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Quesito
Gentile padre Angelo Bellon,
quant’è bello il creato?
Dio deve essere proprio un genio! Se ci fermiamo un solo momento a guardare uno scorcio di natura, un angolo di mondo, rimaniamo estasiati! Il blu del cielo ed lo smeraldo del mare; la brezza sulla pelle e il calore della sabbia in spiaggia. Il creato è il primo dono che Dio ci ha fatto! Lo sgabello per i piedi dell’uomo. In un bellissimo quadro visto a Taizè, Cristo abbraccia il mondo. Questa immagine quanti significati nasconde… Eppure l’uomo riesce a rovinare anche la natura. Lei non trova che inquinare senza criterio, sprecare energia, acqua, risorse, petrolio, ecc rappresenti una grave colpa? Sprecare acqua, cibi, deturpare la natura significa offendere l’opera di Dio, ma anche non amare i nostri fratelli. Significa privarli di beni essenziali o costringerli a respirare o bere i “nostri” rifiuti. Io credo che il rispetto per la natura non sia solo un qualcosa da lasciare a certi encomiabili attivisti, ma che sia un dovere di ogni persona.
Risposta del sacerdote
Carissimo,
le tue considerazioni mi trovano perfettamente consenziente.
1. Innanzitutto sulla bellezza della creazione.
Dice il Siracide: “Quanto sono amabili le tue opere! E appena una scintilla se ne può osservare” (Sir 42,22).
Sono così belle e amabili che alcuni le hanno scambiate per Dio. Si legge ancora nel Siracide: “davvero stolti per natura tutti quelli che vivono nell’ignoranza di Dio e dai beni visibili non riconoscono Colui che è, pur considerandone le opere, ma il fuoco, o il vento o l’aria sottile o la volta stellata o l’acqua impetuosa o i luminari del cielo considerano come dei, reggitori del mondo. Se stupiti per la loro bellezza li prendono per dei, pensino quanto è superiore il loro Signore, perché li ha creati lo stesso autore della bellezza. Se colpiti dalla loro potenza e attività, pensino quanto più potente è colui che li ha formati. Difatti dalla grandezza e bellezza delle creature, per analogia, si conosce l’autore” (Sap 13,1-5).
S. Agostino, riflettendo sulla bellezza delle realtà create, esclama: “E cielo e terra e tutte le creature in essi d’ogni parte mi dicono di amarti e non cessano di dirlo a tutti affinché “siano senza scusa” (Rm 1,20)” (Confessioni, X,6,8).
2. Da queste considerazioni segue quanto siano deprecabili le devastazioni della natura.
Oltre che un’offesa al Creatore, costituiscono una grave ingiustizia nei confronti del prossimo, privato di beni essenziali o costretto a respirare o bere i “nostri” rifiuti, come tu stesso hai scritto in termini molto veri.
Proprio per questo si tratta di un peccato.
Ma il problema sta qui: che, eliminato Dio, si è perso anche il senso del peccato. Ma con la conseguenza che si gioca a essere più furbi e spregiudicati degli altri e a sfruttare di più.
3. Mi piace ricordare una bella affermazione del Catechismo della Chiesa Cattolica: “Ogni creatura ha la sua propria bontà e la sua propria perfezione. Per ognuna delle opere dei «sei giorni» è detto: «E Dio vide che ciò era buono»…
Le varie creature, volute nel loro proprio essere, riflettono, ognuna a suo modo, un raggio dell’infinita sapienza e bontà di Dio. Per questo l’uomo deve rispettare la bontà propria di ogni creatura, per evitare un uso disordinato delle cose, che disprezza il Creatore e comporta conseguenze nefaste per gli uomini e per il loro ambiente” (CCC 339).
Ti ringrazio per la riflessione, ti prometto un ricordo al Signore e ti benedico.
Padre Angelo