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Quesito

Gentile padre Angelo,
mi chiamo …. e ho … anni. Da qualche tempo ho scoperto il vostro sito e mi sono deciso a scriverle per esporle la mia situazione.
Sono uno studente al … anno di Medicina. Quando ho scelto questo corso di studi i miei  interessi e sentimenti, i consigli delle persone, che avevo accanto, e anche degli avvenimenti esterni mi hanno spinto a pensare che quella era la mia vocazione. I primi anni sono andati benissimo e nonostante le difficoltà e le fatiche provavo molto entusiasmo, soprattutto perché mi sembrava di adempiere a quanto Gesù dice nel capitolo 25 del Vangelo di Matteo: “ero malato e siete venuti a visitarmi”. Negli ultimi due anni tuttavia ho perso qualsiasi entusiasmo, non sono riuscito a dare quasi nessun esame e addirittura l’odore stesso dell’ospedale e degli ammalati mi fa venire la nausea. Mi sento molto in colpa per queste sensazioni e non riesco a spiegare questo cambiamento quasi repentino. 
Oltre ai problemi negli studi c’è stato anche un affievolimento nella vita di fede. Prima di quel periodo cercavo di andare a Messa non solo la Domenica, ma anche durante la settimana soprattutto in occasione di feste o memorie, perché pensavo che la vita di quei santi, che la Chiesa ci invita a venerare, poteva essere di esempio anche per la mia. Quando si sono presentate le prime difficoltà, ho cominciato a pensare che stavo trascurando gli studi, che gli altri mi avrebbero preso per un bonaccione, che va in chiesa invece di adempiere ai propri obblighi. Ho relegato così la Santa Messa solo alla Domenica e alle festività di precetto. Solo recentemente mi sono reso conto della mia stupidità nel pensare che fosse quella mezz’ora dedicata all’Eucarestia il problema. I problemi nello studio infatti non si sono risolti e ho notato un peggioramento dal punto di vista caratteriale e morale.
Adesso cerco nuovamente di andare a Messa quasi tutti i giorni, di confessarmi frequentemente, di leggere la Sacra Scrittura, prego quotidianamente il Santo Rosario e la Liturgia delle Ore (solo Lodi e Vespri) e in questi momenti provo una grande gioia. Vivo in una località, nella quale ci conosciamo quasi tutti almeno di vista, e alcune persone vedendomi frequentare così spesso la parrocchia hanno cominciato a farmi domande del tipo: “Hai deciso di entrare in seminario?”, “Se non devi andare in seminario, cosa stai combinando nella tua vita, visto che ti vediamo quasi tutti i giorni in chiesa (sottinteso: non hai altro da fare)?”. Io però considero la Santa Messa il centro della giornata, la sorgente e il culmine di tutto ciò che faccio e quindi cerco di organizzarmi per potervi partecipare senza ovviamente trascurare gli altri miei doveri. Forse ho un carattere troppo permaloso, ma quelle domande mi fanno sentire a disagio e quindi cerco di rispondere in modo sbrigativo. 
Sto peccando nell’omettere di spiegare la mia situazione a queste persone, che conosco comunque solo di vista, e nel dire invece che va tutto bene? Dovrei avere l’umiltà di ammettere le mie difficoltà anche davanti a loro? 
Le frequenti domande sul seminario mi hanno fatto pensare alla vocazione al sacerdozio. (…).
Arrivato a questo punto nei miei studi, vorrei però terminarli, ma non so cosa fare dopo. Ritengo un’ingratitudine infatti dopo i tanti sacrifici della mia famiglia e della collettività, che paga le tasse anche per l’Università e le borse di studio, non mettere al servizio degli altri le conoscenze acquisite. D’altra parte mi sembra ingiusto e rischioso anche mettere in pericolo la vita degli altri praticando una professione, per la quale ormai sento una vera e propria repulsione.  Non riesco a capire se quest’ultima poi sia una tentazione per distogliermi dalla mia vocazione o un segnale che il progetto su di me sia un altro.
Mi sembra di aver sbagliato tutto, di essere soltanto uno scansafatiche, che vuole tenere il piede in più staffe, non sa prendere una decisione definitiva e usa la religione solo come un conforto. Sono sicuro però che il Signore, che ha tirato fuori la vita da un sepolcro, saprà tirare fuori il bene anche da questa mia crisi. Vorrei però, se esiste, avere qualche consiglio per capire ciò che Lui potrebbe volermi dire con tutto questo e discernere chiaramente la mia vocazione.
Nel vostro sito ho letto inoltre informazioni sulla Milizia Angelica e la Confraternita del SS. Rosario. Non so se sia un problema il fatto che viva in Sardegna, perché magari appartiene ad una provincia dell’Ordine diversa. Comunque mi piacerebbe essere iscritto a tutte due e questi sono i miei dati:
Mi scuso enormemente per la lunghezza, per i vari problemi trattati e per il disordine nell’esposizione, ma desideravo spiegarle nel dettaglio la mia situazione. Non si preoccupi se non potrà rispondere subito. Nel momento in cui le scrivo (18 Agosto) abbiamo celebrato da pochi giorni la solennità dell’Assunzione. Prego che la Vergine Maria la guidi sempre in questo servizio e nella sua missione sacerdotale.
Un cordiale saluto,


