un senso e un fine di eternità e di beatitudine! E proprio a partire dal Tuo bisogno originale, da ciò che Ti fa sentire mancante… .
Questo Natale sia allora per ciascuno di noi l’occasione propizia per andare con Maria a quella “grotta” della Fede che è il nostro cuore (perché lì nasce la Fede) e allo stesso tempo la Chiesa (perchè la Fede nasce nella Chiesa e per mezzo della Chiesa), per riscoprirvi la nascita e la presenza viva e sempre nuova di quel “Bambino avvolto in fasce nella mangiatoia”; per trovarvi il dono della Fede che Dio ha seminato in noi, e che attende solo di essere risvegliato dalla nostra pigrizia; per ritrovare il dono della nostra vita, della nostra chiamata personale, per custodirlo, farlo crescere e fruttificare e riscoprirci amati dal Padre Celeste; per trovare nella preghiera e nel sacramento del Perdono la gioia e l’infanzia dello spirito; per lodare e ringraziare il Signore della Vita; per ritrovare noi stessi, nell’abbandono fiducioso tra le braccia del Padre: “…come bimbo svezzato in braccio a sua madre, come un bimbo svezzato è l’anima mia” (Salmo 131).
Anche quest’anno, dunque, attesa e nascita, parole gravide di delicatezza, di desiderio, di attenzione, di stupore e di Carità, siano le note che ci guidano, in questo Natale, alla felicità vera dell’incontro col Signore fattosi Bambino per la nostra Salvezza.
La Gioia e la Pace del Natale invadano la nostra vita!
fr. Roberto M. Viglino o.p.