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Gentilissimo Padre Angelo,
Se possibile vorrei proporle un quesito che intreccia la Bibbia con le relazioni internazionali.
Premetto di essere un ragazzo cattolico e appassionato di politica, molto interessato e attento alla situazione globale in divenire.
Guardando vari video su YouTube ho trovato un interessante documentario che parlava del finanziamento degli evangelici americani ai coloni ebrei in Palestina.
In particolare, un pastore evangelico molto attivo in Israele, sosteneva che secondo il libro dell’Apocalisse, in Israele si svolgerà la battaglia dell’Armageddon, durante la quale una coalizione internazionale invaderà Israele e nel momento prossimo della sconfitta del popolo ebraico avverrà la Seconda Venuta di Gesù, il popolo ebraico si convertirà, il diavolo sarà incatenato e Gesù regnerà per mille anni.
Inoltre, il pastore invitava tutti i cristiani presenti in Palestina di non opporsi agli insediamenti ebrei in Cisgiordania e di non supportare la decisione delle Nazioni Unite che rivendica la creazione di due nazioni e due stati, perché il territorio di Israele è la Terra Promessa data da Dio al Popolo Eletto.
Aggiungo una mia nota e mi corregga se sbaglio: è vero che Dio ha dato la Terra Promessa al Popolo Eletto, ma cosi come la ha data la anche tolta con la distruzione del Tempio nel 70 d.C e con la seguente diaspora, come profetizzato da Gesù.
Alla luce di tutto questo le vorrei chiedere quale è la posizione ufficiale della Chiesa cattolica nei confronti di Israele? Ha ragione il pastore riguardo all’Apocalisse e quindi noi in quanto cristiani dobbiamo supportare lo Stato di Israele fino in fondo, oppure favorire la pace e il dialogo favorendo cosi la creazione di due stati?
Mi scuso per essermi dilungato e la ringrazio per la sua attenzione a tutte le domande che le vengono poste.
Le chiedo anche una preghiera per me la mia famiglia
Grazie
Cordialmente
Matteo


Caro Matteo,
1. per comprendere l’Apocalisse è necessario ricordare anzitutto per chi sia stata scritta e quale sia il genere letterario che la caratterizza.
Orbene, l’Apocalisse è stata scritta primariamente per le sette Chiese dell’Asia proconsolare, cioè alle Chiese di Efeso, Smirne, Pergamo, Tiatira, Sardi, Filadelfia e Laodicea.
Queste sette Chiese però rappresentano la Chiesa universale, per cui l’Apocalisse è parola di Dio rivolta a tutte le Chiese fino alla fine del mondo.

2. Nell’introduzione al libro dell’Apocalisse la Bibbia di Gerusalemme osserva: “Quando Giovanni scrive, la Chiesa è appena decimata da una cruenta persecuzione, scatenata da Roma e dall’impero romano (la bestia) ma per istigazione di Satana (Ap 12 e 13), che è l’avversario per eccellenza di Cristo e del suo popolo.
Una visione inaugurale descrive la maestà di Dio che domina il cielo, padrone assoluto dei destini umani (Ap 4) e che consegna all’Agnello il libro con il decreto di sterminare i persecutori (Ap 5).
La visione prosegue con l’annuncio di un’invasione di popoli barbari (i Parti) con il tradizionale seguito di mali: guerra, carestia, peste (Ap 6). Ma i fedeli di Dio saranno preservati nell’attesa di godere in cielo del loro trionfo.
Tuttavia, poiché Dio vuole la salvezza dei peccatori, non li distrugge subito, ma invia loro una serie di flagelli per avvertirli, come aveva fatto contro il faraone e gli egiziani (Ap 8 e 9). Fatica inutile. A causa del loro indurimento, Dio distruggerà i persecutori empi (Ap 17) che cercavano di corrompere la terra inducendola ad adorare Satana (allusione al culto degli imperatori della Roma pagana).
Seguono un lamento su Roma distrutta (Ap 18) e canti di trionfo in cielo (Ap 19).
Una nuova visione riprende il tema della distruzione della bestia (la Roma persecutrice), operata questa volta da Cristo glorioso. Si apre allora per la Chiesa un periodo di prosperità (Ap 20) che terminerà con un nuovo assalto di Satana contro di essa (Ap 20), l’annientamento dei nemici e la risurrezione dei morti e il loro giudizio, infine l’instaurazione definitiva del regno celeste, nella gioia perfetta, poiché la morte stessa è stata annientata (Ap 21). Una visione retrospettiva descrive lo stato di perfezione della nuova Gerusalemme durante il suo regno sulla terra (Ap 21)”.

