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Quesito
Carissimo Padre Angelo,
innanzitutto la ringrazio per la sua rubrica che mi ha aiutato molto nel mio cammino di conversione e che è tuttora per me importante per conoscere molti aspetti della fede cristiana. Poi colgo l’occasione di farle gli auguri perchè ieri era festa di San Giuseppe e quindi la festa dei papà e lei è diventato, grazie alle risposte che pubblica ogni giorno, un mio padre spirituale. Quindi, anche se in ritardo di un giorno: Auguri!
Mi scusi ma visto che ci sono ne approfitto per chiederle un "consulto". Da un po’ di tempo volevo scriverle ma ho timore della risposta che può darmi, perchè il parere che le chiedo è delicato, sia che mi risponda in un modo che nell’altro. In ogni caso taglio corto e siccome la mia mail sarà lunga (mi scusi!!!) vengo al dunque perchè non mi piace fare tanti giri di parole.
Mi chiamo … e in estate compio 2… anni, vengo da una famiglia di cattolici non praticanti (mi perdoni se uso questo termine per comodità) e non avevo mai frequentato la chiesa da dopo il catechismo per la prima comunione. Questo significa non solo che non sono cresimato (ovviamente sono stato battezzato da piccolo) ma che non ho mai frequentato la parrocchia, l’oratorio, gli scout, ecc.. Ogni tanto entravo in chiesa con i miei se andavamo da qualche parte, ho sempre "festeggiato" Natale, Pasqua e le varie festività, ma a casa e mai andando a messa. Insomma non sono vissuto nell’ateismo ma non posso certo dire di venire da una famiglia "bigotta".
Questo è per farle una brevissima sintesi sul prima della conversione. Vengo al "dopo": qualche anno fa ho iniziato ad interrogarmi su Gesù perchè mi affascinava e mi interrogava quella che per il momento per me era una figura strana quanto affascinante. Ho letto qualche libro, ma questo non ha saziato la mia sete di Verità, poi ad un certo punto ho sentito il bisogno di pormi delle domande profonde e ho iniziato a leggere la Bibbia (ho letto tutto il Nuovo Testamento e tuttora leggo se riesco un brano giornalmente, dell’Antico ho letto davvero molto poco), a cercare risposte a questioni teologiche, etiche e di vita di tutti i giorni e ho iniziato a consultare il CCC e la sua rubrica, che mi sembra perfettamente in linea con la Chiesa Cattolica, perchè purtroppo non sempre su internet si trovano siti davvero cattolici.
Ancora non era abbastanza e il punto di svolta è stato iniziare ad andare a messa, confessarmi e finalmente fare la comunione regolarmente. La messa è diventata veramente il momento più bello della settimana.
Questo a grandi linee fino all’estate scorsa, poi dall’autunno tutto è diventato "strano". Ho iniziato la mia devozione al Sacro Cuore di Gesù e al Cuore Immacolato di Maria, ho intrapreso una dura battaglia per superare il vizio della masturbazione che mi porto dietro da quando ero adolescente, ma allora non sapevo nè mi importava che fosse peccato. Su quest’ultimo punto ho fatto dei passi in avanti ma ancora non riesco a cancellare definitivamente questi episodi e la cosa mi infastidisce molto.
Il fatto che sono mesi che non riesco a trovare lavoro (sono diplomato) mi ha portato ad accorgermi di un mondo di sofferenza attorno a me e di persone nelle mie condizioni e anche in peggiori. Vedere su internet centinaia e centinaia di persone registrate come me per un solo posto di lavoro, leggere nella mia mail "La sua candidatura è stata scartata", vedere le file di persone davanti alle mense delle parrocchie o i senzatetto portarsi dietro un cuscino mezzo distrutto anche di giorno per paura di perderlo: tutto questo e molto altro di cui ci sarebbe da scrivere a fiumi è stato per me un risveglio alla dura realtà della vita, all’ingiustizia dei sistemi economici e politici fatti da uomini che non seguono Dio ma solo denaro e profitto, alla crudeltà di quella che Papa Francesco chiama "cultura dello scarto".
