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Quesito

Gentile Padre Angelo,
vorrei porle una domanda sul comportamento che si dovrebbe assumere riguardo le messe domenicali e festive.
Non partecipare è sempre peccato?
Le espongo il caso pratico.
Sono credente, ho fede e mi impegno sempre nel rispettare le leggi del Signore, frequento sempre le messe di precetto, ma mi è capitato di essere invitata per le vacanze da amici e anche da parenti, a cui sono molto legata, in luoghi esotici dove purtroppo non ci sono chiese e saprei già di non poter assistere alle messe di precetto.
Che cosa si dovrebbe fare in queste situazioni?
Si dovrebbe rinunciare ai viaggi per questi eccezionali casi di mancanza pur sapendo di procurare dispiacere a parenti ed amici?
E anche in situazioni in cui queste vacanze si vanno a ricercare (penso anche ai viaggi di nozze degli sposi) dovrebbe essere preclusa sempre e comunque la meta in certi posti perché si sa che non ci sono chiese nei luoghi in cui si vuole andare in visita per le vacanze?
Elena


Risposta del sacerdote

Cara Elena,
1. il Catechismo della Chiesa Cattolica afferma: “Coloro che deliberatamente non ottemperano a questo obbligo commettono un peccato grave” (CCC 2181).
Va notato l’avverbio deliberatamente.
E allora tanto nel primo come nel secondo caso da te presentato, dal momento che le vacanze in un paese lontano non vengono fatte per tralasciare la partecipazione alla Messa ma per altri motivi, non si commette un peccato grave.

2. Tuttavia va ricordato che nel terzo comandamento “ricordati di santificare le feste” si intersecano due precetti: uno di diritto naturale e l’altro di diritto ecclesiastico.
In terzo comandamento include “un precetto di diritto naturale – dice San Tommaso – nel senso che l’uomo deve destinare un dato tempo della sua vita alle cose divine. Infatti l’inclinazione naturale porta l’uomo a destinare a ogni cosa necessaria un dato tempo: così egli fa per il vitto, per il sonno e per altre cose simili. Perciò l’uomo secondo il dettame della ragione naturale deve destinare del tempo anche al ristoro spirituale, saziando di Dio la propria anima. Ecco quindi che la destinazione di un dato tempo per attendere alle cose divine costituisce un precetto morale.
Ma la determinazione di un giorno particolare, quale ricordo della creazione del mondo, fa di questo comandamento un precetto ecclesiastico” (Somma Teologica, II-II, 122, 4, ad 1).
Ciò significa che, se una persona può essere dispensata dal precetto ecclesiastico che comanda di santificare la festa attraverso la partecipazione alla Santa Messa, non si è dispensati dal diritto naturale di dare culto a Dio.
Pertanto chi va in vacanza in luoghi lontani, dove non può partecipare alla Messa, dovrebbe sopperire a questa lacuna dedicando il tempo corrispettivo alla preghiera, alla lettura della Sacra Scrittura, alla meditazione. In altre parole, dovrebbe dedicare una porzione di tempo a saziare la propria anima di Dio, per dirla con san Tommaso.

Ti ringrazio per il quesito, ti prometto un ricordo al Signore e ti benedico.
Padre Angelo