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Quesito

Salve.
Volevo chiedere come mai la chiesa manifesta repulsione (e anche odio) verso i transessuali e gli omosessuali. Eppure, leggendo il vangelo di Matteo, Gesù dice tutt’altro. Quando parla degli eunuchi non ne parla in maniera negativa, come nel caso dei farisei.
I farisei, Gesù li prende come esempio negativo: dice di non fare come loro. Arriva a usare parole dure contro di loro definendoli serpenti, razza di vipere, sepolcri imbiancati.
Nel caso degli eunuchi, invece, li prende come esempio da imitare. Lo dice chiaramente: “vi sono gli eunuchi che nascono così dal ventre della madre, altri vengono fatti tali dagli uomini e altri si fanno eunuchi per il regno dei cieli”. Dice, in altre parole che esistono degli eunuchi. E quelli che non hanno la fortuna di essere eunuchi, possono diventarlo (prendendo esempio dagli eunuchi) per il regno dei cieli. Ora, senza girare intorno come (purtroppo) fa la Chiesa, è palese che tra  coloro che nascono già incapaci al matrimoni tra un uomo e una donna ci sono anche gli omosessuali. E allo stesso modo, tra gli eunuchi che sono stati evirati dagli uomini, possono essere catalogati anche i transessuali: coloro che nascono maschi e, rifiutandosi della loro condizione di maschio, si fanno operare rendendosi così incapaci al matrimonio. E’ chiaro che questi passaggi sono in contraddizione con l’Antico Testamento (maschio e femmina li creò), ma è pur sempre Parola del Signore. E la chiesa deve tenerne conto e non sorvolarci sopra. Non c’è una domenica che mi è capitato di sentire questo passo di vangelo durante la messa, aimè. E questo è sbagliato. Altro che odio e repulsione verso i transessuali e gli omosessuali! Oserei tranquillamente dire che dovremmo, invece, prendere esempio da loro! La Chiesa ha innalzato a sacramento il matrimonio; Gesù ha innalzato, invece, coloro che per un motivo o per un altro non possono sposarsi: questi sono da prendere come vero esempio, secondo me.
Saluti.


Risposta del sacerdote

Carissimo,
1. devo dire che la Chiesa non manifesta né repulsione né odio verso i transessuali e gli omosessuali.
Il Card. Ratzinger, quando era prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, ha pubblicato su mandato di Giovanni Paolo II un documento che ha per titolo Homosexualitatis problema (HP; il problema dell’omosessualità) e per sottotitolo sulla cura pastorale delle persone omosessuali. È datata 1 ottobre1986.
Come vedi, il sottotitolo costituisce già da solo una grande affermazione.
La Chiesa ha cura delle persone omosessuali.
Non prova per loro repulsione né odio, ma amore. E un amore così grande che vuole portare anche queste persone in Paradiso.

2. Come saprai, la Chiesa distingue tra inclinazione omosessuale e pratica omosessuale.
Dell’inclinazione omosessuale dice che si tratta di un disordine, ma non di un peccato.
È peccato solo la pratica omosessuale.
Questa distinzione la si trova in un documento della medesima Congregazione intitolato Persona humana (PH) del 29.12.1975.

3. La Chiesa riconosce anche che “questa inclinazione, oggettivamente disordinata, costituisce per la maggior parte una prova”.
E afferma subito dopo che gli omosessuali “devono essere accolti con rispetto, compassione, delicatezza. A loro riguardo si eviterà ogni marchio di ingiusta discriminazione” (Catechismo della Chiesa Cattolica, 2358).
Ancora: “Certo nell’azione pastorale questi omosessuali devono essere accolti con comprensione e sostenuti nella speranza di superare le loro difficoltà personali e il loro disadattamento sociale” (PH 8).

4. Voler portare tutti in Paradiso non equivale però a dire: va tutto bene.
Anzi, dice che vi sono strade, apertamente condannate da Dio, che non  portano in Paradiso.
Tra queste strade vi è la pratica dell’omosessualità.

