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Quesito

Caro Padre Angelo,
ho trovato spesso risposte alle mie domande leggendo le sue risposte e la ringrazio di cuore… lei è davvero illuminato e illuminante.
Le chiedo… quando uno dei coniugi commette adulterio e poi si pente e si confessa, è poi meglio dirlo all’altro coniuge e chiedere perdono? Oppure è meglio tacere?
Grazie.
Elisa


Risposta del sacerdote

Cara Elisa,
1. è sufficiente che il proprio peccato lo si riveli solo al sacerdote confessore.
Rivelarlo al proprio coniuge può essere controproducente e può destabilizzare la serenità della famiglia.
La Chiesa non ha mai chiesto un simile dovere.

2. È necessario distinguere tra tradimento pubblico e tradimento occulto.
Se il tradimento è di notizia pubblica conviene riconoscere il proprio errore e domandarne sinceramente perdono.

3. Se invece è occulto, ecco che cosa dice Dominicus Prümmer, domenicano, che è stato indubbiamente uno dei più autorevoli teologi moralisti del secolo scorso.
Parlando degli obblighi di riparazione per il danno sorto da un adulterio scrive: “Quando l’adulterio commesso è rimasto segreto, e non ne è venuto fuori alcun danno materiale, allora è necessario ammonire tutti e due i complici a conservare il massimo silenzio (uterque complex admonendus ad altum silentium servandum) perché diversamente ne verrebbero fuori facilmente i più grandi litigi (qui secus maxima jurgia oriuntur)” (Manuale Theologiae moralis, II, 151).

4. Pertanto se il tradimento è occulto, è necessario lasciarlo occulto.

5. La richiesta di perdono è implicita nell’atto della confessione dal momento che i propri peccati vengono confessati al sacerdote, che simultaneamente è ministro di Dio e della Chiesa.
Per questo nella preghiera “Confesso a Dio onnipotente e a voi fratelli e sorelle che ho molto peccato in pensieri, parole, opere e omissioni…” si chiede perdono implicitamente anche al proprio coniuge.

6. Né va dimenticato che il miglior pentimento consiste nel cambiare vita, nel fare penitenza, nell’essere più umili e più prudenti nel proprio modo di comportarsi, nell’essere più dediti alle necessità della famiglia e alle attenzioni materiali e spirituali delle persone che il Signore ci ha affidato.

7. Poiché l’adulterio è un peccato gravissimo che ferisce il matrimonio, è necessario prendere consapevolezza che da un fatto simile è necessario reagire dando un colpo d’ala alla propria vita cristiana, tendere decisamente alla santità e tralasciare le mezze misure.

Con l’augurio di ogni bene, ti benedico e ti ricordo nella preghiera.
Padre Angelo