Questo articolo è disponibile anche in: Italiano
Quesito
Buon giorno,
la disturbo ancora perché la vita mi propone sempre nuove domande.
Un conoscente mi dice: sono cattolico, ma non vado mai alla Messa. Sono perciò in peccato mortale quindi le mie azioni buone non accumulano meriti per la vita eterna anche se vivo in buona condotta.
Ma un musulmano che non va alla messa e addirittura non ha la fede in Cristo in virtù della sua buona condotta può accedere alla vita eterna.
Dio è ingiusto.
Che gli dico?
Grazie
Marco
Risposta del sacerdote
Caro Marco,
1. se un cattolico non va mai a Messa pur avendone la possibilità, oggettivamente commette un peccato grave.
L’obbligo di partecipare alla Messa nei giorni di festa è sempre stato considerato grave.
Il Catechismo della Chiesa Cattolica dopo aver ribadito diverse volte l’obbligo di partecipare alla Messa la domenica e nelle altre feste di precetto, afferma che “i fedeli sono tenuti a partecipare all’Eucaristia nei giorni di precetto, a meno che siano giustificati da un serio motivo (per esempio, la malattia, la cura dei lattanti o ne siano dispensati dal loro parroco)” (CCC 2181).
Dice anche che “coloro che deliberatamente non ottemperano a questo obbligo commettono un peccato grave” (Ib.).
2. Giovanni Paolo II in una lettera sulla domenica intitolata Dies Domini scrive: “Questi decreti di Concili particolari sono sfociati in una consuetudine universale di carattere obbligante, come cosa del tutto ovvia… Una tale legge è stata normalmente intesa come implicante un obbligo grave: è quanto insegna anche il Catechismo della Chiesa Cattolica, e ben se ne comprende il motivo, se si considera la rilevanza che la domenica ha per la vita cristiana” (DD 47).
In Dies Domini Giovanni Paolo II parla di “obbligo di coscienza, fondato in una esigenza interiore” (DD 47).
3. Sul fatto che chi non vive in grazia di Dio non compie opere meritorie per la vita eterna è necessario attenersi all’insegnamento di Nostro Signore: “Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può portare frutto da se stesso se non rimane nella vite, così neanche voi se non rimanete in me” (Gv 15,4).
E anche: “Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e secca; poi lo raccolgono, lo gettano nel fuoco e lo bruciano” (Gv 15,6).
D’altronde, poiché la vita eterna è un bene di ordine soprannaturale, può fruttificare per l’ordine soprannaturale solo ciò che è del medesimo ordine.
Ebbene, chi vive in grazia compie azioni che hanno un valore soprannaturale perché vive innestato in Cristo, che è Dio.
4. Se un islamico, per rimanere al tuo esempio, non soltanto è di buona condotta, ma vive in grazia di Dio, compie azioni che hanno un valore meritorio per la vita eterna.
Sappiamo che la grazia di Dio viene donata ordinariamente nei sacramenti.
Ma poiché Dio vuole salvi tutti gli uomini, accompagna con la sua grazia tutte le persone di buona volontà pentite dei loro peccati.
Nessuna meraviglia dunque. Anche sotto questo aspetto valgono le parole di Gesù che ha detto: “Molti dei primi saranno ultimi e molti degli ultimi saranno primi” (Mt 19,30).
5. Auguro al tuo amico di godere della grazia di andare a Messa la domenica.
Si carica di grazie divine.
Andare a Messa non è una condanna, ma un premio.
L’angelo messaggero di Dio nell’Apocalisse dice: “Beati gli invitati al banchetto di nozze dell’Agnello!” (Ap 19,9).
Con l’augurio di ogni bene, ti benedico e ti ricordo nella preghiera.
Padre Angelo