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Vescovo (1389-1459)

Nato a Firenze nel 1389 Antonino Pierozzi sentì nascere la sua vocazione domenicana all’ascolto del noto predicatore e riformatore Giovanni Dominici, ma se ne distaccò poi per l’eccessivo antiumanesimo e spirito antiscientifico del Dominici stesso. Dopo il noviziato a Cortona (1405) sotto la guida del beato Lorenzo da Ripafratta, fu assegnato al convento di Fiesole. Nel 1409, a seguito della scelta del governo fiorentino di aderire al concilio di Pisa, mettendo così fuorilegge le due precedenti obbedienze, con gli altri domenicani di Fiesole (col Dominici fedeli a Gregorio XII) si rifugiò a Foligno. Era priore a Cortona (1420) quando gli arrise il successo con lo scritto Confessionale (l’utilità pratica, e soprattutto il buon senso, è forse il motivo di tanto successo e delle tante edizioni che ebbe molto presto. Mentre, i numerosi riassunti in lingua volgare, specialmente ad uso dei confessori e dei penitenti, presentano qualche dubbio sulla parte avuta o meno da S. Antonino nella loro redazione), che fu tanto apprezzato che molti conventi della Provincia Lombarda lo vollero priore. Ed in tale veste lo si ritrova alla Minerva di Roma, a S. Pietro Martire a Napoli, come pure a Gaeta e Siena. Nel 1433 divenne vicario generale della congregazione lombarda riformata. Nel 1436 ottenne da Cosma e Lorenzo dei Medici il convento di S. Marco di Firenze, di cui fu anche priore (1439-1444). Era vicario della congregazione toscana quando il papa Eugenio IV lo nominò arcivescovo di Firenze (marzo 1446). Cominciava così un periodo diverso della sua vita, quello del pastore tutto dedito al suo gregge, sia dal punto di vista materiale (assistenza ai poveri) che spirituale (visita a chiese e riforma morale del clero). Le sue quaresime erano improntate al tentativo di scuotere il clero e suscitare il riconoscimento dei propri peccati in vista di una salutare penitenza. Ma, nonostante questo suo impegno per la riforma del clero, non poté evitare l’impegno civico, come alcune ambascerie a nome del popolo fiorentino, presso il papa Callisto III (1455), e presso Pio II (1458).

Ancora vivo fu chiamato Antonino dei consigli.

Morì il 2 maggio 1459, e fu canonizzato il 31 maggio 1523.

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