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Caro Padre Angelo,
intendo dire dimostrare che la Parola di Dio vivifica mostrando che comportandosi in suo accordo vengono rilasciate determinate sostanze che concorrono al benessere e alla felicità dell’uomo. Sin da piccolo sono stato attratto dalle questioni filosofiche e sento che la religione sta forse vivendo un momento di crisi oscurata dal freddo raziocinio della scienza. Mi chiedo se ipotizzare una coniugazione tra le due dirigendo i pensieri come descritto si discosti dai Piani di Dio e, anzi, li contrasti inconsapevolmente.
Le chiedo gentilmente di fare chiarezza e la ringrazio nuovamente


Risposta del sacerdote

Carissimo, 
1. nonostante il tuo buon desiderio, il tuo tentativo non può avere successo perché si tratta di due piani diversi. Non sono inconciliabili, ma sono diversi.
La grazia infatti è una realtà di ordine spirituale, anzi, soprannaturale. Non si quantifica in nessuna maniera.
Mentre quelle che tu chiami sostanze che concorrono al benessere e alla felicità dell’uomo sono di ordine sensibile e naturale, che possono essere emesse in qualsiasi altro stato naturale di contentezza.

2. In secondo luogo lo stato di grazia talvolta può essere accompagnato anche dall’assenza qualsiasi contentezza.
Si tratta delle cosiddette notti oscure dei sensi e dello spirito di cui ha parlato ampiamente San Giovanni della croce e che tanti santi hanno sperimentato per lunghi anni.

3. Non è corretto identificare il grado di consolazione spirituale con la santità.
È il rischio che corrono molti neo convertiti che trovano slancio e fervore nella preghiera e lo identificano con la santità di vita.
Certo, Dio trae a sé ordinariamente con legami di dolcezza, come si legge nel profeta Osea: “Io li traevo con legami di bontà, con vincoli d’amore, ero per loro come chi solleva un bimbo alla sua guancia, mi chinavo su di lui per dargli da mangiare” (Os 11,4).
La santità di vita invece consiste nell’esercizio delle virtù a partire dall’umiltà che ricorda incessantemente che siamo dei poveri peccatori.

4. Coloro che confondono la consolazione spirituale con la santità cercano di organizzare belle funzioni, con tanto di musica e di canto che toccano il cuore.
Sono tutte cose belle e anche necessarie.
Ma pensare di essere santi soltanto perché durante una determinata funzione si è molto goduto è una grande illusione.

5. Si inizia un vero cammino di vita spirituale quando ci si impegna a spogliarci dell’uomo vecchio con le sue cattive inclinazioni per rivestire il nuovo, come ricorda San Paolo in Col 3,9-10).
In noi l’uomo vecchio è la natura viziata dal peccato di Adamo con gli innumerevoli difetti che si sono accumulati e che l’hanno lasciata inclinata al male e talvolta soggiogata da cattive inclinazioni così da sentirsi incapace di compiere la stessa legge naturale.
L’uomo nuovo è la natura rigenerata, rettificata e rianimata dallo Spirito di Gesù Cristo.
Il progresso spirituale consiste nel raggiungere quella purezza di cuore e quella docilità alle mozioni dello Spirito Santo che conformano sempre più ai sentimenti del Signore.

6. San Giovanni della croce descrive bene questo itinerario di purificazione quando dice: “Occorre quindi sapere che quando l’anima si decide a servire solo Dio, abitualmente viene da lui nutrita nello spirito e diventa l’oggetto delle sue compiacenze, come fa una madre amorosa verso il suo tenero bambino: lo scalda con il calore del suo seno, lo nutre con latte gustoso e con cibi delicati e dolci, lo porta in braccio e lo copre di carezze.
Ma a mano a mano che cresce, la madre diminuisce le carezze, gli nasconde il suo amore tenero, lo distacca dal suo dolce seno, sul quale pone aloe amaro; facendo poi discendere il bambino dalle braccia, lo fa camminare sulle sue gambe, perché superi le limitazioni proprie dell’infanzia e acquisti le caratteristiche dell’uomo adulto.
La grazia di Dio, come madre amorosa, si comporta allo stesso modo con l’anima dal momento in cui la rigenera con l’ardente desiderio di servire il Signore. Le fa trovare, senza alcuna fatica, la dolcezza e il sapore del latte spirituale in tutte le cose di Dio e le fa gustare una gioia grande negli esercizi spirituali; in breve, il Signore le porge il suo petto amoroso come a un bambino piccolo (cfr. 1 Pt 2,2-3).
Così l’anima prova grande gioia nel trascorrere lunghi periodi e addirittura notti intere in orazione; ha piacere di darsi alle penitenze, è contenta di digiunare, si consola nel frequentare i sacramenti e occuparsi delle cose divine.
Ma nonostante si dedichi a queste pratiche con impegno e assiduamente, ne approfitti e se ne serva con la più grande cura, tuttavia, da un punto di vista spirituale, abitualmente si comporta con molta fiacchezza e imperfezione.
Difatti è spinta a queste pratiche ed esercizi spirituali dalla consolazione e dal gusto che vi prova e, non essendo ancora temprata dagli esercizi di una dura lotta per acquistare la virtù, commette molte mancanze e imperfezioni in queste pie pratiche. In realtà, ogni anima agisce secondo il grado di perfezione che possiede” (Notte oscura, I, 1-3).

7. In conclusione, vi può essere progresso e grande progresso della vita spirituale anche in situazioni amarissime per l’anima e per il corpo.
Il tuo desiderio è bello senza dire dubbio, ma irrealizzabile.
Le anime vengono guadagnate a Cristo sempre mediante la croce!
Ti benedico e ti ricordo nella preghiera,
padre Angelo