Qui è iniziato il mio tormento e la ricerca di avvicinarmi davvero di più al Signore. Allora ho iniziato a pregare più intensamente, cercando di recitare il rosario ogni giorno e una preghiera al mattino e una alla sera, poi a partecipare alla messa anche durante alcuni giorni della settimana (il fatto di essere senza lavoro mi permette di farlo, anche che se le assicuro che cercare lavoro è un lavoro e porta via tempo), a raccogliermi in preghiera in un santuario della mia città, ma tutto questo sembra non essere abbastanza. Il tormento di cui le ho parlato è quella domanda secca che fece anche San Francesco: "Signore cosa vuoi che io faccia?"
Ho sperato anche che prima o poi il crocifisso mi parlasse, ma quello è un miracolo e in questi mesi, leggendo storie di vocazioni, ho capito che la "chiamata" non arriva in modi straordinari, ma nella quotidianità. D’altra parte anche San Francesco non capì subito la risposta del Signore "Va’ è ripara la mia casa" e si mise a riparare la chiesetta di San Damiano… poi capì.
La domanda "Signore cosa vuoi che io faccia?" è diventata sempre più pressante e sempre più spesso mi immagino come sarebbe la mia vita da frate minore, addirittura dopo un colloquio di lavoro qualche giorno fa sono entrato in chiesa e mi sono immaginato con il saio. Ogni tanto sembra che il Signore permetta che io sia sottoposto a diverse tentazioni per "forgiarmi" e purificarmi. Sono molto confuso e sembra che io viva un combattimento dentro me.
Quello che sognavo e forse sogno ancora per la mia vita (sposarmi con una donna che avrei amato per sempre, avere figli, un lavoro anche umile, essere un buon padre, stare vicino ai miei genitori) sembra che sia in contrasto con un’altra parte di me, che sembra a tratti ricercare vette più alte, cime che al solo pensarle fanno paura.
Insomma, la situazione è un po’ ingarbugliata. Qualche tempo fa ne ho parlato con un salesiano con cui mi confesso spesso e ho un po’ di confidenza (il prete della mia parrocchia non sa chi sono anche se mi vede sempre a messa, perchè non mi sono mai confessato da lui): in breve lui mi aveva detto che secondo lui ho un cuore buono, che potevano esserci i segni di una vocazione e che avrei dovuto capire se era solo un momento di "esaltazione passeggera" o no, che avrei dovuto cresimarmi, parlare con i frati e superare il problema degli atti impuri con serenità, senza concentrarmi oltre misura su questo aspetto. Purtroppo non ho seguito i consigli di questo sacerdote che sembra avere una notevole capacità di capirmi e nel tempo sono rimasti i miei dubbi. In particolare ne ho un paio da sottoporle:
1. Io voglio bene ai miei genitori e so che ho delle responsabilità verso loro (Onora il padre e la madre): immaginiamo che io inizi il percorso per diventare frate, come potrò aiutare i miei quando saranno più anziani e bisognosi? Non posso e non voglio caricare tutte le responsabilità su mio fratello.
2. Ho letto il "percorso" per diventare frate minore (i cosiddetti dell’Osservanza, non Conventuali o Cappuccini): discernimento, postulato, noviziato, professione temporanea, circa 6 anni di studio e poi la professione solenne. Ora, senza andare a cercare di prevedere il futuro o a pensare a cosa potrei essere tra 10, 20 o 30 anni, mi chiedo come posso pagarmi gli anni di seminario non essendo in condizioni economiche di poter farlo e non volendo gravare sui miei genitori che come si dice già tirano la cinghia?
3. Per diventare postulanti è necessario essere cresimati o si può essere cresimati durante il postulato (alcuni lo chiamano pre-noviziato)?
