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Quesito

Caro Padre Angelo,
vorrei ringraziarla a nome mio e di tutti i fedeli per questo bellissimo servizio molto utile per chi come me si pone tante domande nella vita e cerca per quanto possibile di darsi delle risposte.
Sono un ragazzo di venticinque anni e prima di esporre il mio problema volevo accennare brevemente la storia di questi ultimi sei anni, per comprendere meglio la mia condizione.
Nei primi anni del 2000 ho avuto una storia d’amore con una ragazza. In quel periodo pur essendo sempre cristiano cattolico, andavo solo saltuariamente in Chiesa e non sempre mi preoccupavo di rispettare i dieci comandamenti. Diciamo che ero un tipo libertino.
In questa relazione, durata per tre anni e mezzo e molto intensa soprattutto per quanto concerne l’aspetto erotico, abbiamo avuto il nostro primo rapporto sessuale. Tuttavia, man mano che la nostra storia continuava, mi accorgevo sempre di più che le nostre affinità erano solo di tipo fisico e non incentrate sull’amore puro, concetto che poi avrei capito in seguito. Nonostante l’attuale buona amicizia, i nostri egoismi pian piano hanno frantumato il nostro rapporto fino a portarci alla separazione e all’allontanamento.
Dopo questa relazione pian piano è avvenuta in me una lenta ma decisa trasformazione che mi ha portato ad avvicinarmi sempre di più alla Chiesa. Sentivo che qualcosa in me stava cambiando, così decisi di andare alla Cattedrale di S. Michele Arcangelo di Cortona per assistere alla messa e confessare i miei peccati impuri. Il sacerdote confessandomi mi aveva consigliato di seguire un percorso di profonda penitenza e di fede che ho diligentemente seguito. Ho scoperto per la prima volta cosa significava amare in senso lato, “Agape”, un forte senso di gioia ha incominciato a pervadermi dentro per tutte le piccole cose del mondo. Non avevo mai provato una sensazione di questo tipo.
Passa qualche anno e mi rendo conto di essere diverso. La mancanza di una compagna tuttavia incomincia a farsi sentire. Ho sofferto e sto soffrendo molto per questo, sento il bisogno di una persona fisica che mi ami, così come sento il bisogno intenso di amare Dio. L’amore che sento di trasmettere è diverso rispetto al passato, un amore fatto di profondi sentimenti, di rispetto, un amore che deve essere assaporato lentamente che sia in grado di far sognare e che non si riduca mai più al “tutto e subito”. Mi capita di piangere spesso la notte per questo e a volte mi sento anche un po’ ingenuo. Essendo di bell’aspetto molte ragazze mi si avvicinano, ma non riescono a capire questo mio modo di pensare facendomi soffrire ancora di più.
Cercare una ragazza per instaurare un rapporto fatto di puri sentimenti senza dover scivolare per forza nell’atto sessuale oggi è molto difficile. Gli amici a volte mi capiscono e a volte no, così mi sento sempre più solo. Sono convinto che è stato Gesù Cristo a plasmarmi e solo lui mi sta dando la forza di continuare su questa strada, ma è molto difficile.
A volte commetto atti impuri che ripetutamente confesso, prego tutte le sere e vado tutte le settimane in Chiesa per chiedere aiuto al Signore affinché non smarrisca la strada maestra.
Le tentazioni impure sono sempre alle porte e non sempre riesco a combatterle con efficacia.
Le sarei profondamente grado se potesse darmi qualche consiglio in merito alla mia situazione e mi scuso fin da ora per la lunghezza di questa mail.
Con grande affetto,
Marco


Risposta del sacerdote

Caro Marco,
1. penso che diverse volte nella tua volta, guardandoti a ritroso e vedendo le grandi trasformazioni che il Signore ha attuato in te, ti sarà venuta la voglia di recitare insieme con Maria il Magnificat.
Leggendo la tua testimonianza, io stesso ho sentito l’esigenza di dirlo per te. È molto bello poter condividere fra di noi i trionfi di Cristo.
Penso che più d’uno dei nostri visitatori sarà trasportato a fare la stessa cosa.

