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Quesito

Buongiorno Padre,
riguardo la parabola dei talenti (Matteo 25,14-30) succede frequentemente nella vita di avere degli insuccessi, di conseguenza si perde anziché guadagnare.
Se per il terzo servo, che riconsegna ciò che aveva ricevuto, avrà pianto e stridore di denti, ad un ipotetico quarto servo che non solo non avesse guadagnato, ma che avesse pure perduto i talenti a lui affidati e non avesse più nulla, cosa dovrebbe capitare?


Risposta del sacerdote

Carissimo,
1. i talenti corrispondono a cifre ingenti, anzi ingentissime.
Per questo i Santi Padri dicevano che i talenti che il Signore ci ha dato da trafficare corrispondono innanzitutto alla sua parola, alla fede, ai sacramenti. Questi sono beni soprannaturali.
Sant’Ireneo di Lione dice che talento preziosissimo è anche la nostra persona.
Infine sono talenti tutte le capacità che singolarmente possediamo.

2. A parte l’ultima accezione (le capacità di ciascuno di noi), gli altri talenti una volta perduti possono essere benissimo recuperati.
La parola di Dio è a tua portata di mano. Dipende da te farla diventare tuo nutrimento quotidiano. Così come dipende da te, una volta nutrito di questo alimento spirituale, di comunicarlo ad altri.

3. La stessa cosa va detta per la nostra fede. Non è necessario assumere pose particolare. È sufficiente essere come Cristo ci vuole e allora, come dice San Paolo “siamo dinanzi a Dio il profumo di Cristo per quelli che si salvano e per quelli che si perdono” (2 Cor 2,15).
È sempre possibile ricuperare una condotta integra anche sotto il profilo cristiano. 

4. Per i talenti costituiti dai sacramenti: dipende da te ritrovarli e farli fruttificare.
Perché non trafficare il talento preziosissimo dell’Eucaristia partecipandovi quotidianamente se ne hai la possibilità?
L’Eucaristia è il sacramento più santificante della nostra vita.
È un sacramento che non giova soltanto a chi lo riceve ma anche a coloro per i quali lo destiniamo.
Gesù ha detto infatti: “Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo” (Gv 6,51).
San Tommaso ha sottolineato che l’Eucaristia è l’unico sacramento che non giova solo a chi lo riceve perché Gesù ha detto: “e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo” (Gv 6,51).
Quando ti presenterai davanti al tribunale di Cristo non ti pentirai di aver partecipato ogni giorno all’Eucaristia perché sarai accolto a braccia aperte e sentirai queste consolanti parole: “Bene servo buono e fedele, sei stato fedele nel poco. Ricevi potere il suo volto. Entra nella gioia del tuo Signore” (Mt 5,21).

5. La stessa cosa va detta della confessione sacramentale, la cui frequenza è vivamente consigliata dal magistero della Chiesa e dai Santi.
Anche se non vi sono peccati gravi da confessare, ogni confessione comunica un aumento di grazia.
I teologi dicono che il grado di beatitudine che avremo in paradiso sarà proporzionato al grado più alto di grazia che avremo acquisito sulla terra.
Pertanto ti consiglio di confessarti in maniera regolare e frequente, cercando di non lasciar passare il mese. Meglio se ti confessi ogni 15 giorni. L’ottimo è la confessione settimanale e sempre possibilmente del medesimo confessore.
Non è così che si traffica bene questo sacramento?

6. Anche la nostra persona è un talento preziosissimo.
Lo traffichiamo rendendoci dono a tutti.
Anche qualora perdessimo tante qualità, avremo sempre la possibilità di fare di noi stessi dono con la preghiera e con l’offerta delle nostre sofferenze.
È così che tante persone anziane e anche meno anziane trafficano in maniera meravigliosa il dono della propria persona.

7. Come vedi tutto può essere ricuperato da un momento all’altro perché questi talenti il Signore li offre in continuazione.

Con l’augurio che tu possa trafficarli al meglio in tutti gli aspetti che ti ho menzionato e con gli auguri di un sereno e Santo Natale, ti benedico e ti ricordo nella preghiera. 
Padre Angelo