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Quesito

Caro Padre Angelo,
sono un giovane di 17 anni.
Da molti mesi ormai sento l’attrazione per la vita sacerdotale.
Ma nello stesso tempo sento anche timore di approfondire questa attrazione.
Col passare dei mesi ho avuto modo di informarmi sui sacerdoti diocesani sugli ordini religiosi, sugli stili di vita monastici. Man mano che passava del tempo prima sentivo vivo il desiderio di essere diocesano, conoscendo i carmelitani mi attiravano anche i carmelitani, e cosi via. Non so se mi riesco a spiegare. Mi attira subito uno e in un secondo momento conoscendone un altro mi attira l’ultimo.
Io sento il desiderio sento l’attrazione per la vita sacerdotale, ma nello stesso tempo domina in me molta insicurezza. Cosa mi consiglia di fare? E in caso per la scelta dell’ordine?
Come faccio a capire se è solo paglia al fuoco frutto di una momentanea attrazione, e cosi per i tipi di vita religiosa? Volevo chiederle un consiglio di lettura spirituale, oltre al Vangelo che leggo, per un giovane come me di 17 anni. La ringrazio se mi consiglia.
Io prego per lei perchè sta dando conforto a molti e sono sicuro che Gesù starà sorridendo in modo compiaciuto di quello che fa.
Padre Angelo stia certo che inserirò nelle mie preghiere di giovane anche una preghiera per lei.
Con affetto la saluto.
Le auguro sempre questa fede di Verità!


Risposta del sacerdote

Carissimo,
1. un’email come la tua non può che allargare il cuore.
Penso che tutti i nostri visitatori si compiaceranno col Signore e lo ringrazieranno perché in ogni epoca continua a chiamare i giovani.

2. Dona loro il suo spirito di verità e li illumina con lo splendore e la certezza della fede.
Ricordo di un ragazzo che non aveva ricevuto nessuna educazione cristiana e che mi aveva chiesto di poter fare la prima Comunione. Dopo la debita preparazione, gli chiesi perché volesse andare dietro a Gesù Cristo. Mi rispose: “Perché sento che le sue parole sono vere!”
Ha potuto dare questa risposta perché, mentre ascoltava le parole di Gesù, lo Spirito Santo gli illuminava la mente, gli faceva capire che nessuna parola è più vera di quelle pronunciate da Cristo e gli muoveva il cuore.

3. Ma oltre a donare il suo Spirito di verità, Gesù dona ai giovani anche la sua dolce amicizia.
Chi vive in grazia, avverte la presenza di Gesù dentro di sé. Non lo sente lontano, ma intimo, come nessun altro.
Lo sente intimo perché ne avverte la presenza dentro il cuore e non ha bisogno di esternarsi per farsi comprendere.

4. Ma c’è qualcosa di ancora più grande che Gesù dona anche i giovani del nostro tempo: la chiamata a stare insieme con Lui. E nello stesso tempo la vocazione a parlare e ad agire come un altro Cristo, con i suoi stessi divini poteri. È la chiamata al sacerdozio.
Una volta consacrati, e cioè ricevuta l’ordinazione sacerdotale, questi giovani riceveranno una grazia nel parlare alla gente. Parleranno con autorità, e cioè con una parola che entra dentro il cuore ed è capace di smuoverlo.
E poi renderanno presente il sacrificio di Gesù sugli altari, anzi renderanno presente Gesù stesso nell’Eucaristia e lo doneranno ai fedeli perché siano trasformati in Lui e diventino santi, una cosa sola con Lui.
Inoltre daranno il perdono dei peccati con l’autorità stessa del Signore, quel perdono dei peccati che chiude l’inferno e apre il Paradiso, ed è senza dubbio una delle grazie più grandi concesse agli uomini. E questa grazia è dispensata solo dai sacerdoti.

5. Di fronte ad una chiamata così grande, come non sentire fascino e timore? Sono i due sentimenti che stai provando tu in questo momento.
Non possiamo dimenticare che anche San Pietro, sperimentata la tenerezza di Cristo nei suoi confronti a motivo della pesca miracolosa provò fascino e ammirazione per la grandezza del miracolo.
Ma nello stesso tempo provò un timore sacro dinanzi al Signore tanto che gli disse: “Allontanati da me Signore, perché sono un peccatore” (Lc 5,8).
E Gesù, che aveva messo dentro il suo cuore proprio questi due sentimenti, lo confortò e gli disse: “Non temere; d’ora in poi sarai pescatore di uomini»” (Lc 5,10).
Queste parole di Gesù furono così potenti che Pietro e quelli che erano insieme con lui “tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono” (Lc 5,11).
Questa è la storia che in questo momento si ripete anche in te e in molti altri che, giovani come te, il Signore sta chiamando.

