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Quesito
Caro Padre Angelo,
sono gay, fiero di esserlo e felicemente fidanzato.
Mi risponde ad una domanda?
Mi dice in quale punto Gesù condanna l’amore omosessuale?
A me risulta invece che li ha aiutati. Ricorda? 8:5-13 e Luca 7:1-10.
In breve la storia é questa: In Matteo si dice che il centurione venne da Gesù per chiedere la guarigione del suo servo.
Ora, la parola greca usata nella Bibbia è Pais che ha 3 significati (schiavo, servo o ragazzo) a seconda del contesto in cui viene usata.
E qui, caro padre, il contesto è chiarissimo. Un centurione che ha sotto di se molti schiavi va da Gesù per salvarne solo uno? Quando, con tutta probabilità, altri stavano male?
No! Il centurione è andato da Gesù perchè il suo Pais era il suo ragazzo!! La storia mi insegna che questa era una pratica usuale e non condannata.
Nel testo di Luca vengono usate anche altre parole greche per descrivere il malato. ETIMOS DOULOS. Il racconto così ci fornisce non solo la prova che il malato non era il figlio del centurione, ma uno schiavo (doulos… dato che questa parola era usata solo per gli schiavi). Inoltre Etimos significa "onorato"… quindi Schiavo Onorato… quindi, per concludere, la persona che Gesù ha guarito non era uno schiavo qualunque e nemmeno il figlio del centurione, ma bensì l’amante del centurione.
Tornando alla mia domanda iniziale: dove e quando Gesù condanna l’omosessualità? Se la condannasse non avrebbe guarito quello che oggi voi definite un abominio agli occhi di Dio.
Prima di condannare, meglio studiare la storia, anche dell’antico testamento. Nonostante quello che sostenete, posso provare che l’omosessualità non era condannata in toto. C’erano delle eccezioni, ma solo studiando la storia si possono sapere quali.
Nella speranza di una sua risposta.
cordiali saluti
Risposta del sacerdote
Caro Jacopo,
non entro nel merito della tua omosessualità, ma semplicemente sulle tue affermazioni di carattere biblico.
1. Fai riferimento a Mt 8,6 in cui si leggono le seguenti parole del centurione: “«Signore, il mio servo è in casa, a letto, paralizzato e soffre terribilmente»”.
È vero, il testo greco usa pais.
Il Vangelo latino ha puer.
Pais significa tre cose: servo, schiavo, figlio.
2. La tua interpretazione: “Un centurione che ha sotto di se molti schiavi va da Gesù per salvarne solo uno? Quando, con tutta probabilità, altri stavano male?”.
Con tutta probabilità: in base a che cosa?
Inoltre Gesù dunque avrebbe guarito solo quello a dispetto degli altri per la motivazione che hai portato riferendo il testo di Luca, e cioè perché era l’amante del centurione?
3. Potrei ribattere: seguendo la tua logica, non avrebbero potuto essere anche gli altri amanti del centurione? Perché solo uno?
Senza dire che il centurione con tutta probabilità avrà avuto con sé sua moglie.
Invece il testo sacro riporta chiaramente il motivo di quella richiesta: “è in casa, a letto, paralizzato e soffre terribilmente”.
Molti altri servi in quella casa erano paralizzati e soffrivano terribilmente?
4. Ugualmente per il versetto di Luca, il quale parla di éntimos (non etimos, come tu hai riportato per due volte) doulos.
Én- timos da timé, che significa onore, rispetto, prezzo, valore.
Il mio dizionario greco traduce éntimos con questi aggettivi: tenuto in onore, onorato, stimato, apprezzato.
Giustamente la versione latina del Vangelo traduce "pretiosus", prezioso.
È maturale che tra i servi qualcuno sia più prezioso di un altro a motivo delle capacità e anche degli incarichi.
Qui San Luca dice che quel servo “stava per morire” (Lc 7,2).
E aggiunge che il centurione “mandò alcuni anziani dei Giudei a pregarlo di venire e di salvare il suo servo. Costoro, giunti da Gesù, lo supplicavano con insistenza: «Egli merita che tu gli conceda quello che chiede – dicevano -, perché ama il nostro popolo ed è stato lui a costruirci la sinagoga»” (Lc 7,3-5).
Ebbene, questi anziani non dicono a Gesù che merita che lo guarisca perché è l’amante del centurione, ma “perché ama il nostro popolo ed è stato lui a costruirci la sinagoga”.
5. Scrivi: “E qui, caro padre, il contesto è chiarissimo”.
Sì, è chiarissimo, ma non secondo la tua interpretazione che deve essere motivata e non frutto di fantasticherie.
6. Chiedi poi: “dove e quando Gesù condanna l’omosessualità? Se la condannasse non avrebbe guarito quello che oggi voi definite un abominio agli occhi di Dio”.
Gesù non ha parlato espressamente dei peccati di omosessualità.
Tuttavia ha detto: “Non crediate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non sono venuto ad abolire, ma a dare pieno compimento” (Mt 5,17).
Ora nell’Antico Testamento si legge che tra le cose Dio disse a Mosè (Lv 18,1) c’è anche questa: “Non ti coricherai con un uomo come si fa con una donna: è cosa abominevole” (Lv 18,22).
Ebbene questa legge morale Gesù non è venuto ad abolirla.
Questo l’ha detto esplicitamente.
Ma è venuto a darle compimento.
7. Inoltre vi è un altro riferimento ai peccati di omosessualità quando dice: “Se qualcuno non vi accoglie e non ascolta le vostre parole, uscite da quella casa o da quella città e scuotete via la polvere dai vostri piedi. Io vi assicuro che nel giorno del giudizio gli abitanti di Sòdoma e Gomorra saranno trattati meno severamente degli abitanti di quelle città” (Mt 10,14-15).
E anche quando dice: “E tu, Cafàrnao, sarai forse innalzata fino al cielo? Fino agli inferi precipiterai! Perché, se a Sòdoma fossero avvenuti i prodigi che ci sono stati in mezzo a te, oggi essa esisterebbe ancora! Ebbene, io vi dico: nel giorno del giudizio, la terra di Sòdoma sarà trattata meno duramente di te!” (Mt 11,23-24).
Gesù, con queste parole, allude alla sorte toccata a Sodoma e Gomorra a motivo del loro peccato e porta l’esempio di tale sorte per indicare cui vanno incontro coloro che rifiutano la Sua Parola.
Non dice che Sodoma e Gomorra sono state salvate, ma che sono state trattate duramente, perché distrutte.
Ma chi rifiuta la sua Parola va incontro ad una pena ancora più grave.
8. Scrivi: “Prima di condannare, meglio studiare la storia, anche dell’antico testamento”.
Ebbene, studiala bene, vedrai che la storia sacra (a partire dall’Antico Testamento) non dice quello che dici tu.
“Nonostante quello che sostenete, posso provare che l’omosessualità non era condannata in toto. C’erano delle eccezioni, ma solo studiando la storia si possono sapere quali”.
Dalla storia sacra queste eccezioni non si vedono.
Se tu le hai a portata di mano ti ringrazio di farmele conoscere.
Ti auguro ogni bene, ti ricordo al Signore e ti benedico.
Padre Angelo