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Quesito

Stimato Padre,
torno a porle un quesito che mi interessa. La questione riguarda Satana e in particolare il meccanismo della tentazione diabolica: se cioè noi siamo tentati solo da noi stessi in quanto peccatori o se Satana, come parrebbe, può tentarci direttamente ma allora in che modo se non può direttamente entrare nei nostri pensieri e nel nostro cuore?
La ringrazio augurandole ogni bene.
Pietro


Risposta del sacerdote

Caro Pietro,
La Sacra Scrittura dice: “Nessuno, quando è tentato, dica: «Sono tentato da Dio»; perché Dio non può essere tentato dal male e non tenta nessuno al male. Ciascuno piuttosto è tentato dalla propria concupiscenza che lo attrae e lo seduce” (Gc 1,13-14).
Pertanto certamente noi siamo tentati da noi stessi, dalle nostre passioni, dalle nostre debolezze, dal nostro stesso passato.
Ma siamo tentati anche dal diavolo: “Siate temperanti, vigilate. Il vostro nemico, il diavolo, come leone ruggente va in giro, cercando chi divorare. Resistetegli saldi nella fede” (1 Pt 5,8-9).
A volte le due cose si intersecano, perché, come avverte San Tommaso, il diavolo, prima di tentarci, cerca di esplorare quale sia il nostro punto debole.
Il diavolo tenta attraverso i sensi e l’immaginazione. Ma non penetra direttamente nella nostra anima.
Penetra nei pensieri indirettamente, attraverso l’immaginazione.
E le tentazioni, per quanto forti, sono sempre più deboli della nostra volontà.
Santa Caterina da Siena, dottore della Chiesa, dice che la città dell’anima “è di tanta fortezza… che né dimonio né creatura la può abbattere perché Dio ha posto sì e no nella più forte cosa che ci sia, cioè nella volontà” (Lettera 28).
Se poi la città dell’anima è abitata da Dio mediante la grazia la sua fortezza diventa ancora più grande.
Tutto questo è molto confortante.

Ti ringrazio, ti saluto, ti ricordo nella preghiera e ti benedico.
Padre Angelo