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Quesito
Caro Padre Angelo,
Questo quesito riguarda la preghiera:
per me la distrazione è un grande problema: quando il mio pensiero se ne va lontano io devo cercare di ridirigerlo nella direzione giusta, ma qual’è la direzione giusta? Mi spiego: quando prego, ad esempio mentre sto recitando l’Ave Maria, a cosa devo pensare? Devo pensare ai concetti espressi dalle parole che sto recitando? Oppure devo pensare all’intenzione di preghiera per la quale sto pregando? Oppure cosa altro?
Come sempre la ringrazio e la saluto cordialmente,
Nicola
Risposta del sacerdote
Caro Nicola,
1. la preghiera è elevazione dell’anima a Dio.
Questo è l’elemento essenziale.
Vi sono poi anche le formule, che sono utili per veicolare l’attenzione e tenerla ferma.
Pertanto se tu durante l’Ave Maria pensi all’intenzione della preghiera preghi ugualmente.
Se tu volessi pensare al significato delle singole parole, non andresti mai avanti. E sotto questo aspetto capisco quello che si legge di san Francesco d’Assisi: quando cominciava a recitare il Pater, appena pronunciate le parole Padre e nostro, non andava più avanti perché era già rapito in estasi. E ce n’è abbastanza per essere rapiti in estasi!
Per risolvere il tuo problema, è utile riferirsi a quanto insegna la Chiesa circa la recita del Santo Rosario: durante la decina la mente non si porta sul significato delle singole parole del Pater o dell’Ave, ma contempla il mistero, lo rivive in prima persona, ne proietta la luce nella propria vita personale. Ed è preghiera.
Se poi uno volesse pensare anche alle singole parole, non fa nulla di male. Ma al massimo concentrerà la propria attenzione su una o sue due, ma è impossibile meditarle tutte, altrimenti non si andrebbe più avanti.
2. Un pagina della Somma teologica di San Tommaso può aiutare a risolvere la questione. Siamo nella II-II, 81, 13.
San Tommaso si chiede “se la preghiera debba essere necessariamente attenta”. E dice:
“La questione interessa specialmente la preghiera vocale. Ora, in proposito si noti che una cosa può essere necessaria in due modi.
In un primo modo come mezzo che facilita il raggiungimento del fine. E in questo senso l’attenzione è assolutamente necessaria alla preghiera.
In un secondo modo una cosa può essere necessaria come mezzo indispensabile per raggiungere il suo effetto.
Ora, tre sono gli effetti della preghiera.
Il primo, comune a tutti gli atti informati dalla carità, è la capacità di meritare. E per questo effetto non si richiede necessariamente che l’attenzione accompagni la preghiera in tutta la sua durata, ma la virtualità della prima intenzione con la quale uno l’ha cominciata rende meritoria tutta la preghiera: come avviene in tutte le altre azioni meritorie.
Il secondo effetto della preghiera è invece peculiare ad essa, ed è l’impetrazione. E anche per questa basta l’intenzione iniziale, di cui soprattutto Dio tiene conto. Se invece l’intenzione iniziale manca, allora la preghiera non è capace né di meritare, né di impetrare: come infatti dice S. Gregorio «Dio non ascolta quella preghiera alla quale chi prega non presta attenzione».
Il terzo effetto della preghiera infine è quello che essa realizza con la sua stessa presenza, vale a dire una certa refezione spirituale dell’anima. E per questa nella preghiera si richiede necessariamente l’attenzione. Per cui S. Paolo diceva: «Se io prego con la lingua, la mia intelligenza rimane senza frutto» (1 Cor 14,14).
Si noti però che nell’orazione vocale ci possono essere tre tipi di attenzione.
Primo, l’attenzione materiale, con cui si bada a non sbagliare le parole.
Secondo, l’attenzione al senso delle parole.
Terzo, ed è la cosa più necessaria, l’attenzione al fine della preghiera, cioè a Dio e allo scopo per cui si prega. E questa attenzione possono averla anche gli indotti. E talvolta questo slancio spirituale che innalza l’anima a Dio è così forte da far dimenticare ogni altra cosa”.
Come vedi, questa pagina di san Tommaso è molto luminosa.
Ti ringrazio di avermi dato l’opportunità di presentarla ai visiatori e agli amici del nostro sito.
Ti saluto, ti seguo con la preghiera e ti benedico.
Padre Angelo