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Quesito
Caro padre,
sono un ragazzo di 20 anni e seguo da tempo la sua rubrica. Le scrissi già qualche anno fa per esporle i miei dubbi di fede. Vivo in una famiglia molto cattolica, uno zio prete e tutti molto legati alla chiesa. Anche io lo sono stato fino a circa 16-17 anni, ma da qualche anno è come se qualcosa in me fosse cambiato. In chiesa vado lo stesso, dico qualche preghiera ma non riesco a percepire nessuna presenza di Dio. Quando mi trovo in chiesa la domenica mi chiedo sempre se sia tempo perso, durante la messa sono assillato da questi pensieri. Mi è capitato spesso di fermarmi in adorazione davanti a Gesu Eucarestia solo io nel silenzio, niente, non riesco a sentire niente. Mi capita di dire se tu esisti fatti percepire, dammi la certezza che esisti, ma niente. Troppi dubbi padre. Io mi chiedo se il Dio che mi presenta la Chiesa sia quello vero. Troppe cose non tornano. Se Gesu sia veramente esistito, se i Vangeli raccontano sciocchezze sono mistificazioni, se la teoria dell'evoluzione confuti la religione. Mi è capitato di vedere su youtube la conferenza di un noto evoluzionista il quale per giustificare il suo ateismo diceva che secondo lui la religione è solo uno dei modi che l'evoluzione ha trovato per darci un illusione di protezione nell'incertezza della vita. Spiegazione razionale sembra. Nella medesima conferenza un teologo, Don Giuseppe Nitti diceva che la teologia non ha ancora assimilato il darwinismo; tuttavia si tratta di rispondere a domande "Perché siamo qui? Perché l'essere e non il nulla? " io mi chiedo sono domande lecite? Forse è vero che non tutto si spiega con la scienza. Karl Popper diceva che è la migliore forma di conoscenza che possediamo. Le altre fino a che punto sono certe? Darwin da fervido credente diventò agnostico. Nessuna prova nemmeno le 5 vie di San Tommaso portano all'esistenza di DIO.
Risposta del sacerdote
Carissimo,
1. sentire la presenza di Dio è una cosa molto bella, ma per un credente non è essenziale “sentire” tale presenza.
Il “sentire” fa parte dell’emozionalità e quindi del dato sensitivo.
Dio invece è oltre il dato sensitivo e anche – se ci intendiamo bene – anche oltre il razionale. Perché il razionale fa ancora parte della natura umana.
Dio non è solo nell’ordine spirituale, ma nell’ordine soprannaturale.
Pertanto di per sé è incongruo verificare sensibilmente ciò che non è sensibile.
Tuttavia, poiché noi siamo costituiti di anima e di corpo, possiamo “sentire” ciò che è oltre solo per una ridondanza del razionale o del soprannaturale nella nostra sfera sensitiva.
2. Ma non sempre vi è questa ridondanza.
Anzi a volte può essere tolta da Dio stesso proprio perché il Signore venga cercato non tanto per la consolazione sensibile che ne deriva, e cioè con un amore interessato, ma con amore disinteressato, pieno di stupore e di gratitudine.
Sappiamo che questo fa parte del processo di purificazione con cui il Signore conduce alcune persone molto in alto, attraverso la privazione di ogni consolazione sensibile.
Madre Teresa di Calcutta disse che il Signore l’aveva lasciata in questo stato per circa trent’anni. Vi passò anche S. Teresina del Bambin Gesù, santa Faustina Kowalska e vi passarono tanti altri.
È lo stato di aridità che conduce alla santità.
3. Ma in genere le aridità da cui più comunemente si è colpiti derivano dalle nostre imperfezioni e dai peccati.
Il peccato mortale, proprio perché mortale, impedisce qualsiasi ridondanza dello spirituale o del soprannaturale sui nostri sensi.
E questo per il semplice motivo che per la presenza del peccato non c’è la grazia (il soprannaturale) e pertanto non può ridondare sul corpo ciò che non c’è nell’anima.
4. Anche i peccati veniali, pur non facendo perdere la grazia santificante, fanno perdere il fervore, provocano aridità e davanti a Dio si rimane come assenti.
5. Pertanto, fatta eccezion per le aridità dei Santi, la percezione di Dio dipende anzitutto e moltissimo dalla condotta morale del soggetto.
Gesù è stato chiaro su questo punto: “E il giudizio è questo: la luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno amato più le tenebre che la luce, perché le loro opere erano malvagie” (Gv 3,19).
Ciò significa che tanti non giungono a Dio perché le loro opere sono sporche, malvagie.
Alcuni peccato ottundono la mente nelle cose che riguardano Dio. Altri, addirittura, la accecano.
Come non ricordare il giudizio severo di San Paolo su coloro che non giungono alla conoscenza di Dio perché “Dio li la abbandonati all’impurità del loro cuore” (Rm 1,24)?
Già l’Antico Testamento affermava che “la sapienza (Dio) non entra in un'anima che compie il male?né abita in un corpo oppresso dal peccato” (Sap 1,4).
