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Quesito

Caro Padre Angelo
ho delle domande da porgerle:
io ho sempre saputo che se uno tace volontariamente un peccato durante la confessione questa non è valida, ma mi sono chiesta tutta la confessione non è valida o solo quello che riguarda quel peccato? Cioè basta che alla prossima confessione si confessi quel peccato o si devono riconfessare tutti i peccati, come se non fosse mai avvenuta? e se uno ha mentito in confessione che succede? come si deve comportare?

Un altro tema che mi fa sorgere dubbi è se il matrimonio tra due persone non credenti è valido davanti a Dio.
Conosco delle coppie che si sono sposate in Chiesa solo per fare un piacere ai genitori, ma non credono anzi sono contrari alla Chiesa, ne parlano sempre male e non hanno battezzato i figli. Io credo che il loro matrimonio non sia valido ma vorrei chiederlo a chi ne sa sicuramente più di me.
Grazie mille


Risposta del sacerdote

Carissima,
1. se uno tace volontariamente un peccato grave profana il sacramento della Confessione perché si accosta al sacramento senza volontà di pentirsi e tornare al Signore.
Che riconciliazione con Dio è quella di chi non è pentito di un peccato grave o non lo vuole sottoporre alla sua misericordia?

2. Come vedi, anche se fosse pentito degli altri peccati, non ristabilisce l’amicizia con Dio. E pertanto permane in peccato. Nessun peccato gli viene tolto.
Inoltre tacendo volontariamente un peccato grave rende impossibile a se stesso l’applicazione dell’assoluzione che il sacerdote gli dà. E pertanto compie un sacrilegio.
E così rende ancora più grave la propria situazione.

3. Di conseguenza, qualora tornasse a confessarsi, deve accusare tutti i peccati accusati nella precedente confessione, perché nessuno gli è stato tolto.
Inoltre deve accusarsi anche di aver taciuto volontariamente un peccato grave nella precedente confessione, perché si è gravato del peccato di sacrilegio.

4. Circa la seconda domanda: bisogna distinguere se gli sposi sono battezzati o non sono battezzati.
Se non sono battezzati e si sposano in comune il loro matrimonio è valido, sebbene non sia un sacramento, perché il matrimonio è stato istituito da Dio all’alba della creazione.
Perciò il matrimonio fra atei non battezzati o fra appartenenti ad altre religioni è un vero matrimonio.

5. Se invece sono battezzati il loro matrimonio è canonicamente valido.
Qualcuno però pensa che non credendo affatto al sacramento ed essendosi sposati in Chiesa solo per non dare dispiacere ai parenti o perché la cerimonia è più bella non abbia inteso fare ciò che intende la Chiesa con quel sacramento. E pertanto, come sacramento, sarebbe nullo.
È una pista di riflessione offerta da Benedetto XVI. Ma su questo punto il Papa non si è impegnato. Ha detto che vale la pena riflettere.
Per ora i canonisti non si sono ancora espressi in maniera esplicita e unanime.

Ti saluto, ricordo al Signore e ti benedico.
Padre Angelo