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Quesito

Salve Padre,
Quali sono i modi più comuni in cui Dio ci parla? Io sto vivendo un periodo di pace interiore ma contemporaneamente sento una tensione verso qualcosa o qualcuno che non so dove mi condurrà. Vorrei sapere quali sono i modi in cui Dio ci parla.
Un caro saluto,
Federico


Risposta del sacerdote

Caro Federico,
1. il Signore ci parla in molte maniere.
La prima è quella della coscienza.
Se la coscienza si mantiene pura, non è difficile percepire la voce di Dio che comanda di fare il bene e di fuggire il male.
Attraverso la coscienza Dio parla a tutti.
Per questo la coscienza è stata definita anche “la voce di Dio nell’anima”.

2. Il Concilio Vaticano II ha espressioni molto belle sulla coscienza. 
Nella Gaudium et spes dice: “Nell’intimo della coscienza l’uomo scopre una legge che non è lui a darsi, ma alla quale invece deve obbedire e la cui voce che lo chiama sempre ad amare e a fare il bene e a fuggire il male, quando occorre, chiaramente dice alle orecchie del cuore: fa questo, fuggi quest’altro. L’uomo ha in realtà una legge scritta da Dio dentro il suo cuore: obbedire ad essa è la dignità stessa dell’uomo, e secondo questa egli sarà giudicato.
La coscienza è il nucleo più segreto e il sacrario dell’uomo, dove egli si trova solo con Dio, la cui voce risuona nell’intimità propria. Tramite la coscienza si fa conoscere in modo mirabile quella legge, che trova il suo compimento nell’amore di Dio e del prossimo” (GS 16).

3. Sulla medesima linea si è espresso anche il santo Papa Giovanni Paolo II: “In questo, non in altro, sta il mistero e la dignità della coscienza morale: nell’essere cioè il luogo, lo spazio santo nel quale Dio parla all’uomo. Di conseguenza, se l’uomo non ascolta la propria coscienza, se consente che in essa prenda dimora l’errore, egli spezza il vincolo più profondo che lo stringe in alleanza con il suo Creatore” (17.8.1983).
La coscienza dunque è la prima via.
La coscienza, oltre a comandare di fare il bene ed evitare il male, esprime la sua funzione nell’ispirarci su ciò che è meglio ed è più conveniente per noi.
Non indica cose al di fuori della nostra portata, ma spinge a compiere ciò che è in sintonia con le nostre inclinazioni e anche con la voce di Dio che si manifesta anche attraverso altre strade.

4. La prima di queste strade, oltre la coscienza, e quella Sacra Scrittura.
La Sacra Scrittura non è anzitutto un insieme di narrazioni, di insegnamenti o dei precetti.
Nella Sacra Scrittura Dio ci parla e attraverso questo contatto entriamo in comunione personale con lui.
Le parole che vi sono contenute sono rivolte a tutti.
Ma talvolta a qualcuno manifestano una certa imperiosità soprattutto se si è alla ricerca di una risposta da parte di Dio.
Fu questo il caso di Antonio abate. Aveva 18 anni quando sentiva il desiderio di vivere la vita cristiana in maniera più vera.
Entrando un giorno in Chiesa, sentì il diacono che leggeva queste parole del Vangelo: “Se vuoi essere perfetto va, vendi quello che hai, dallo ai poveri, e avrai un tesoro nel cielo. Poi vieni e seguimi” (Mt 19,21).
Fece così e divenne il grande Sant’Antonio abate, padre del monachesimo, la cui festa si celebra il 17 gennaio.

5. Talvolta il Signore parla nell’intimità della preghiera.
La preghiera cristiana infatti è conversazione dell’uomo con Dio come tra amici, dove si ascolta Dio che parla al cuore. Nello stesso tempo noi parliamo al cuore di Dio.
Così Dio ci parla anche nella preghiera.

6. Il Signore parla anche attraverso gli eventi della vita. Nulla avviene per caso perché tutto è governato dalla Divina Provvidenza.
Può parlare anche attraverso gli scritti, come ad esempio quello che stai leggendo in questo momento.
Può parlare anche quando capita il male. Non che Dio voglia il male, per carità. Ma, se lo permette, è solo per condannarlo a servire un bene più grande. Noi siamo tenuti a cercare di diagnosticare quale sia tale bene più grande.
Il Signore ci parla dunque attraverso gli accadimenti, gli incontri, gli esempi di bene che vediamo.
Talvolta parla anche attraverso le disgrazie, le malattie, gli incidenti.
Il santo Papa Giovanni Paolo II recandosi al centro traumatologico di Roma si espresse così: “La sofferenza fisica o morale, che sopraggiunge talvolta improvvisamente, è una chiamata, un invito, una esortazione pressante a migliorare, a cambiare vita, a rinascere, a convertirsi. Nulla avviene per caso. In ogni circostanza bisogna chiedersi: Che cosa vuole il Signore da me?” (25.3.1985).

7. Talvolta parla attraverso i consigli e l’esemplarità di vita dei nostri genitori.
Parla anche attraverso il confessore soprattutto quando chiediamo consigli per la nostra vita spirituale. Nostro Signore comandava a Santa Teresa di obbedire al confessore. La stessa cosa ha ripetuto molte volte con Santa Faustina Kowalska, come emerge dal suo Diario.

8. Se sei desideroso di conoscere la via di Dio per la tua vita chiedigli insistentemente di manifestartela.
Egli stesso ha ispirato Davide a dire nel Salmo 143,8: “Notam fac mihi viam, in qua ambulem, quia ad te levavi animam meam” (Mostrami il cammino da seguire, perché a te rivolgo l’anima mia).

Ti accompagno con la mia preghiera perché il Signore presto ti indichi presto la via da seguire per il bene tuo personale e per il bene di molti.
Ti auguro una fruttuosa Quaresima e ti benedico.
Padre Angelo