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Quesito
Caro Padre Angelo,
sono un ragazzo molto giovane, in piena adolescenza, vorrei porle alcuni quesiti sulla mia vita cristiana.
Cerco sempre di essere un buon cristiano in tutti i momenti della mia vita, tuttavia anche io cado nelle grinfie del demonio a causa del peccato della masturbazione
Anche a scuola quando i miei amici parlano di sesso o fanno dei “pensierini” su delle ragazze cerco sempre di allontanarmi ed un paio di volte mi è capitato di essere stato anche criticato per questo mio atteggiamento. Così subentra lo scoraggiamento.
A volte dopo il peccato, anche se non è la masturbazione, penso che Dio mi invia sofferenze e interpreto tutte le piccole e grandi difficoltà quotidiane come sofferenze per la purificazione dell’anima.
Le chiedo di schiarirmi un pò le idee in proposito per farmi vivere la pace che solo Gesù Cristo può portare.
Intanto Le assicuro la mia umile preghiera.
Risposta del sacerdote
Carissimo,
1. ho capito bene che cosa vuoi dire: dopo aver compiuto un peccato grave, senti che le cose non vanno più come prima. Ti pare che Dio ti invii delle sofferenze per purificarti.
C’è del vero in tutto questo, perché la grazia, oltre a darci una comunione con Dio da cuore a cuore, è uno scudo, è una difesa.
Quando perdi la grazia, perdi la tua forza, perdi la tua protezione, che è Dio.
Di recente un nostro giovane visitatore, afflitto anche se più raramente dal tuo stesso problema, mi descrive questa sensazione dopo il peccato: “mi sento svuotato, demoralizzato e ferito spiritualmente perché mi rendo conto che quello che ho fatto è sbagliato”.
Persa la protezione divina in questo come in altri casi, ti metti in balia del tuo avversario ed ecco che non tutto fila liscio.
Come vedi, non è Dio che ci manda delle sofferenze, ma siamo noi che eliminando la protezione divina ci esponiamo a tutto.
Tuttavia Dio permette queste sofferenze perché capiamo e cambiamo vita, e le permette anche per purificarci.
Come vedi, c’è una differenza tra inviare le sofferenze e permetterle.
Nel primo caso Dio le vuole, nel secondo Dio non le vuole, ma lasciandoci la libertà, permette che ci consegniamo al nostro avversario.
Tuttavia anche da questo male vuole ricavarne un bene: che noi impariamo la lezione e ci purifichiamo.
2. Quando ti capita di cadere in questo peccato, va subito a confessarti.
Con la confessione la tua anima torna pura e sei interiormente protetto dalla presenza di Dio e del tuo Angelo.
Prendi la buona abitudine di confessarti tutte le settimane, indipendentemente dalla caduta. La confessione ti dà forza.
Mi pare che nella tua anima, a parte questa caduta, ci sia una sensibilità verso ciò che è puro, bello e gradito al Signore.
3. Fai bene a sentirti a disagio quando i tuoi compagni parlano malamente della sessualità. Dio non ce l’ha donata perché facciamo del nostro corpo un oggetto di libidine. E neanche le ragazze possono essere ridotte a oggetto di libidine.
S. Paolo dice in maniera molto forte: “Perché questa è la volontà di Dio, la vostra santificazione:
che vi asteniate dall’impudicizia,
che ciascuno sappia mantenere il proprio corpo con santità e rispetto, non come oggetto di passioni e di libidine, come i pagani che non conoscono Dio;
che nessuno offenda o inganni in questa materia il proprio fratello, perché il Signore è vindice di tutte queste cose, come già vi abbiamo detto e attestato.
Dio non ci ha chiamati all’impurità, ma alla santificazione. Perciò chi disprezza queste norme, non disprezza un uomo, ma Dio stesso, che ci dona il suo santo Spirito” (1 Tess 4,3-8).
4. Con i tuoi compagni continua ad agire così. Stai certo che il tuo comportamento dice alla loro coscienza molte più cose di quante ne diresti con le parole.
Anche se lì per lì cercano di difendersi criticandoti, di fatto almeno alcuni avvertono qualcosa, forse un segreto richiamo, dal tuo comportamento.
Del Beato Pier Giorgio Frassati si legge che quando era con i suoi compagni nessuno di loro aveva il coraggio di cominciare a parlare in maniera oscena.
E se lui sopraggiungeva quando i suoi compagni parlavano di cose oscene, più nessuno riusciva ad andare avanti.
Come sarebbe bello se questo avvenisse anche per mezzo di te.
5. Quando torni a casa, dopo certe critiche dei tuoi compagni, anziché lasciarti prendere dallo scoraggiamento, mettiti a pregare per loro. Prendi in mano la corona del Santo Rosario. Sentirai allora la presenza di Dio e della beata Vergine Maria, infinitamente più soave e più duratura di ogni libidine.
6. Ugualmente, quando stai per essere assalito da questa tentazione, mettiti a pregare col Rosario. Vedrai che alla presenza di Maria tutto svanisce.
Chiedi a lei esplicitamente di darti un cuore puro. Vedrai che non farà la sorda!
Ti ringrazio della preghiera che mi assicuri.
Anch’io farò volentieri la stesa cosa per te.
Intanto ti benedico.
Padre Angelo