E diceva anche che la sapienza (Dio) si trova solo nella purezza: “A essa ho rivolto la mia anima?e l'ho trovata nella purezza” (Sir 51,20).
6. Per questo il santo Curato d’Ars ad uno che gli diceva: “Prima chiarisca i miei dubbi e poi mi confesso” replicava: “prima confessati e poi chiariamo i dubbi”. Quel tale si confessò e al Santo Curato che gli chiedeva: “Adesso discutiamo” quel tale rispose: “Non ce n’è più bisogno. Adesso tutto è chiaro”.
7. Era doveroso che io facessi questa lunga premessa perché molte crisi di fede sono precedute e determinate da crisi di morale (Cfr Gv 3,19).
Il peccato è male perché la male: fa perdere la grazia santificante, obnubila l’intelligenza riguardo a determinati valori e indebolisce la volontà nella sua determinazione verso ciò che è bene e santo.
8. Vengo adesso alle altre domande:
“Se Gesù sia veramente esistito, se i Vangeli raccontano sciocchezze, sono mistificazioni”…
Ti rispondo così: ti pare che gli apostoli che erano dei popolani e che con la loro predicazione hanno cambiato il mondo, che hanno predicato un’unica fede senza contraddizioni nei quattro angoli della terra, e che per questa fede sono stati tutti disposti a dare la vita siano partiti da una mistificazione, da una bugia?
Senza la possibilità di comunicare fra di loro, se tutto fosse partito da una bugia, quella stessa fede in breve si sarebbe così contraddetta, si sarebbe autodissolta e non avrebbe la capacità di persuadere nessuno.
Non solo, ma stupisce come dalle Sacre Scritture (che avrebbero avuto per presupposto una mistificazione) si sia potuta elaborare una teologia così alta, così perfetta, così lineare, senza contraddizioni.
E soprattutto come tante persone – con l’aiuto di questa teologia – siano diventate così perfette come lo sono stati i Santi.
9. Guardando anche solo con occhio umano quello che è stato costruito dal cristianesimo appare che in esso c’è qualcosa di sovrumano, di soprannaturale al punto che Benedetto Croce, spirito liberale, ha potuto scrivere: “Il cristianesimo è stata la più grande rivoluzione che l’umanità abbia mai compiuto: così grande, così comprensiva e profonda, così feconda di conseguenze, così inaspettata e irresistibile nel suo attuarsi, che non meraviglia che sia apparso o possa ancora apparire un miracolo, una rivelazione dall’alto, un diretto intervento di Dio nelle cose umane, che da lui hanno ricevuto legge e indirizzo affatto nuovo. Tutte le altre rivoluzioni, tutte le maggiori scoperte che segnano epoche nella storia umana, non sostengono al suo confronto, parendo rispetto a lei particolari e limitate… E le rivoluzioni e le scoperte che seguirono nei tempi moderni… non si possono pensare senza la rivoluzione cristiana, in relazione di dipendenza da lei, a cui spetta il primato perché l’impulso originario fu e perdura il suo…
La ragione di ciò è che la rivoluzione cristiana operò nel centro dell’anima, nella coscienza morale e si travagliò in modi nuovi tutt’insieme fervida e fiduciosa, col senso del peccato che sempre insidia e col possesso della forza che sempre gli si oppone e sempre lo vince, umile ed alta, e nell’umiltà ritrovando la sua esaltazione e nel servire il Signore la letizia… E il suo affetto fu di amore, amore verso tutti gli uomini, senza distinzione di genti e di classi, di liberi e di schiavi, verso tutte le creature, verso il mondo che è opera di Dio e Dio che è Dio d’amore, e non sta distaccato dall’uomo, e verso l’uomo discende, e nel quale tutti siamo, viviamo e ci muoviamo” (b. croce, Perché non possiamo non dirci cristiani, La Locusta, pp. 6-10).
Non è dunque possibile che una realtà tanto perfetta da apparire sovrumana sia partita da una mistificazione, da popolani che si sono messi d’accordo nel raccontare bugie senza mai contraddirsi e dare la vita per questo.
Potrei dire al contrario: “Anche se non ci credo, nel cristianesimo trovo qualcosa di così portentoso che mi lascia stupito e mi pone non pochi interrogativi”.
10. Ti domandi “se la teoria dell'evoluzione confuti la religione”.
Io replico: in forza di che cosa la teoria dell'evoluzione dovrebbe confutare la religione?
C’è evoluzione già all’interno stesso delle Sacre Scritture. Sono state redatte nell’arco di un millennio, sono impregnate di varie culture e, nonostante i diversi autori e gli svariati generi letterari con cui sono state elaborate, tutte a loro modo convergono verso Cristo.
Ma, certo, tu ti riferisci all’evoluzione del cosmo e non all’evoluzione in genere.
Ma anche su questo punto, come ho spiegato molte volte, non vi è alcuna contraddizione. Ti indico la prima risposta su questo tema pubblicata sul nostro sito: Come si conciliano Darwin e la Bibbia | Varie | Generale | visto 2962 volte | Pubblicato 25.09.2006 | (leggi tutto…)
11. Accenni anche all’idea che un ateo si è fatto sulla genesi della religione.
È un’idea fasulla e preconcetta perché non si confronta con quanto i filosofi della religione asseriscono sui motivi metafisici su cui poggia la religiosità dell’uomo.