5. Che questa pratica non  porti in Paradiso l’ha detto chiaramente lo Spirito Santo per bocca di San Paolo: “Non illudetevi: né effeminati, né sodomiti… erediteranno il Regno di Dio” (1 Cor 6,10).
E anche: “Perciò Dio li ha abbandonati all’impurità secondo i desideri del loro cuore, sì da disonorare fra di loro i propri corpi… Li ha abbandonati a passioni infami; le loro donne hanno cambiato i rapporti naturali in rapporti contro natura. Egualmente anche gli uomini, lasciando il rapporto naturale con la donna, si sono accesi di passione gli uni per gli altri, commettendo atti ignominiosi uomini con uomini, ricevendo così in se stessi la punizione che s’addiceva al loro traviamento… E pur conoscendo il giudizio di Dio, che cioè gli autori di tali cose meritano la morte, non solo continuano a farle, ma anche approvano chi le fa” (Rm 1, 24.26-27.32).

6. La Chiesa quando condanna gli atti omosessuali porta tre motivazioni:
Primo:  “Secondo l’ordine morale oggettivo le relazioni omosessuali sono atti privi della loro regola essenziale e indispensabile” (PH 8). Manca infatti ad essi la complementarità dei sessi e la connessa capacità di suscitare la vita.
Secondo: “l’attività omosessuale rafforza un inclinazione sessuale disordinata, per se stessa caratterizzata dall’autocompiacimento” (HP 7).
Terzo: “Come accade per ogni altro disordine morale, l’attività omosessuale impedisce la propria realizzazione e felicità, perché è contraria alla sapienza creatrice di Dio. Quando respinge le dottrine erronee riguardanti l’omosessualità, la Chiesa non limita ma piuttosto difende la libertà e la dignità della persona, intese in modo realistico e autentico” (HP 7).

7. Per portare gli omosessuali in Paradiso senti che cosa dice ancora la Chiesa: “Che cosa deve fare dunque una persona omosessuale che cerca di seguire il Signore?
Sostanzialmente queste persone sono chiamate a realizzare la volontà di Dio unendo ogni sofferenza e difficoltà che possono sperimentare nella loro vita a motivo della loro condizione al sacrificio della croce del Signore…
La croce è sì un rinnegamento di sé, ma nell’abbandono alla volontà di quel Dio che dalla morte trae fuori la vita…
Anche se ogni invito a portare la croce o a intendere in tal modo la sofferenza del cristiano sarà prevedibilmente deriso da qualcuno, si dovrebbe ricordare che questa è la via della salvezza per tutti coloro che sono seguaci di Cristo” (HP 12).

8. Mi dici che Gesù “nel caso degli eunuchi, invece, li prende come esempio da imitare”.
Gesù non dice di imitare gli eunuchi. Se così fosse il Signore chiederebbe a tutti di rendersi materialmente incapaci al matrimonio.
Piuttosto prende spunto dagli eunuchi e dice che alcuni si fanno tali (in maniera metaforica) per il regno dei cieli e cioè per Lui e per la sua causa.

9. Per i transessuali il discorso è analogo a quello degli omosessuali, anzi con una motivazione ancora più forte. Perché sembra assodato che il problema dei transessuali sia di ordine psicologico e che la mutazione di sesso a distanza di anni non faccia che aggravare il loro problema e li renda ancor più infelici e insoddisfatti.

10. Nelle letture delle Messe domenicali non si trova il passo di Matteo 19.
Lo si trova invece, insieme con tanti altri, nelle messe feriali. E lo si legge tutti gli anni.

11. Mi scrivi che “è palese che tra  coloro che nascono già incapaci al matrimoni tra un uomo e una donna ci sono anche gli omosessuali”.
Questo non è palese, anzi sembra preponderante la tesi che assegna all’omosessualità delle motivazioni di carattere psicologico.
In questa direzione indirizza il pensiero della Chiesa quando dice: “la sua genesi psichica rimane in gran parte inspiegabile” (CCC 2357).
Inoltre afferma che  “dev’essere comunque evitata la presunzione infondata e umiliante che il comportamento omosessuale delle persone omosessuali sia sempre e totalmente soggetto a coazione e pertanto senza colpa. In realtà anche nelle persone con tendenza omosessuale dev’essere riconosciuta quella libertà fondamentale che caratterizza la persona umana e le conferisce la sua particolare dignità. Come in ogni conversione dal male, grazie a questa libertà, lo sforzo umano, illuminato e sostenuto dalla grazia di Dio, potrà consentire ad esse di evitare l’attività omosessuale” (HP 11).

Mi pare di averti detto tutto.
Ti saluto, ti ricordo al Signore e ti benedico.
Padre Angelo