4. Ho una vita regolare, niente discoteca, niente ubriacarsi (bevo pochissimo), rispetto degli orari di vita a casa con i miei e mio fratello, abitudine a condividere alcune cose (esempio il computer) con mio fratello senza problemi. Fin qui tutto bene, questo sembra compatibile con la vita da frate, però c’è una cosa che mi preoccupa: ho una vita sessuale casta (eccezione del problema di cui le ho scritto prima), nel senso che non ho una fidanzata e non "vado a donne", ma le donne mi piacciono, mi attraggono e mi hanno sempre attratto. Anni fa sono stato innamorato di una ragazza ma poi le nostre strade si sono separate, al momento stetti male ma ora posso esserne grato al Signore perchè non penso che fossimo fatti l’uno per l’altra. Da parte mia fu un amore profondo, intenso, sincero ma imparagonabile a quello che provo per il Signore e la Madonna. Come posso vivere da frate sentendomi attratto dalle donne? Il sacerdote di cui le ho parlato prima mi risposto semplicemente che le donne mi continueranno a piacere per tutta la vita, ma che un frate vive in modo casto e impegnandosi a non usare la propria genitalità (l’ho scritto a parole mie, ma il concetto era questo).
Mi scuso per la lunghezza terrificante della mail e le chiedo quando vorrà e potrà la cortesia di rispondere ai miei dubbi e alla seguente domanda: da quello che le ho scritto pensa che io abbia ricevuto la chiamata o la mia è una fantasia mentale? Le chiarisco che non penso a farmi frate perchè non ho un lavoro o per fuggire dai problemi quotidiani o da una storia d’amore fallita, ecc.
Avrei voluto scriverle altro ma è sinceramente fin troppo, mi scusi ancora. La ringrazio per la sua disponibilità e per la chiarezza con cui risponderà.
Prego il Signore che la conservi e la illumini a lungo nella sua vita di fede e le continui a dare le forze necessarie per testimoniare il Vangelo.
Risposta del sacerdote
Carissimo,
1. come ti ha detto il sacerdote salesiano, certamente in te non sono da escludere i segni della chiamata.
D’altra parte, come buon salesiano, è rimasto sulla scia di don Bosco, secondo il quale moltissimi ragazzi o giovani si interrogano su questa possibilità e potrebbero essere dei chiamati.
2. Il Signore in questi ultimi tempi ha lavorato parecchio nella tua vita. Poco per volta si è mostrato, si è fatto conoscere, ti ha incontrato.
Questo lo ha fatto quando sentivi il desiderio di leggere la Bibbia.
Hai fatto bene a partire del Nuovo Testamento.
Mentre leggevi, il Signore ti passava accanto, ti illuminava e ti affascinava senza che tu lo vedessi in volto.
Poi hai sentito il desiderio di incontrarlo attraverso i sacramenti.
Mi dici che il punto di svolta è stato iniziare ad andare a messa, confessarti e finalmente fare la comunione regolarmente: “La messa è diventata veramente il momento più bello della settimana”.
3. Ecco, mi pare di poter dire che il Signore ti sta facendo sperimentare in qualche modo quello per cui San Pietro sulla montagna della trasfigurazione ha detto: “È bello per noi, Signore, rimanere qui”.
Essere contenti di stare col Signore e addirittura proiettarsi anche col pensiero e la fantasia in questa esperienza, domandarsi “e se lo fossi per sempre?”, non scartare a priori questa ipotesi, non provare paura di questa chiamata, anzi avvertire addirittura la segreta speranza di una manifestazione sensibile di questa chiamata per non aver timore di ingannarti, il domandarti come san Paolo “Signore cosa vuoi che io faccia?" (At 22,10), con la quale ti dichiari pronto a tutto purché tu sia certo di questa chiamata, sono segni che fanno ben sperare.
4. Alla tua domanda, proprio come quella di san Paolo, il Signore ti risponde nel medesimo modo: “Àlzati e prosegui verso Damasco; là ti verrà detto tutto quello che è stabilito che tu faccia” (At 22,10).
Parafrasando le parole del Signore, mi sento di poterti dire: continua a vivere così la tua vita cristiana “cercando di recitare il rosario ogni giorno e una preghiera al mattino e una alla sera, poi a partecipare alla messa anche durante alcuni giorni della settimana (il fatto di essere senza lavoro mi permette di farlo, anche che se le assicuro che cercare lavoro è un lavoro e porta via tempo), a raccogliermi in preghiera in un santuario della mia città”.
Arriverà il momento in cui, se il Signore ti chiama, te lo farà sentire senza alcuna incertezza.
