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Vergine, monaca (1522-1590)
Il mistero della Passione fu la trama in cui si svolse la vita di Santa Caterina De’ Ricci.
Ricevuta la prima educazione dalla zia abbadessa benedettina a Monticelli (Firenze) a tredici anni, Alessandrina entrò in Prato nel monastero di San Vincenzo del Terz’Ordine Regolare , dove il 18 maggio 1535 ricevette dallo zio, padre Timoteo Ricci, l’abito domenicano ed il nome di Suor Caterina. Avrebbe finalmente potuto appagare la sete bruciante di perdersi nella contemplazione di Gesù Crocifisso: per dodici anni (dal 1542 al 1554) nel suo corpo martoriato dalle stigmate si rinnovò, tra le estasi e gli spasimi più atroci, la Passione del Salvatore.
Dal febbraio 1542, cioè da quando aveva vent’anni, la santa iniziò a essere soggetta a una serie di rapimenti estatici che si verificarono ogni settimana per dodici anni, prolungandosi dal mezzogiorno del giovedì fino alle quattro del venerdì pomeriggio. Caterina si riprendeva il venerdì mattina in modo sufficiente per ricevere la comunione con profonda devozione, e il suo corpo assumeva le posizioni che scandivano le diverse fasi della passione di Cristo: rimaneva in piedi presso la colonna, piegava il capo per ricevere la corona di spine, e così via. La notizia di queste manifestazioni attirò folle di devoti, o almeno di curiosi; la santa giunse a implorare tutte le sue suore perché chiedessero a Dio che questi episodi cessassero: la supplica fu esaudita.
Quindi la straordinaria abbondanza di carismi celesti si unì ad una squisita prudenza, ad un raro senso pratico, ad un equilibrato zelo per l’osservanza regolare; fu ripetutamente priora e maestra delle novizie.
Al monastero di San Vincenzo accorsero, in cerca di consigli, prìncipi e prelati; fu in amicizia con San Carlo Borromeo, San Filippo Neri, San Pio V, santa Maria Maddalena De’ Pazzi.
La sua opera si inserisce nella grandiosa riforma che fa capo a Gerolamo Savonarola per il quale nutriva profonda devozione ed alla cui intercessione attribuì una miracolosa guarigione. Con un vivacissimo epistolario, ci rimangono “i versetti della Passione”, specie di meditazione paraliturgica composta di brani della Scrittura, che i libri corali domenicani hanno conservato e che si cantano in alcuni conventi dell’Ordine ogni venerdì di Quaresima.
Venne canonizzata da Benedetto XIV il 29 giugno 1746. Il corpo della Santa è venerato nella basilica di San Vincenzo Ferrer in Prato.