6. Se così stanno le cose, non mi meraviglio dell’espressione uscita dalla penna di un grande scrittore cattolico francese, François Mauriac: “Che persona sublime il sacerdote: a lui creatura Dio dà il potere di creare.
A lui peccatore Dio dà il potere di santificare.
Che figura sublime: quando alza la sua mano per assolvere o benedire in quel momento la sua mano si confonde con quella di Dio!”.

7. Ma andiamo avanti.
Mi dici che senti la vocazione a seguire Cristo e diventare sacerdote, ma non sai ancora in quale modalità: se il Signore ti voglia sacerdote diocesano, oppure religioso (carmelitano, domenicano, francescano, salesiano…).
Senti che queste vie sono tutte belle e appena vieni a contatto con qualcuna di esse ne rimani conquistato.
Potrei dire che in te la chiamata del Signore a diventare sacerdote è certa, ma è ancora generica per quanto riguarda la sua forma concreta.
A questo proposito ti porto la testimonianza di una grande domenicano francese, il pioniere degli studi biblici, di cui è a buon punto anche la causa della sua beatificazione: il padre Marie-Joseph Lagrange.
Questo padre ha detto di aver sentito la chiamata al sacerdozio il giorno in cui fece la prima Comunione. Aveva dodici anni. Scrive: “sono certo di avere sentito la chiamata di Dio (…) non pensavo allora che ad essere prete, senza pensare a una vocazione speciale”.
Sarà più avanti che avvertirà una vocazione specifica: “In prima superiore, il giorno dell’Annunciazione (25 marzo 1870), ho avuto la rivelazione che sarei entrato nell’Ordine di san Domenico”.
Questo avvenne in maniera singolare: era andato al Louvre di Parigi e ne sentì la chiamata mentre contemplava un quadro dipinto dal Beato Angelico: “ero stato sedotto dall’immagine radiosa di San Domenico rappresentata nell’Incoronazione della Vergine dal beato Angelico di Fiesole.
Non avevo dubbi sull’esattezza di questo ritratto: rappresentava infatti l’ideale della visione adorante di un’anima pura.
Molto prima di entrare nel suo Ordine, ero suo figlio, lo pregavo tutti i giorni”.
Questa chiamata fu confermata due anni dopo, il 26 maggio 1872: “Dopo la comunione, uscii un momento nel chiostro. Mi fu detto, senza che potessi sbagliarmi, che avrei preso un giorno l’abito bianco e nero dei Frati Predicatori. Feci persino voto, senza dir niente a nessuno, e me ne ricordai solo più tardi, quando ciò si era già realizzato”.

8. Certo, era rimasto sedotto perché in quel quadro c’era qualcosa che lo toccava interiormente e che gli diceva: questa è la vita fatta per te, per assecondare le tue aspirazioni.
C’era dunque una sintonia tra le aspirazioni del suo cuore e quello che vedeva lì rappresentato.

9. Anche per te verrà il momento in cui sentirai in maniera ferma, e non  solo generica, la chiamata ad una forma specifica di sequela di Cristo.
Quel momento avverrà quando lo disporrà il Signore. Ma avverrà, ne sono certo.
Lo sentirai in maniera sicura, come lo sentì Albert Lagrange, il futuro padre Marie-Joseph Lagrange.
Da parte tua, cerca di vivere in grazia, confessati in maniera regolare e frequente, vivi intensamente la Santa Comunione, prega tutti i giorni col santo Rosario, anche con l’intenzione o supplica che il Signore ti manifesti più specificamente la tua strada.

10. Mi chiedi l’indicazione di un testo di lettura spirituale che possa andare bene per un ragazzo di 17 anni che sente la chiamata al sacerdozio.
Penso che un buon libro sia il Diario di santa Faustina Kowalska. È un testo che ti inizia alla comunione di vita con Nostro Signore, ti aiuta a sentirlo vicino, in ogni momento, ad avanzare nell’amicizia e nell’intimità col Lui.
È una buona premessa per farti sentire la Sua voce in maniera chiara e determinata.

11. Ti ringrazio per quello che mi hai scritto al termine dell’email: “Io prego per lei perchè sta dando conforto a molti e sono sicuro che Gesù starà sorridendo in modo compiaciuto di quello che fa”.
Ti ringrazio della preghiera, di cui ho bisogno, perché il Signore si possa compiacere del servizio che gli rendo. Anch’io avverto spesso, anche in questo momento, quello che gli ha detto San Pietro in Lc 5,8.
Ma vado avanti, fiducioso della risposta datagli dal Signore (Lc 5,10).

Ti assicuro anch’io la mia preghiera perché il Signore faccia maturare in te quello che ha seminato e che già ha cominciato a germogliare.
Chiedo anche ai nostri visitatori di associarsi alla mia preghiera. Sono certo della loro generosità.
Ti ringrazio se mi farai sapere il prosieguo di questa chiamata.
Ti benedico di cuore.
Padre Angelo