5. Il desiderio di formare una famiglia, di far crescere i figli è un ottimo desiderio.
È il desiderio che Dio mette nel cuore di ogni uomo per il fatto stesso che lo crea sessuato.
E se si tratta del desiderio di mettere su una famiglia cristiana che faccia crescere i figli nell’amore del Signore, è il desiderio che mette naturalmente nel cuore di ogni battezzato.
6. Ma se il Signore ti farà sentire l’altra chiamata, stai certo che nello stesso momento avvertirai in subordine tutti i motivi che ora ti frenano e avrai la sensazione di esserne come liberato.
La strada ti si parerà davanti in maniera chiara e le difficoltà si dissolveranno perché sarai persuaso che Colui che ti chiama troverà, anche con la tua collaborazione e con quella di altri, una soluzione.
7. In particolare ti chiedo di essere risoluto nel superare in maniera definitiva e tempestiva i problemi inerenti la purezza.
La purezza è troppo importante per la vocazione di un sacerdote e tanto più di un frate. Non ha senso far il voto di castità, e cioè di vivere in purezza per stare unito al Signore senza distrazione ed essere santo nel corpo e nello spirito, e costellare la propria vita di cadute.
Né puoi pensare che una volta entrato in convento questi problemi si superino da soli. No, vanno superati prima.
Persuaso però che la purezza, oltre ad essere frutto del combattimento personale, é anche una grazia, un dono dello Spirito santo, chiedila insistentemente ogni giorno quando fai la Santa Comunione. Chiedila in particolare a Maria, nella recita quotidiana del Rosario.
Se giungerai ad essere puro, allora metterai le condizioni per avvertire l’indirizzo che devi dare alla tua vita e farai le tue scelte verso il matrimonio o versi la consacrazione religiosa senza alcun rimpianto.
8. Prima di concludere però desidero dare una risposta anche ad alcune domande particolari che mi hai fatto.
Se entrerai nella vita religiosa, non ti verrà impedito di aiutare i tuoi genitori quando saranno anziani o nel bisogno. Anzi, in questo tuo dovere sarai favorito dalla comunità.
Questo lo dico perché vedo che nel nostro Ordine si fa così. E sono certo che si fa anche presso i francescani o qualunque istituzione religiosa che non abbia per proprio scopo la vita quasi eremitica.
– Inoltre se entri in un ordine religioso non dovrai sostenere alcuna spesa per la tua formazione teologica. A tutto provvederà l’Ordine di cui sarai diventato figlio a partire dal noviziato e anche dal pre-noviziato.
A quale figlio i genitori chiedono di pagarsi il sostentamento?
È loro dovere, anzi ne sono contenti e ne sono fieri. Così anche nella vita religiosa.
– Per diventare frate, come del resto anche per sposarsi, è necessaria la Cresima. E come la Cresima si può fare nel tempo del fidanzamento per chi non vi avesse provvisto prima, così si può fare anche nel pre-noviziato.
Tuttavia, senza aspettare di vedere per quale strada sei chiamato, preparati subito per la Cresima e provvedi di riceverla il più presto che puoi.
– Mi parli di attrazione per le donne e chiedi come questo possa essere compatibile con la vita di un frate.
I frati, come del resto anche le suore, non sono persone neutre.
Bisogna vedere se l’attrazione verso l’altro sesso disturba l’unione con Dio, il progresso nella vita spirituale e il sincero rapporto di apostolato con la gente.
Se invece il cuore ne sentisse come una dipendenza, come una voglia e un non poterne fare a meno, allora come dice san Paolo, “è meglio sposarsi che bruciare” (1 Cor 7,9).
– Mi parli infine della tua presente disoccupazione.
So di alcuni Ordini religiosi che non prendono in considerazione l’eventuale chiamata di chi al momento non lavora.
L’assenza del lavoro impedisce un discernimento pienamente libero.
Tuttavia ogni caso va vagliato a sé.
Ti ringrazio di cuore degli auguri e delle preghiere che mi assicuri.
Io volentieri pregherò per te e ti ricorderò nella Messa.
Mentre mi compiaccio ancora per quello che il Signore sta facendo in te e mentre nutro la speranza che tu posa diventare un buon frate francescano, ti abbraccio e ti benedico.
Padre Angelo