3. Più che i singoli contenuti delle visioni la cui interpretazione talvolta è difficile è necessario tenere presente il fine di tale rivelazione (apocalisse significa proprio rivelazione).
Se teniamo presente le sette lettere con le quali si apre l’Apocalisse troviamo che in tutte si parla della necessità di custodire pura la fede e di perseverare nonostante l’infierire delle persecuzioni.
Le Chiese di Asia correvano allora gravi pericoli sia da parte degli eretici che spargevano dappertutto i loro errori sia da parte dell’autorità romana che crudelmente infieriva contro i cristiani.
In mezzo a tante rovine l’Apocalisse non solo annunzia prossimo il trionfo di Gesù Cristo, ma lo descrive con colori così vivi che i fedeli vengono incoraggiati a rimanere fermi nella fede e a sopportare con pazienza le persecuzioni.
Questo vale per le sette Chiese dell’Asia proconsolare e anche per tutte le Chiese fino alla fine del mondo.

4. L’Apocalisse è la voce di Dio che anima a combattere con la sicurezza del trionfo finale e con la promessa della ricompensa eterna per coloro che saranno rimasti fedeli.
Questa è la grande verità che risplende chiaramente in mezzo a tutte le visioni e i simboli enigmatici dell’Apocalisse e che getta luce su tutta la storia della Chiesa.

5. Leggervi delle profezie su fatti circostanziati che accadranno nel futuro della Chiesa e dell’umanità significa andare fuori dal linguaggio proprio dell’Apocalisse che si esprime invece per mezzo di visioni e di locuzioni simboliche, come del resto si osserva anche in Ezechiele, Daniele, Zaccaria, ecc.
La deriva degli evangelici e dei testimoni di Geova che vi leggono previsioni di eventi circostanziati come quelli che hai menzionato è di netto taglio fondamentalista che porta lontano dall’accogliere questa parola come parola di Dio che salva in mezzo alle tempeste della vita.

6. Certo si tratta di profezia, come si esprime l’autore stesso di questo libro: “Il Signore, il Dio che ispira i profeti, ha mandato il suo angelo per mostrare ai suoi servi le cose che devono accadere tra breve. Ecco, io vengo presto. Beato chi custodisce le parole profetiche di questo libro” (Ap 22,6-7).
Ma la profezia annunciata è il trionfo di Cristo e la vittoria finale degli eletti nonostante prove continue di ogni genere.

7. Circa l’ultima domanda che mi hai fatto: non vi è una posizione ufficiale della Chiesa cattolica (Magistero) sulla questione politica di Israele e della Palestina. Non è di sua pertinenza.
Sicché ognuno può optare per la soluzione che vuole.
Piuttosto in questo caso si deve parlare di Vaticano, e cioè di un Stato indipendente che riflette in maniera autorevole la mens degli uomini di Chiesa.
Lo stato della città del Vaticano riconoscendo ufficialmente sia lo stato di Israele che quello palestinese indica la presenza in quel lembo di terra di “due popoli e di due Stati” i quali per avere un futuro sono chiamati a convivere pacificamente procedendo ad un’intesa.

Ti auguro ogni bene, ti ricordo al Signore e ti benedico.
Padre Angelo