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Quesito
Una visitatrice, che a suo tempo ha sposato una persona atea e non battezzata, nel frattempo ha ritrovato la fede.
Di qui la frustrazione per non poter condividere con il marito la propria esperienza.
Proprio per questo chiede di pubblicare il presente appello:
“Se la mia testimonianza vale qualcosa, vorrei se possibile che si pubblichi solo questa parte della mia mail.
A tutti voi fidanzati: trovatevi un partner che metta Dio al primo posto, anche prima di voi. Altrimenti non sapranno MAI amarvi realmente.
E assolutamente non cadete nella trappola di avere rapporti prima del matrimonio!
Perché è facile sul momento pensare che vi amiate quando in realtà è solo passione sessuale.
Quando quella svanisce, (e state tranquilli che o svanisce o rimpiazzerete il partner o sarete rimpiazzati con altre persone, perché il desiderio non si appagherà mai) non vi rimarrà niente.
Costruite sulla roccia la vostra relazione. Che duri e passi la prova delle tempeste e del tempo e che sia vera e profonda. Costruite quindi su Cristo, con Cristo e per Cristo tutto ciò che fate.
Firmato: un’anima, che se potesse tornerebbe indietro nel tempo e sceglierebbe Dio senza se e se senza ma. Sempre.
Grazie Padre Angelo e che Dio la benedica largamente e Maria Santissima interceda in tutti i suoi bisogni e la prenda sotto il Suo manto e la protegga come figlio prediletto.
Risposta del sacerdote
Carissima,
1. adesso tocchi con mano il motivo per cui la Chiesa dissuade da matrimoni in cui non c’è la comunione di fede.
Chi non crede giudica malamente tale dissuasione. Gli pare una cosa assurda.
Ma quando uno dei due si converte e capisce che cosa significa vivere in Cristo, con Cristo e per Cristo come sta avvenendo adesso per te, allora comprende la saggezza della Chiesa.
2. Già la Sacra Scrittura, che per i credenti è parola di Dio, fin dai tempi della predicazione degli apostoli chiede che il matrimonio sia fatto “nel Signore” (1 Cor 7,39), cioè tra cristiani. Così commenta la Bibbia di Gerusalemme.
E ancor prima nel libro del Deuteronomio era proibito stringere legami di parentela con chi non apparteneva al popolo santo di Dio: perché in tal modo sarebbe stato facile auto assoggettarsi al comune avversario, non seguire più il Signore e non poter fruire della prosperità legata alla sua benedizione (cfr. Dt 7,3).
3. Adesso per grazia di Dio hai ricevuto il dono di una fede viva.
E comprendi che ti viene negata la condivisione delle realtà più belle e più preziose della vita con tuo marito.
Anzi, rischi di scendere a compromessi nel seguire le vie di Dio.
4. Che cosa puoi fare in tale situazione?
A te è venuto spontaneo supplicare i giovani fidanzati di non ripetere il tuo errore.
Temo però che il tuo appello cadrà nel vuoto come è caduto nel vuoto quando tu eri fidanzata e qualcuno magari ti ha detto che era pericoloso sposare un ateo, una persona non battezzata.
5. C’è dell’altro invece che puoi fare. Ed è ancora più prezioso sia per te che per tuo marito.
La prima cosa che devi fare consiste nel ricordare che lo sposo assunto nel giorno del matrimonio, pur essendo una persona viva e concreta, è tuttavia un segno e un richiamo del vero Sposo.
Il vero sposo è Gesù che si è legato a te con un vincolo matrimoniale nel giorno del tuo battesimo.
In forza di questo vincolo Egli vuole che tutto ciò che è suo diventi tuo.
6. Certo, forse nessuno ti ha detto che col battesimo Gesù ti ha preso come sposa con vincolo indissolubile ed eterno.
Ma il non trovare accanto a te un marito credente ti stimola a cercare quello Sposo di cui la Sacra Scrittura dice: “La sua compagnia non dà amarezza, né dolore il vivere con lui, ma contentezza e gioia” (Sap 8,16).
Questo Sposo è unico. La Sacra Scrittura dice di lui che è “splendido e non sfiorisce, facilmente si lascia vedere da coloro che lo amano e si lascia trovare da quelli che lo cercano.
Nel farsi conoscere previene coloro che lo desiderano.
Chi si alza di buon mattino per cercarlo non si affaticherà, lo troverà seduto alla sua porta” (Sap 6,12-14).
7. Nessuno al mondo ti può togliere la comunione e l’intimità con lui.
Ti può essere tolto tutto ciò che è fuori di te. Ma non ti può essere tolto Colui che vive in te.
8. C’è ancora dell’altro che puoi e che devi fare con tuo marito.
Te lo ricorda Dio stesso per bocca di San Pietro quando rivolgendosi alle mogli dice: “Allo stesso modo voi, mogli, state sottomesse (vale a dire: dedicatevi) ai vostri mariti, perché, anche se alcuni non credono alla Parola, vengano riguadagnati dal comportamento delle mogli senza bisogno di discorsi, avendo davanti agli occhi la vostra condotta casta e rispettosa.
Il vostro ornamento non sia quello esteriore – capelli intrecciati, collane d’oro, sfoggio di vestiti – ma piuttosto, nel profondo del vostro cuore, un’anima incorruttibile, piena di mitezza e di pace: ecco ciò che è prezioso davanti a Dio.
Così un tempo si ornavano le sante donne che speravano in Dio; esse stavano sottomesse ai loro mariti, come Sara che obbediva ad Abramo, chiamandolo signore. Di lei siete diventate figlie, se operate il bene e non vi lasciate sgomentare da alcuna minaccia” (1 Pt 3,1-6).
9. Queste parole sono così preziose che meriterebbero di essere commentate una per una.
Mi limito a ricordare solo questo: “una condotta casta e rispettosa guadagna il cuore del marito senza bisogno di discorsi”.
E che il marito rimane conquistato più dall’ornamento interiore che da quello esteriore.
Soprattutto viene guadagnato se trova nella moglie “un’anima incorruttibile, piena di mitezza e di pace”.
10. Ecco: a questo ti chiama il Signore.
È una strada sublime di santificazione e di pace.
È ardua perché richiede una continua vittoria su te stessa.
Ma nello stesso tempo, senza che te ne accorga, ti rende vittoriosa sul cuore di tuo marito.
Con l’augurio di percorrere questa strada senza sosta e di essere sempre colmata di gioia dal tuo primo e insostituibile Sposo, ti benedico e ti ricordo volentieri nella preghiera.
Padre Angelo