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Quesito
Caro Padre Angelo,
Le scrivo perché sono molto in difficoltà con mia moglie. Entrambi siamo molto credenti e abbiamo costruito la nostra famiglia sulla Fede (abbiamo 3 bambini). Non abbiamo mai usato alcun tipo di contraccezione artificiale, limitandoci a seguire i periodi di fertilità di mia moglie rimanendo sempre aperti alla vita.
Ora mia moglie da un anno a questa parte non vuole più avere rapporti perché ritiene che la vera famiglia cattolica, che ha come riferimento la Sacra Famiglia, si fondi su un amore puro e pieno che va oltre l’aspetto carnale. Secondo mia moglie infatti la sessualità, anche se vissuta correttamente e nel matrimonio, sarebbe una concessione di Dio all’uomo (“nella concupiscenza sei stato generato” cita sempre questo passo e altri in cui si dice che sarebbe meglio per un uomo non avere moglie) per la sua natura di peccatore.
Mi trovo molto in difficoltà, io la amo profondamente e rimango fedele alla Promessa, però tutto questo, dopo mesi e anni, mi mette in difficoltà…
Vorrei un suo parere sulla mia situazione se possibile.
Grazie infinite, Dio la benedica.
Risposta del sacerdote
Carissimo,
1. tua moglie sbaglia.
L’amore coniugale ha anche la componente carnale.
Non per niente all’alba della creazione Dio disse: “i due saranno una carne sola”.
2. Il Concilio, nella Gaudium et spes n. 49, parlando della moralità degli atti coniugali afferma che “questi atti, con i quali gli sposi si uniscono in casta intimità e per mezzo dei quali si trasmette la vita umana, sono onesti e degni (honesti ac digni sunt),e compiuti in modo veramente umano, favoriscono la mutua donazione che essi significano ed arricchiscono vicendevolmente in gioiosa gratitudine gli sposi stessi”.
In casta intimità significa che rimangono aperti alla vita, escludendo ogni forma di contraccezione come già voi fate.
3. Il Catechismo della Chiesa Cattolica a sua volta dice: “Gli atti coi quali i coniugi si uniscono in casta intimità, sono onorevoli e degni, e, compiuti in modo veramente umano, favoriscono la mutua donazione che essi significano, ed arricchiscono vicendevolmente in gioiosa gratitudine gli sposi stessi ». La sessualità è sorgente di gioia e di piacere.
Il Creatore stesso… ha stabilito che nella reciproca donazione fisica totale gli sposi provino un piacere e una soddisfazione sia del corpo sia dello spirito.
Quindi, gli sposi non commettono nessun male cercando tale piacere e godendone. Accettano ciò che il Creatore ha voluto per loro. Tuttavia gli sposi devono saper restare nei limiti di una giusta moderazione” (CCC 2362).
4. E ancora: “L’amore coniugale comporta una totalità in cui entrano tutte le componenti della persona – richiamo del corpo e dell’istinto, forza del sentimento e dell’affettività, aspirazione dello spirito e della volontà -; esso mira a una unità profondamente personale, quella che, al di là dell’unione in una sola carne, conduce a non fare che un cuore solo e un’anima sola” (CCC 1643).
5. Il Concilio ricorda che “là dove, infatti, è interrotta l’intimità della vita coniugale non è raro che la fedeltà corra rischi e possa venir compromesso il bene dei figli: allora sono in pericolo anche l’educazione dei figli e il coraggio di accettarne altri” (GS 51).
6. Inoltre in nessun passo della Sacra Scrittura si legge: “ Nella concupiscenza sei stato generato”.
C’è un versetto del Salmo Miserere che suona così: “Ecco, nella colpa io sono nato, nel peccato mi ha concepito mia madre” (Sal 51,7).
Ma il peccato non consiste nell’intimità coniugale, voluta da Dio stesso quando ha detto “Crescete e moltiplicatevi”, ma nell’inclinazione al male che il comune genere umano eredita dal peccato originale.
7. La Bibbia di Gerusalemme commenta questo versetto con le seguenti parole: “Ogni uomo nasce impuro (cfr. Gb 14,4) e perciò stesso incline al male (Gn 8,21).
Questa impurità fondamentale è qui allegata come una circostanza attenuante di cui Dio deve tenere conto. La dottrina del peccato originale sarà esplicitata in Rm 5,12-21, in correlazione con la rivelazione della redenzione per mezzo di Gesù Cristo”.
8. Il biblista Marco Sales, anteriormente alla Bibbia di Gerusalemme, ha scritto: “Queste parole non si possono intendere che del peccato originale.
Il salmista infatti non accusa i suoi genitori di averlo generato in modo peccaminoso per adulterio o fornicazione, ma parla di un peccato suo, contratto nella sua concezione e nella sua nascita e afferma che la madre lo ha generato contaminato dalla macchia del peccato originale.
I genitori comunicano ai loro figli una natura decaduta, inclinata al male e contaminata (cfr. Gb 14,4).
La rivelazione del Nuovo Testamento porterà maggior luce su questo dogma del peccato originale, che si trova chiaramente affermato nell’Antico Testamento in questo e in altri passi”.
9. L’impurità in cui si nasce non è una colpa del bambino né dei genitori, ma consiste nell’essere privi della grazia santificante a motivo del peccato originale.
Questa impurità viene tolta ordinariamente per mezzo del battesimo.
Con la speranza che tua moglie approfondisca in maniera corretta il disegno santificante di Dio sul matrimonio e sull’amore umano, vi auguro ogni bene, benedico voi e i vostri carissimi figli e vi ricordo nella preghiera.
Padre Angelo