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Quesito
Carissimo Padre,
leggo ed ascolto diverse interpretazioni di questo brano del Vangelo, differenti fra loro anche nella sostanza. Alcune esaltano la testimonianza della vedova: “Questa donna fa in anticipo ciò che fa Gesù che sarà il vero tempio, la vera presenza di Dio, e dà tutto, è come Dio” (Lc 21,1-4).
Altre parlano più un sentimento di compassione nei suoi confronti sottolineando soprattutto il ruolo dell’istituzione religiosa. Secondo queste interpretazioni, sembrerebbe che il fulcro non sia la vedova ma il tempio. Il messaggio che Gesù vuole trasmettere non sarebbe l’esaltazione (anzi) del comportamento della vedova (vittima dell’istituzione religiosa) che si dissanguava ed offriva tutta la sua vita per mantenere in piedi il tempio. Gesù vorrebbe sottolineare che quella istituzione con i proventi doveva mantenere i deboli della società, in particolar modo le vedove e gli orfani, mentre faceva il contrario. Per questo Gesù dice (nei versetti successivi) che non sarà lasciata pietra, che non ha ragione di esistere, una istituzione religiosa che, anziché aiutare gli ultimi, i deboli, li sfrutta per il proprio mantenimento.
Due interpretazioni diametralmente opposte.
Caro P. Angelo puoi immaginare il turbamento che simili situazioni possono determinare in chi con molto semplicità e umiltà cerca la verità, la luce.
Un fraterno abbraccio,
Cesare
Risposta del sacerdote
Caro Cesare,
1. mi pare che tutte e due le interpretazioni vadano oltre il significato immediato che tutti facilmente colgono.
Per vedere quale sia il significato immediato è opportuno comprendere questo testo come l’hanno capito quelli che sono stati più vicini a Gesù e hanno ereditato l’insegnamento degli apostoli. Questi sono i Santi Padri.
2. Ecco che cosa dice San Giovanni Crisostomo, che è uno dei quattro grandi dottori della Chiesa orientale: “Dio non guarda alla parvità dell’offerta, ma alla quantità dell’affetto.
L’elemosina non è dare poche cose tra molte, ma fare ciò che fece la vedova, che si svuotò di ogni sua proprietà.
E se non puoi offrire tanto quanto la vedova, offri almeno tutto il tuo superfluo”.
3. San Cirillo: “Essa offriva due spiccioli che si era guadagnati con il sudore per il pane quotidiano; oppure ciò che ogni giorno questuava dalle mani degli altri lo dona a Dio mostrando così che la sua povertà diviene fruttuosa per lei. Quindi supera gli altri e secondo il giusto giudizio viene incoronata da Dio. Per questo Gesù continua: “In verità vi dico: questa donna povera ha messo più di tutti”.
4. San Beda: “Tutto ciò che gli offriamo con animo ben disposto è accettabile a Dio, il quale soppesa non la sostanza ma il cuore, e non esamina la quantità che viene sacrificata, ma da quale quantità viene offerta. Donde segue: tutti costoro infatti hanno deposto come offerta del loro superfluo, questa invece nella sua miseria ha dato tutto quanto aveva per vivere”.
5. San Leone magno: “Nessuno, carissimi, può ritenersi estraneo ad una buona azione. Nessuno sia giustificato dalla sua povertà, come se essa fosse a stento sufficiente a lui e non potesse giovare ad un altro.
Ciò che è offerto da chi è piccolo è grande, e nella scala della giustizia divina si viene valutati non sulla base della quantità dei doni ma sulla base del peso delle anime.
La vedova del Vangelo ha messo due monete nella camera del tesoro, e questo ha sorpassato i doni di tutti i ricchi.
Nessun atto di pietà è di poco valore agli occhi di Dio. Nessun atto di compassione è infruttuoso.
Egli ha dato risorse diverse agli uomini, ma non chiede sentimenti diversi” (Sermone 20,3,1).
6. San Cipriano: “Veramente beata e degna di gloria quella donna che merita di essere lodata dalle parole del Giudice prima del giorno del giudizio!
I ricchi si vergognino della loro infruttuosità e della loro grettezza. Si trova che una vedova prima di mezzi fa la carità; poiché tutto quello che è portato ed è donato agli orfani e alle vedove, essa offre, mentre dovrebbe ricevere, perché noi capiamo quale castigo attenda il ricco che non fa elemosina, dal momento che secondo questa testimonianza anche i poveri devono fare la carità”.
7. Questi sono i commenti più salutari e che vanno a toccare il cuore di tutti per muoverlo al bene.
Ti benedico, ti auguro ogni bene e ti ricordo nella preghiera.
Padre Angelo