Risposta del sacerdote

Carissimo, 
1. ti ringrazio anzitutto per la preghiera che mi hai promesso perché la Vergine Maria mi guidi sempre in questo servizio e nella mia missione sacerdotale.
Che cosa posso desiderare più?
Il 17 di questo mese di agosto noi domenicani abbiamo celebrato la memoria di San Giacinto. Era stato accolto dal Santo padre Domenico, l’aveva vestito del nostro abito e poi l’aveva mandato nella sua patria, la Polonia, che in gran parte era ancora da evangelizzare.
In un testo antico si legge di questo santo che “per Maria era tutto affetto, tutto tenerezza, tutto trasporto: affetto, tenerezza e trasporto che ben gli meritò una singolarissima corrispondenza per parte di Maria: perché Maria gli promise in vita che gli avrebbe ottenuto dal Figlio quanto mai fosse per domandarle”.
Auguro anche a te una grazia come quella che ricevette San Giacinto: la Madonna ti ottenga dal Figlio suo tutto quello che domandi.

2. Adesso la richiesta che rivolgi a Dio è la stessa che lo Spirito Santo ha suscitato in Davide: “Fammi conoscere la strada da percorrere, perché a te s’innalza l’anima mia” (Sal 143,8).
Sono certo che la Madonna ti otterrà questa singolarissima grazia perché ogni giorno la fai entrare nella tua vita in maniera solenne e premurosa con la recita del Santo Rosario.
Da adesso, con la tua iscrizione alla confraternita del Santissimo Rosario, la tua preghiera sarà rinforzata dalle preghiere e dai meriti della grande famiglia di San Domenico, di quella che è in terra e soprattutto di quella che è in cielo.
Anche San Giacinto interviene volentieri per presentare alla Madonna la tua richiesta. A lui la Madonna ha promesso che non gli avrebbe mai detto di no, ma che gli avrebbe ottenuto tutto.

3. Inoltre chiedi di far parte della Milizia Angelica e proprio per questo anche San Tommaso interverrà per ottenerti il dono della purezza senza della quale non è percorribile la strada del sacerdozio.
Sono certo che da questa tua duplice richiesta la tua vita spirituale otterrà particolare incremento.

4. Mi dici che la vocazione del medico, che negli anni passati ti aveva tanto attratto, adesso sembra essere svanita.
Nel contempo hai ritrovato un certo fervore nella tua vita cristiana per cui Cristo sta diventando sempre più il centro della tua vita e ti interroghi, anche a motivo delle richieste della gente, se il Signore non ti stia chiamando all’esercizio di un’altra medicina, che dà la salute non per qualche tempo ma per sempre, per l’eternità.
Giovanni Paolo II, in occasione del 50º del suo sacerdozio, ha ricordato che la sua vocazione è nata dalle domande della gente. Sebbene lui si fosse iscritto all’università per studiare filologia polacca, la gente lo vedeva fatto per il sacerdozio. Cominciò a interrogarsi e alla fine decise di intraprendere questa strada.
Non escludo questa possibilità neanche per te.