Quell’ateo dà per certo quello che gli passa per l’anticamera della mente e dà l’impressione di una grande superficialità.
A questo proposito ti posso portare la mia testimonianza personale, che è pure la testimonianza di moltissimi altri: io non credo in Dio per avere protezione nell’incertezze della vita.
Tanto più non prego Gesù Cristo che mi tolga le croci, quando Lui steso ha detto: “Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua” (Lc 9,23).
Ieri (4 giugno) noi domenicani abbiamo celebrato al festa di San Pietro Martire da Verona ucciso a causa della fede il 6 aprile 1252. Di lui si sa che quando celebrava la Messa, dal giorno della sua ordinazione sacerdotale fino a quello della morte, chiedeva la grazia di versare il sangue per Cristo a beneficio dei suoi fratelli.
Come vedi, questo Santo nella fede non cercava illusoriamente la propria protezione, ma chiedeva le croci per la salvezza eterna di quelli che amava come fratelli.
Il “noto evoluzionista” cui fai riferimento si inventa da solo le motivazioni per cui uno crede. E ne trae conclusioni non dimostrate, non suffragate da nulla. E, quel che è peggio, squalifica in maniera irrisoria l’esperienza di altri ai quali non ha chiesto nulla, ma sulla cui fede e sulla cui condotta sentenzia in maniera tanto apodittica quanto senza fondamento e falsa.
12. Mi dici che Karl Popper affermava che la scienza è la migliore forma di conoscenza che possediamo.
Sono d’accordo anch’io purché si riconosca che ci sono diversi modi di fare scienza, come altre volte ho avuto occasione di ricordare: ?Amici Domenicani – Le affermazioni di Margherita Hack in materia di …
www.amicidomenicani.it/leggi_sacerdote.php?id=2093 29 gen 2012 … Sono un ragazzo di quasi 18 anni che frequenta la V liceo scientifico.
Ogni sapere è in stato di scienza quando, a prescindere dalla sua forma, è conoscenza certa attraverso le cause: cognitio certa per causas.
E le cause sono quattro: materiale, formale, efficiente e finale.
Per qualcuno c’è solo la causa materiale e formale.
Ma questa è una conoscenza miope.
Senza dire che vi sono scienze che investigano e giungono a certezza non solo alla luce delle cause intrinseche, ma anche di quelle altissime (cognitio certa per altissimas causas).
13. Infine mi scrivi: “Nessuna prova, nemmeno le 5 vie di San Tommaso portano all'esistenza di DIO”.
Quest’affermazione è gratuita.
Dovresti documentarla e dire dove san Tommaso sbaglia nel suo argomentare.
La nostra conoscenza è scientifica quando si documenta, quando sottolinea l’errore, quando evidenzia l’incongruenza dei ragionamenti e le conclusioni sbagliate.
Non esprimo un giudizio temerario se dico che forse molti tra quelli che negano le 5 vie di San Tommaso non le hanno lette, non le ricordano o non le hanno capite.
14. Devo dire però che giungere alla conclusione razionale dell’esistenza di Dio, non è la stessa cosa che giungere alla fede.
La conclusione razionale rimane nell’ambito delle nostre facoltà naturali.
La fede teologale (quella cristiana, per intendersi) invece è una relazione soprannaturale che Dio infonde in noi e che ci fa gravitare verso di Lui per una comunione personale di vita, di pensiero e di amore. È una relazione di ordine soprannaturale.
Pertanto per avere la fede cristiana è necessario che uno sia tratto da Dio alla comunione con Gesù Cristo. Gesù ha detto: “Nessuno può venire a me, se non lo attira il Padre che mi ha mandato” (Gv 6,44).
Alla conclusione che Dio esiste ci possono arrivare razionalmente tutti gli uomini. Vi sono arrivati molti pagani, come Aristotele, senza avere la fede cristiana.
Sant’Agostino, all’età di 18 anni, senza essere ancora battezzato e senza avere la fede cristiana, si convinse razionalmente dell’esistenza di Dio dopo aver letto le opere di due pensatori pagani: Platone e Cicerone.
15. Per te desiderio aggiungere ancora una cosa.
Per sentire Cristo che illumina e guida la tua vita ti suggerisco di fare così: quando vai a Messa, prendi l’affermazione della Parola di Dio che ti ha maggiormente colpito e cerca di metterla in pratica.
Se non sai da che parte cominciare, chiedi al Signore ti dirti perché ha voluto dirti quelle parole e anche che cosa devi fare per metterle in pratica.
Vedrai che allora tutto cambia perché Cristo – anche se non lo avvertirai “sensibilmente” – sarà al centro della tua vita.
Non solo, ma sarà l’obiettivo della tua vita.
Perché questo possa diventare realtà, ti assicuro il mio ricordo nella preghiera e nella celebrazione della S. Messa e ti benedico.
Padre Angelo