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Quesito
Caro padre Angelo,
mi chiamo Francesco e ho 25 anni. Sono sempre stato un “cattolico praticante” però purtroppo negli ultimi tempi la mia fede e la mia pratica si sono raffreddati, e non poco. Continuo ad andare a Messa alla domenica però tutto il resto è andato scemando pericolosamente: la mia preghiera rasenta lo zero, un tempo leggevo encicliche e documenti religiosi adesso nulla, vado a confessarmi solo 2 o 3 volte l’anno e i miei comportamenti si allontanano di parecchio dalla retta via. In pratica ora sono cattolico praticante solo per inerzia, solo perché l’ho sempre fatto e mi riuscirebbe difficile distaccarmi. Non saprei dire per quale motivo sia giunto a questo, forse la sfrenata volontà di rincorrere una non meglio definita “felicità terrena”, forse le lusinghe della società moderna… Il fatto è che sento dentro di me un vuoto, una mancanza che ho cercato di colmare con ciò che mi offriva il mondo, ho cercato qualche filosofia e qualche dottrina politica che riempisse il buco nella mia anima. Ovviamente nulla è servito, so per certo che, parafrasando sant’Agostino, il nostro cuore inquieto non trova pace finché non riposa in Gesù. Purtroppo però non ho la forza di compiere questo passo, quello di ritornare totalmente nelle braccia della Chiesa. Forse è perché non ho voglia di impegnarmi abbastanza, forse perché mi manca il coraggio o forse perché non voglio abbandonare le piccolissime ed effimere felicità che mi dona il mondo e la società. Inoltre io vorrei seriamente trovarmi una ragazza per poter costruire una famiglia ma, combattuto fra religione e mondanità, non saprei chi e dove cercare. Mi spiego: non vorrei che nelle mie attuali “condizioni” mi innamorassi della donna sbagliata, a cui non interessa costruire una famiglia cristiana e magari fra qualche tempo quando sarò rinsavito rimpiangessi la scelta fatta solo perché ero lontano da Dio.
Mi sono rivolto a lei per un chiederle un consiglio su come uscire da questa situazione perché sono convinto che mi sarà di grande aiuto. Leggo infatti tante sue risposte che dà sul sito e rimango stupefatto dalla sua saggezza, dalla sua dottrina e dalla sua carità.
Francesco
Risposta del sacerdote
Caro Francesco,
1. Ti ringrazio per il giudizio molto benevolo che dai sulla nostra rubrica.
Ma la saggezza di cui mi parli non è mia, è della Chiesa, anzi è la sapienza stessa di Dio donata agli uomini.
Il Salmo 119 dice: “Di ogni cosa perfetta ho visto il limite, ma la tua legge non ha confini” (Sal 119,96).
A fidarsi di Dio e della sua sapienza non ci si perde mai.
E con questo, invito anche te a fare altrettanto.
2. Hai un pò raffreddato la tua comunione col Signore, hai cercato qualche felicità nelle cose di questo mondo, ed ecco che ti senti vuoto.
Anche Adamo ed Eva, dopo essersi allontanati dal Signore, si sono sentiti vuoti, spogliati, denudati della loro dignità.
Il peccato, ogni peccato, è sempre una seduzione. Ti dà l’impressione di avere la felicità a portata di mano e poi ti trovi nudo.
San Tommaso d’Aquino dice che solo Dio sazia e che tutto quello che è meno di Dio non sazia.
3. Che puoi fare adesso per ritrovare il fervore?
La prima cosa che ti consiglio consiste nel tornare al Signore attraverso la confessione sacramentale.
Sono convinto che in questo senso di vuoto e di desolazione interiore ci sia la mano operante del Signore: attraverso questi sentimenti sta mettendo dentro di te il desiderio di Sé.
E continua a farlo, con dolcezza, quasi incalzandoti, perché finalmente tu torni a Lui e possa dire insieme con S. Agostino: "Mi hai chiamato, hai gridato e hai vinto la mia sordità. Hai mandato bagliori, hai brillato, e hai dissipato la mia cecità. Hai diffuso la tua fragranza, io l’ho respirata, e ora anelo a te".
Come sarebbe bello se tu tornassi a respirare la fragranza del buon profumo di Cristo e anelassi a Lui!
4. Ti consiglio di tornare alla Confessione preparandoti con una condotta rinnovata, anticipando nella pratica i buoni propositi che dovrebbero accompagnare la celebrazione di questo Sacramento.
I buoni propositi che devi subito iniziare sono essenzialmente tre e hanno come oggetto la lettura di qualcosa che alimenti la tua vita interiore, la vita di preghiera e qualche azione per cui fai qualcosa per il Signore.
5. Circa la lettura: come la fede nasce dall’ascolto della Parola (così dice San Paolo), così anche il rinvigorimento della fede passa attraverso la stessa strada.
Torna ad abbeverarti alle sacre Scritture e principalmente ai Vangeli.
Mentre li leggerai non dire: questo passo lo conosco già.
Piuttosto stai alla presenza di Gesù, fissa lo sguardo della tua mente su di Lui che attraverso quelle parole ti parla e desidera penetrare dentro di te.
Sono parole che vogliono far germogliare vita eterna, e cioè il possesso di Dio nel tuo cuore.
Domandati in che senso la tua vita dovrebbe essere guidata da quelle parole.
Poni queste domande a Gesù e Gesù ti risponderà dall’interno del tuo cuore.
In questo modo si riaccenderà la fiamma del fervore.
Oltre ai Vangeli e ai testi sacri vi sono tanto altri libri, che sono diventati classici della spiritualità cristiana, come le Confessioni di Sant’Agostino, l’Imitazione di Cristo di Tommaso da Kempis, La Storia di un’Anima di santa Teresina del Bambin Gesù e tanti altri.
Vi sono anche le vite dei santi…
6. Per la preghiera, come ho già fatto per altri, ti consiglio il Santo Rosario quotidiano, sforzandoti di fare le tre cose necessarie perché si tratti di Rosario e non di preghiera ripetitiva.
Le ripeto ancora una volta:
Mentre le tue labbra scorrono nel proferire il Padre nostro e l’Ave Maria, con la tua mente devi:
– ricreare la scena dell’evento menzionato e sentire che il Signore ti chiama ad esserne contemporaneo, protagonista;
– ringraziare il Signore per l’evento che ha compiuto. Ringraziare significa aprire gli occhi su un dono. Avvertirai allora che tutti gli eventi della vita di Gesù sono un dono che attualmente ti viene donato.
– supplicherai Dio di accordare grazie a te, ai tuoi, alla Chiesa… in virtù dei meriti che Cristo ha ottenuto attraverso l’evento che vai rivivendo.
Se farai così, ti accorgerai in breve che la preghiera del Santo Rosario diventerà la tua preghiera preferita.
7. La terza cosa che ti raccomando consiste nel fare qualcosa per il Signore: sarà una premura fatta in casa o al tuo prossimo, offerta in cuor tuo al Signore; sarà un silenzio paziente offerto al Signore al posto di rispondere; sarà una piccola rinuncia nel cibo, nei divertimenti, in tante altre cose… fatta per il Signore o per la Madonna.
Vedrai se non sentirai accendersi subito qualcosa dentro di te!
San Tommaso dice che la mortificazione è la molla della devozione.
Come sai, la molla ha questo di proprio: che scatta.
Sarebbe bello se in te subito scattasse qualcosa che rapisce il tuo cuore verso il Signore.
È quello che tu desideri ed è quello che sommamente desidera anche il Signore.
Lo desidero anch’io e per questo ti assicuro la mia preghiera e la mia benedizione.
Padre Angelo