2. Raccontando la tua precedente esperienza, vissuta nel rapporto erotico, concludi dicendo: “i nostri egoismi pian piano hanno frantumato il nostro rapporto fino a portarci alla separazione e all’allontanamento”.
Non poteva succedere che così.
Mi piace ricordarti quando afferma il magistero della Chiesa in un bel documento del Pontificio Consiglio per la famiglia, Sessualità umana: verità e significato dice che “la castità è energia spirituale che libera l’amore dall’egoismo e dall’aggressività” (n. 19).
La castità libera dalla tentazione di ripiegarsi su se stessi e rende attenti alle necessità degli altri. Per questo protegge l’amore vero e lo fa diventare sempre più grande.
È inevitabile invece che l’impurità finisca per spegnere l’amore perché si slitta impercettibilmente verso un rapporto di possesso e di uso di se stessi e degli altri. E così si diventa incapaci di amare, di essere attenti ai bisogni dell’altro.
È stato detto giustamente che “la lussuria è una menzogna a fior di pelle, un possesso che si maschera da dono” (P. Ide, I peccati capitali, p. 83).

3. Scrive inoltre il Pontificio Consiglio per la famiglia: “Nella stessa misura in cui nell’uomo si indebolisce la castità, il suo amore diventa progressivamente egoistico, cioè soddisfazione di un desiderio di piacere e non più dono di sé” (n. 16).
E ancora: “Non si deve mai dimenticare che il disordine nell’uso del sesso tende a distruggere progressivamente la capacità di amare della persona, facendo del piacere – invece che del dono sincero di sé – il fine della sessualità e riducendo le altre persone a oggetto della propria gratificazione: così esso indebolisce sia il senso del vero amore tra l’uomo e la donna – sempre aperto alla vita – sia la stessa famiglia e induce successivamente al disprezzo della vita umana che potrebbe essere concepita, considerata allora come un male che minaccia in certe situazioni il piacere personale” (n. 105).
La motivazione è evidente: il disordine sessuale è sempre chiusura della persona in se stessa e va nella direzione opposta a quella del vero amore.
Il precetto divino “non commettere atti impuri” è ordinato a sbarrare la strada a chi stesse per correre il pericolo di spegnere in se stesso la capacità di amare. Nello stesso tempo stimola a battere altri percorsi per trovare la gioia pura e duratura, legata al dono di sé.

4. Racconti poi questa bella testimonianza della tua vita: “Il sacerdote confessandomi mi aveva consigliato di seguire un percorso di profonda penitenza e di fede che ho diligentemente seguito. Ho scoperto per la prima volta cosa significava amare in senso lato, “Agape”, un forte senso di gioia ha incominciato a pervadermi dentro per tutte le piccole cose del mondo. Non avevo mai provato una sensazione di questo tipo”.
Devo dire che è stata per te una vera grazia aver trovato un confessore così.
Ma il Signore ti stava già preparando e ha messo sui tuoi passi un sacerdote che non si è accontentato di darti un’assoluzione, ma ti ha aiutato a fare un percorso di penitenza e ti ha fatto scoprire il vero amore.
Un percorso di penitenza. Che bello!
E poi hai scoperto l’amore vero.
Che tu abbia provato una grande gioia non mi stupisce. Succede sempre così.
Gesù ha legato alla purezza di cuore non solo una gioia, ma una beatitudine, che è una gioia celeste. Ha legato alla purezza la più bella delle beatitudini, quella di vedere Dio (Mt 5,8), di gustare e possedere Dio.
E vedendo Dio, vedi anche le persone con uno sguardo diverso.

5. Adesso sei in attesa di una persona che condivida con te i tuoi ideali.
E invece di incontrarla, trovi solo ragazze cui sembra interessare più il tuo corpo che la tua anima. E questo ti delude. E giustamente.
Ma sono certo che quanto il Signore ha cominciato a fare in te, lo porterà a compimento.
Ho l’impressione che per te sia arrivato il momento in cui Samuele andò nella casa di Jesse il betlemmita per un ungere re uno dei suoi figli.
Gliene passarono davanti sette. Ma su nessuno di essi cadeva la scelta perché Dio non guarda l’apparenza, ma il cuore.
Dovette domandare a Jesse se avesse altri figli. E gli fu detto che ce n’era uno, il più giovane, che stava nei campi a pascolare il gregge. Era Davide. Fu scelto lui.
Dunque è giunto il momento di domandare al Signore se di ragazze per te non ce ne siano altre, all’infuori di quelle che finora ti hanno avvicinato.
Vedrai che prima o poi il Signore ti dirà: ne ho serbata una per te. Eccola, te la presento, con lei potrai fare un bel cammino di santità e di amore.
Domanda al Signore di coronare quello che ha iniziato.

Ti assicuro la mia preghiera. Ti ringrazio ancora per quanto hai scritto. Farà piacere ai nostri visitatori.
Ti benedico.
Padre Angelo