5. Ma in questo momento è doveroso che tu concluda gli studi di medicina sia per coronare i tanti sacrifici sostenuti dai tuoi genitori per mantenerti all’università, sia per formare il tuo carattere e superare le inevitabili ritrosie e stanchezze che si provano sempre nell’adempimento del proprio dovere, sia anche perché dopo il dovuto discernimento vocazionale potrebbe palesarsi con certezza che la tua strada non sia quella del sacerdozio.
Pertanto sulla necessità di andare avanti e di concludere i tuoi studi di medicina non deve esserci alcuna incertezza.

6. Intanto anche nel caso che la tua strada non sia quella del sacerdozio, Cristo deve rimanere al centro della tua vita e, se la tua vocazione sarà quella di essere medico, anche al centro della tua professione medica.
Mi piace pensare a San Giuseppe Moscati, primario diagnostico a Napoli che non visitava i pazienti se al mattino non aveva fatto la comunione. Gli pareva di avere meno lumi. E talvolta riceveva illuminazioni dall’alto così chiare che a non poche persone ha detto: “Lei, più che di me, ha bisogno del confessore”, diagnosticando così che la malattia aveva un’origine preternaturale. E che per questa malattia il rimedio doveva essere di ordine soprannaturale, quello della grazia.
Anche San Giuseppe Benedetto Cottolengo non permetteva ai medici di visitare i pazienti nella Casa della Divina Provvidenza se non avevano fatto la Comunione. La motivazione è la medesima che avrebbe riportato un secolo dopo San Giuseppe Moscati.

7. Pertanto nel caso che la tua vocazione debba essere quella laicale, non tornare indietro dall’itinerario che stai conducendo.
È una grazia troppo grande quella che il Signore ti ha dato dell’eucarestia quasi quotidiana, della lettura della Sacra Scrittura, della preghiera del Santo Rosario e di alcune parti della Liturgia delle Ore.
Tu stesso ti sei accorto della “stupidità” (sono tue parole) di togliere qualcosa al Signore per applicarti meglio allo studio. 
Adesso invece stai toccando con mano la verità di quanto diceva Giovanni Paolo II: “Non abbiate paura di dare il vostro tempo a Cristo, perché lo restituisce sempre e carico di benedizioni”.

8. Mentre i tuoi studi di medicina vanno avanti, valuta seriamente la possibile vocazione al sacerdozio.
Ti suggerirei di non parlarne per ora con nessuno al di fuori del tuo confessore o del tuo direttore spirituale.
Ti consiglio anche di parlarne loro sub secreto perché la tua disamina sia assolutamente libera.
Alla gente che ti interroga, tu rispondi che vuoi essere un buon cristiano e che ti pare che ogni cristiano come minimo debba fare così.

9. Non credo che vi siano problemi particolari per il punto riguardante la sessualità cui hai accennato, che io ho messo tra parentesi nella tua mail per garantire meglio la privacy.
Il motivo è che forse si tratta più di un’idea fissa che della realtà, perché di fatto non c’è stato nulla – come mi dici – né nel dire né nel fare su quell’argomento.

10. Il consiglio che ti do in questo momento è quello che darei a chiunque altro: cerca di essere sempre più casto, sempre più santo.
Come diceva il grande Cassiano, non permettere al demone della fornicazione di entrare con la sua testa nei tuoi pensieri perché diversamente non riesci più a cacciarlo fuori.
Con la grazia di Dio, con l’aiuto della Madonna, con l’intercessione dei Santi e in particolare di San Tommaso e di San Giacinto, con la buona volontà e con l’ascesi da parte tua puoi diventare sempre più puro.
La condizione è, come minimo, che non vi siano mai cadute gravi.
Se la tua mente rimane limpida, anche a motivo dell’impegno ascetico di rintuzzare ogni pensiero impuro, la via da percorrere si farà sempre più chiara e potrai guardare al tuo futuro serenamente, certo in ogni caso di fare la volontà di Dio che ha grandi progetti di bene su di te.

Ti assicuro la mia preghiera, ti auguro ogni bene, e ti benedico.
Padre Angelo

p.s.: l’appartenenza territoriale ad un’altra provincia religiosa (tu per i domenicani apparterresti alla provincia del centro) non preclude in nessun modo la possibilità di essere iscritto da noi, che apparteniamo alla provincia religiosa del nord, tanto alla Confraternita del Santissimo Rosario quanto alla Milizia Angelica di San Tommaso