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Quesito
buongiorno carissimo padre Angelo Bellon,
mi chiamo Biagio, da alcuni anni grazie a Dio, mi sono avvicinato alla fede cattolica e quando ho del tempo libero mi piace studiare da autodidatta un pò di teologia dai siti cattolici che trovo su internet. Da alcuni mesi seguo il vostro bellissimo sito di teologia amici domenicani, dove grazie a lei carissimo Padre Angelo Bellon ho appreso cose davvero illuminanti attraverso la rubrica un sacerdote risponde, che è una vera benedizione del Signore.
Padre Angelo, questa è la mia domanda: noi sappiamo che Dio è infinito e la sua grandezza è infinita, allora io mi chiedo: Dio ha la conoscenza totale di se stesso? Conosce totalmente tutto ciò che egli è e che può fare?
Dio conosce in se stesso tutta la sua infinita e totale divinità?
Mi scuso in anticipo se le mie domande possono sembrare difficili da dare risposte essendo Dio trascendente e superiore alla conoscenza che noi abbiamo di lui, ma vorrei sapere almeno cosa pensano la Chiesa e i teologi su questo argomento.
Grazie e vi auguro una buona e serena giornata.
Risposta del sacerdote
Caro Biagio,
1. non è una domanda difficile quella che hai fatto se si tiene presente che a Dio nulla manca.
Non è in divenire, come siamo noi, proiettati verso tante cose che ancora non conosciamo e non possediamo.
Come diceva l’antico Aristotele, Dio è atto puro. Dio non solo conosce perfettamente se stesso, ma è conoscenza. Ed è una conoscenza a cui nulla manca.
2. Ecco che cosa dice in proposito San Tommaso, il principe dei teologi: “Non avendo Dio niente di potenziale, ma essendo egli atto puro, è necessario che in lui intelletto e oggetto inteso siano completamente l’identica cosa; in maniera cioè che né Dio manca di contenuti conoscibili, come accade al nostro intelletto quando è in potenza, né i contenuti conoscibili sono cosa distinta dalla sostanza del divino intelletto, come avviene per la nostra intelligenza quando è in atto; ma tutto il contenuto conoscibile è la stessa divina intelligenza. E così Dio conosce se stesso per mezzo di se stesso” (Somma teologica, I, 14, 2).
3. Aggiunge ancora San Tommaso: “Dio comprende perfettamente se stesso. Eccone la dimostrazione.
Una cosa è compresa quando si arriva al termine della sua conoscenza; e ciò avviene quando la si conosce così perfettamente quanto è conoscibile. (…).
Ora, è evidente che Dio conosce se stesso così perfettamente quanto è conoscibile” perché anche nella sua conoscenza è atto puro. “Quindi è evidente che conosce se stesso tanto quanto è conoscibile. E così comprende perfettamente se stesso” (Ib., I, 14, 3).
4. Dio conosce tutte le cose e tutto ciò che può fare senza pensare prima a questo e poi a quello. Le conosce tutte insieme perché è conoscenza in atto di tutto il conoscibile.
Conosce non solo tutto ciò che le sue creature fanno, ma anche quello che potrebbero fare e non lo faranno mai perché hanno fatto scelte diverse. Queste realtà i teologi le chiamano “il futuribile”.
Sicché Dio conosce in atto non solo tutto il futuro ma anche tutto il futuribile.
E conosce senza variare, perché ciò che dice San Giacomo: “In lui non c’è variazione né ombra di cambiamento” (Gc 1,27) vale anche per la sua conoscenza.
5. Andando avanti a proposito della conoscenza di Dio, possiamo dire che mentre Dio conosce se stesso, genera se stesso. Per cui il concetto che Dio ha di se stesso è grande quanto è grande Dio.
Questo concetto o concepito è il Figlio.
Sicché il Figlio è la conoscenza di Dio, la Sapienza di Dio. È tanto grande quanto è grande Dio, tanto immenso quanto è immenso Dio.
Mentre mi compiaccio del tuo desiderio di conoscere Colui che ti ha creato e Colui verso il quale sei diretto, ti auguro di conoscerlo e di amarlo sempre di più.
Per questo ti benedico e ti ricordo nella preghiera.
Padre Angelo