Questo articolo è disponibile anche in: Italiano
Quesito
Caro Padre Angelo,
mi potrebbe spiegare come consideravano gli antichi, prima della venuta di Cristo, l’al di là? Leggendo l’Antico Testamento si trova più volte l’accenno alla speranza di un perdono e di un premio in un’altra vita: ma come potevano pensare a questo se Cristo non era ancora arrivato fra loro?
Gesù ci ha portato l’immortalità. Allora prima di Lui, gli uomini in che cosa potevano sperare? Non erano forse già coscienti che esisteva un’altra vita, una vita eterna?
Sono un po’ confusa, perché questi dubbi mi potrebbero portare a credere che Gesù sia venuto invano. Perdoni questa bestemmia, ma credo proprio di avere bisogno di un suo intervento per diradare questa nebbia.
Grazie di cuore
Annarosa
Risposta del sacerdote
Cara Annarosa,
1. anche gli antichi credevano in una vita ultraterrena. Lo testimonia la mitologia pagana e anche la credenza degli ebrei.
E il motivo è semplice: perché l’anima umana di sua natura è immortale.
Cicerone e Platone, due filosofi pagani, vissuti prima di Cristo, avevano dimostrato con la ragione l’immortalità dell’anima.
Sant’Agostino, prima della sua conversione, e precisamente 12 anni prima di ricevere il battesimo, leggendo le loro opere si convinse razionalmente dell’immortalità o della sopravvivenza dell’anima.
Per Kant, filosofo moderno, l’immortalità dell’anima era fuori discussione e faceva sua quest’affermazione di Cartesio: “Non abbiamo nessun argomento né esempio che ci possa convincere che ci sono delle sostanze spirituali soggette ad essere annientate”.
Ma in che cosa consisterebbe questa vita ultraterrena?
La ragione umana non va molto in là.
2. Sono stati i protestanti ad enfatizzare l’affermazione: Cristo ci ha portato l’immortalità.
Per i protestanti, con la morte dell’uomo, morirebbe non solo il corpo ma anche l’anima.
Per questo negano l’esistenza di una escatologia intermedia, e cioè della sopravvivenza dell’anima separata da corpo. Ed è per questo che escludono che si possa pregare per le anime dei defunti.
Per loro Cristo ci ha promesso l’immortalità, evidentemente dopo la risurrezione dei corpi e delle anime.
Ma il pensiero dei protestanti non trova appoggio nella sacra Scrittura, ad esempio nel convincimento di Santo Stefano, il quale mentre stava per lasciare il suo corpo alla terra, pregava dicendo: “Signore Gesù, accogli il mio spirito” (At 7.59). Stefano era convinto di essere accolto subito in paradiso col suo spirito, con la sua anima.
Il pensiero dei protestanti non trova appoggio neanche nella promessa fatta da Cristo al buon ladrone: “oggi sarai con me nel Paradiso” (Lc 23,43).
E la negazione dei suffragi per le anime dei defunti è contraddetta da quanto si legge nel secondo libro dei maccabei: “Perché se (Giuda, l’eroe fortissimo) non avesse avuto ferma fiducia che i caduti sarebbero risuscitati, sarebbe stato superfluo e vano pregare per i morti. Ma se egli considerava la magnifica ricompensa riservata a coloro che si addormentano nella morte con sentimenti di pietà, la sua considerazione era santa e devota. Perciò egli fece offrire il sacrificio espiatorio per i morti, perché fossero assolti dal peccato” (2 Mac 12,44-45).
Ma siccome il libro dei maccabei dà loro palesemente torto, non hanno trovato di meglio che di toglierlo dal novero dei libri della sacra Scrittura.
3. Pertanto, ad essere precisi, Cristo non ci ha portato semplicemente l’immortalità, ma la vita del paradiso, la comunione e il possesso di Dio, che secondo il linguaggio di san Giovanni si chiama vita eterna.
Cristo non è venuto a darci la sopravvivenza dell’anima, perché questa sopravvive già di suo, ma a riempire di contenuti e di vita questa sopravvivenza.
Se talvolta anche nel linguaggio cristiano si afferma che Cristo ci ha portato l’immortalità, quest’espressione non viene intesa secondo l’accezione pagana o vetero testamentaria, ma come vita soprannaturale, come pienezza di vita nuova, come partecipazione alla vita del Signore risorto, come comunione con Dio e con i beni del paradiso, e anche come promessa della risurrezione del corpo.
Ti saluto, ti ricordo al Signore ti benedico.
Padre Angelo